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Sharapova, ci siamo. Vinci tenta l’impresa (Scanagatta). Il giorno di Maria. Stoccarda e i soldi, ritorna la diva (Cocchi). Sharapova e la wild card della discordia (Schito). Sharapova contro tutti (Lombardo). Tenniste contro Sharapova: “Basta coi favori” (Rossi)

Ultimo aggiornamento: 26/04/2017 11:44
Di Redazione Pubblicato il 26/04/2017
24 min di lettura 💬 Vai ai commenti

Sharapova, ci siamo. Vinci tenta l’impresa (Ubaldo Scanagatta, Giorno-Carlino-Nazione Sport)

Ci siamo. È il giorno del grande ritorno. Oggi pomeriggio Maria Sharapova rimette piedi in uno spogliatoio di un torneo ufficiale dopo 15 mesi di stop, imposto dalle autorità antidoping. Non troverà un’atmosfera calorosa fra le colleghe bistrattate dal suo manager: «Radwanska e Wozniacki protestano? Mediocri tenniste che non hanno mai vinto uno Slam…». Fino a ieri l’avvenente siberiana che a 7 anni arrivò con papà Yuri alla Tennis Academy in Florida di Nick Bollettieri (con 700 dollari appena in tasca che servirono ad affittare un motorino per raggiungere Bradenton) non poteva nemmeno entrare dove il Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda (torneo sulla terra rossa con 776.000 dollari di montepremi, briciole per lei) vive i suoi primi turni già da lunedì. Lei nell’impianto non ha potuto nemmeno allenarsi, stante la squalifica che scadeva solo oggi. Si è allenata, al riparo da occhi indiscreti — ma con i paparazzi nascosti nel parcheggio – con lo sparring-partner americano di origini russe Alex Kuznetsov, in un piccolo tennis club di periferia a Sillenbuch. Di rimbalzo a Maria Sharapova per lo show del suo “special comeback”, l’altra attrice sarà la nostra Roberta Vinci, spiritosa nell’affrontare un’affollatissima conferenza stampa («Che succede, come mai tanta gente?»), ma anche decisa nell’affermare che «Non sono d’accordo con le wild card che le hanno offerto (non solo Stoccarda, ma anche Madrid e Roma… business is business, altro che principi etici spesso sbandierati ad arte). Non ho nulla contro di lei, ha scontato la pena, però non è giusto che venga aiutata così dai tornei). Oggi prima tre singolari femminili con avvio alle 12 e poi, ma non prima delle 18,30 (con diretta tv su Supertennis), via al match più glamour dell’anno.

Il giorno di Maria. Stoccarda e i soldi, ritorna la diva (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)

Gli organizzatori gongolano: «Sold out tutti i giorni». Ma non è proprio così perché ieri, nel secondo giorno del torneo, i seggiolini vuoti sugli spalti del Centrale erano tanti. Il pienone è previsto per oggi quando, alle 18.30, Maria Sharapova tornerà in tutto il suo splendore, «ripulita» dai peccati di doping dopo 15 mesi di squalifica per la positività al Meldonium e pronta ad affrontare la nostra Roberta Vinci. Per oggi, davvero, i 4400 posti della Porsche Arena sono sold out. E lo sono fino a domenica, per un totale di oltre 20 mila tagliandi venduti. Perché Maria, che si voglia o no, è la stella di cui il tennis femminile, in un momento di stanca come questo, senza Serena Williams, Azarenka e Kvitova, ha bisogno. Un tocco di glamour, due gocce di polemiche e il piatto è servito per la gioia di pubblico, organizzatori di tornei e sponsor, che possono di nuovo contare sulla siberiana per fare cassa. La richiesta di accrediti per la sala stampa è stata di circa un centinaio in più rispetto alla media e questo dice molto, anche perché Stoccarda è uno dei tornei femminili più ricchi e ben frequentati del circuito. Più che il gioco fa il business, che la diva Maria conosce bene. Forbes stima che i suoi guadagni da gennaio fino giugno 2015 siano stati di circa due milioni di dollari con oltre 20 milioni dalle sponsorizzazioni ed è proprio su questa voce del bilancio che la Sharapova può e vuole lavorare ancora, nonostante in 11 anni di attività abbia accumulato una fortuna che si avvicinerebbe ai 200 milioni di dollari. Con Serena fuori per maternità e ferma per l’intera stagione (minimo), tutti gli occhi degli sponsor saranno puntati su di lei. Lo storico manager Max Eisenbud, quasi un padre per lei, non si è accorto che il Meldonium era diventato fuori legge e la svista non gli è costata il posto. Il motivo, oltre che affettivo, è puramente economico: è stato lui a far diventare la Sharapova un prodotto commerciale. Come le caramelle Sugarpova, che hanno un apposito spazio all’interno del villaggio commerciale della Porsche Arena: 4 euro un pacchetto, 10 per tre. Come il completino viola che la Nike le ha disegnato per il ritorno e che presto andrà a ruba tra le giovanissime. E in questi 15 mesi di assenza dal circuito Maria non è rimasta nascosta in un cantuccio a piangere sul Meldonium versato, anzi: ha scritto la biografia dal titolo «Unstoppable», in uscita a settembre; ha frequentato red carpet e eventi internazionali; ha posato per la fotografa della Regina Elisabetta, Annie Leibovitz e ha frequentato Masters a Harvard e presso l’Nba. Insomma, Maria è più vicina a una pop star che non a un’atleta, crea interesse e quindi denari ed ecco che, chi può, cerca di accaparrarsela. Stoccarda è il torneo che lei ha conquistato tre volte, la Porsche è uno degli sponsor più importanti di Masha: il gioco è fatto, è arrivata una wild card per farla giocare il primo giorno utile dopo i 15 mesi di squalifica. La cosa ha fatto storcere il naso a parecchie colleghe, e anche a Roberta Vinci che, suo malgrado, oggi sarà protagonista di un evento mediatico che va oltre la partita stessa: «Maria ha pagato con la squalifica e questo mi va bene — commenta Roberta — ma credo che a questo torneo lei non avrebbe dovuto esserci. La squalifica scade il 26, ma tecnicamente la competizione inizia prima e lei non si sarebbe potuta iscrivere. Credo non sia giusto soprattutto per noi colleghe». Roberta è qui da venerdì, l’attesa è stata ai limiti del logorante: «Quando ho visto che avrei dovuto giocare mercoledì contro di lei ho pensato di tornare a casa un paio di giorni, in fondo è solo un’ora di volo… Poi ho deciso di essere professionale, ma è stato snervante. Mi sono dovuta allenare alle 8 del mattino con Pliskova per provare una volta il Centrale. Non mi pare molto corretto». Su quello che pensano le altre di lei, Maria si è già espressa: «È l’ultimo dei miei problemi…». Per questo si………

