Nelle scorse settimane il committee della Coppa Davis aveva garantito al Pakistan la possibilità di organizzare nello Sport Complex di Islamabad la sfida contro Hong Kong valevole per il secondo turno del gruppo II zona Asia/Oceania in programma dal 7 al 9 aprile. Nonostante la struttura avesse ospitato senza alcun problema anche il confronto di primo round contro l’Iran lo scorso febbraio, la Federazione di Hong Kong ha impugnato tale decisione, ma un tribunale indipendente ha confermato la sede originariamente individuata. I vertici federali della piccola regione a statuto speciale adagiata sulla costa meridionale della Cina hanno dunque optato per rinunciare alla trasferta, adducendo come motivo alla base dell’eclatante risoluzione generici “motivi di sicurezza”.
In una nota apparsa sul proprio sito ufficiale, la federazione internazionale del tennis si dichiara “dispiaciuta e rispettosamente in disaccordo con la decisione presa da Hong Kong“. “L’ITF prende molto seriamente la sicurezza di tutti i giocatori, del personale delle squadre, degli arbitri e del pubblico, – si legge nel comunicato, – e abbiamo molta fiducia nelle procedure di gestione del rischio che poniamo in essere“. La vicenda rischia di avere uno strascico pesante per Hong Kong. La palla passa ora all’Internal Adjudication Panel, l’organo di valutazione che stabilirà se sono state commesse violazioni e, nel caso, comminerà sanzioni alla Federazione capeggiata da David Ho. Il Pakistan, invece, accede al terzo turno senza scendere in campo, e attende la vincente della sfida tra Filippine e Thailandia.
La decisione per i vertici della federazione di Hong Kong è apparsa particolarmente difficile alla luce dell’ottima vittoria nel tie di febbraio contro il Vietnam, nel primo round del raggruppamento Asia/Oceania. I 15 attacchi terroristici che hanno preso piede sul suolo pakistano in questo 2017 hanno però indirizzato la decisione della Hong Kong Tennis Association. Il n.1 di HKTA Chris Lai ha spiegato: “È una decisione sofferta perché Hong Kong non ha mai saltato un tie di Davis ma la sicurezza dei giocatori è la nostra prima preoccupazione. Abbiamo appena battuto Vietnam, una nazione con testa di serie nel raggruppamento, e abbiamo un gruppo giovane e promettente. Dopo la sfida tra Pakistan e Iran però ci sono stati attacchi terroristici molto sanguinosi – incluso il più devastante a Sehwan, il 16 febbraio – e questo ci preoccupa molto. Siamo responsabili nei confronti delle famiglie dei nostri atleti: Hong Kit Wong ad esempio ha solo 18 anni”.
La federtennis pakistana dal canto suo non ha apprezzato la decisione dei vertici di Hong Kong. Il Pakistan non organizzava una sfida di Davis da ben 12 anni prima di ospitare – e battere – l’Iran a febbraio e sostiene che non ci siano rischi di ordine pubblico. Il segretario Khalid Rehmani ha confermato: “Ci dispiace molto, avevamo organizzato il match contro Hong Kong (a Islamabad, ndr) con tutti i piani di sicurezza del caso. Le squadre avversarie devono capire che siamo perfettamente in grado di garantire loro sicurezza e ospitalità. La finale di Pakistan Super League (cricket, ndr) si è tenuta regolarmente a Lahore nonostante le condizioni difficili. Cosa deve dimostare ancora il Pakistan alle nazioni straniere?“. Certo, come sostengono le autorità pakistane gli ultimi attentati non sono avvenuti nella zona di Islamabad. D’altro canto si tratta della capitale, che pur ben militarizzata rispetto ai borghi più periferici rimane la località più in vista. Comunque molto difficile ora evitare le sanzioni per Hong Kong, che si augura almeno di non incappare nella sospensione dalla competizione a squadre.
Ha collaborato Alessandro Stella