Sharapova e la wild card della discordia (Francesca Schito, Il Tempo)

…………..la tennista russa, per ricominciare oggi – primo giorno utile dopo la squalifica – non poteva che ricevere una wild card. La spaccatura tra gli organizzatori dei vari tornei e gli atleti è netta, il filo conduttore unico: è talmente brava che non avrebbe problemi a qualificarsi solo con le sue forze. La siberiana non troverà un clima amico al rientro nel circuito, ma questo non dovrebbe crearle nessun tipo di problema: «A stento saluta, è sempre con il suo staff», ha commentato la Vinci. Le polemiche relative al trattamento di favore riservato alla ex numero uno del mondo partono dagli stessi atleti. Senza peli sulla lingua Andy Murray che ha detto: «Credo che dovrebbe risalire da sola. I tornei certo pensano al loro tornaconto ma se la Sharapova non riuscirà a ottenere una classifica sufficiente sono sicuro che a Wimbledon ci penseranno molto prima di darle una wild card, e poi faranno la cosa giusta». Ancora più dura, se possibile, Caroline Wozniacki in riferimento alla WC di Stoccarda: «Penso che Maria sia una persona che faccia bene al tennis femminile. Ma credo che non sia affatto giusto permettere ad un giocatore o una giocatrice fuori per squalifica di giocare un torneo che inizia quando la squalifica è ancora attiva. Penso sia una grande mancanza di rispetto nei confronti delle altre giocatrici e verso tutta la Wta. Purtroppo ormai le cose sono fatte. Ovviamente le regole vengono girate in favore di chi vuol fare i propri interessi. Quando uno sportivo è fuori per doping, deve rientrare partendo dal basso e conquistarsi con le proprie forze gli accessi ai tabelloni più importanti. Sarebbe dovuta tornare la settimana dopo e non a Stoccarda. Una decisione inaccettabile».

Sharapova contro tutti (Marco Lombardo, Il Giornale)

……………..Ricomincia insomma il match di Sharapova contro tutti, ma in fondo è sempre stato così: lei bellissima, fredda e un po’ altezzosa, contro colleghe e resto del mondo del circuito, pronte a rilevare con battute salaci e penne avvelenate l’eccessiva regalità con la quale spezzava le avversarie. Tutte tranne Serena Williams s’intende, l’altra faccia di un movimento che appunto da stasera metterà a nudo i suoi difetti. Perché se Serena a 35 anni e incinta (si è saputo poi) di un mese, riesce a vincere facile gli Australian Open nell’ennesima edizione di una finale contro la sorella più grande, chissà cosa potrà fare adesso una siberiana ritravestita da tigre e senza la rivale di sempre. E questo è il punto: negli ultimi 15 mesi Maria ha studiato ad Harvard, ha fatto uno stage nella Nba, ha moltiplicato il giro d’affari delle sue caramelle Sugarpova. E intanto si è allenata, mentre le tenniste in attività si affannavano per trovare una degna numero uno per gioco e carisma, restando alla fine senza gioco e carisma. E senza una vera numero uno. Basta vedere le tribune di un qualsiasi torneo Wta per accorgersene. Per dire: Serena Williams, appunto ferma per tutto il 2017, è stata rimessa in cima alla classifica dal computer. E Maria, ad oggi senza ranking, non farà fatica a ritrovarlo. Per questo le altre la temono. Anzi: la odiano. «Non capiamo il perché degli inviti che Stoccarda, Madrid e Roma le hanno fatto», il riassunto di parole al fiele alle quali Maria ha risposto con un «non capisco io: ho sbagliato, ho pagato. Mi lascino stare». Più sfumata la posizione di Roberta Vinci, proprio l’avversaria che battezzerà la seconda carriera della trentenne Sharapova, che a un «conosco Maria, è una brava persona» ha fatto seguire un «però non penso siano giuste tutte queste agevolazioni». Pochi (tra cui Djokovic) i felici di rivederla, molti i trucchi con cui i grandi tornei stanno trovando soluzioni di facciata per evitare di perderla: Parigi deciderà il 15 maggio su un’eventuale wild card ma pare che la soluzione sia di ammetterla alle qualificazioni sapendo che nessuno potrà fermarla. Per Wimbledon il problema non esiste: bastano 600 punti per andarci, in tre tornei il conto sarà fatto. Così, dietro le quinte di questo brutto palcoscenico che ricorda la sala un po’ sovietica dell’hotel americano in cui Maria annunciò la sua positività, resta però una vicenda confusa, alla quale nessuno più pensa: la Sharapova è stata qualificata per aver assunto meldonium, ovvero un farmaco anti diabete, diventato improvvisamente doping dopo anni di anonimato. Lei e il suo staff non hanno visto la mail di avvertimento e dunque ecco la punizione. Prima domanda: Maria abita in Florida, serviva rifornirsi per forza di una medicina disponibile in Lituania e non di una equivalente acquistabile nella farmacia sotto casa? Seconda domanda: possibile che – vista la lista degli atleti positivi al meldonium usciti nei mesi successivi – in Russia siano tutti diabetici? Le risposte non arriveranno, perché da oggi Maria Sharapova torna a giocare e conta solo questo. Rassegnatevi, mondo.

Tenniste contro Sharapova: “Basta coi favori” (Paolo Rossi, Repubblica)

…………………….Tutti felici per il ritorno della trentenne siberiana? Non proprio. Un bel po’ di colleghe ha storto il naso nell’apprendere il trattamento di riguardo che la Sharapova avrà nei prossimi tornei. Lei, la diva, al momento non ha più una classifica e dunque potrebbe, al massimo giocare le qualificazioni. Invece Markus Günthardt, direttore del torneo tedesco, le ha offerto una wild card per giocare. Apriti cielo. «Non è giusto» ha tuonato Angelique Kerber. «Tante altre tedesche avrebbero meritato quel posto in tabellone». Ma Günthardt non è stato solo nella scelta: anche Manolo Santana (Madrid) e Sergio Palmieri (Roma) hanno offerto un campo alla Sharapova. E, attenzione, la vera attesa è per quello che faranno i francesi. Guy Forget ha annunciato la decisione per il 15 maggio, ma – tanto per mandare un messaggio chiaro – le giocatrici francesi, dalla Mladenovic alla Parmentier, fino alla Cornet, hanno fatto sapere di essere contrarie a qualsiasi regalo. «Quello che pensano le altre è l’ultima delle mie preoccupazioni» ha replicato Masha. Il fatto è che non è una questione di antipatia personale, ma di principi. «Le wild card dovrebbero essere assegnate soltanto a chi è sceso in classifica per infortuni, malattie o altre cause incontrollabili. Non a chi è stato sospeso per doping» hanno aggiunto gente come Wozniacki e Radwanska. «Faccio molta fatica a comprendere da dove nascono le polemiche, ci sono delle regole e vengono rispettate» dice senza nascondersi dietro giri di parole Sergio Palmieri. «Quando la squalifica è terminata l’atleta torna a essere un atleta come tutti gli altri. E, Maria Sharapova, probabilmente, non potrebbe entrare neppure nelle qualificazioni dei tornei Future da 10mila dollari». Ecco perché Günthardt, tra la Sharapova e, per dire, una tra Tamara Korpatsch e Mona Barthel, ha scelto la prima della lista. «È un evento mediatico» ha confermato Roberta Vinci, peraltro anche lei contraria all’assegnazione di una wild card. L’ultima difesa della Sharapova è del suo agente, Max Eisenbud: «La verità è che molte tenniste non hanno mai letto la sentenza del CAS e i paragrafi 100 e 101. Quindi non hanno alcuna informazione. Ma capisco perché lo fanno: non avere la Sharapova tra i piedi, ora che non ci sono neppure Williams e Kvitova, è una gran bella occasione. Irripetibile, direi. Ma dovranno farsene una ragione. Purtroppo per loro».

Novak ha perso la testa. E solo lui può ritrovarla (Piero Guerrini, Tuttosport)

L’ultima uscita a testa bassa nel tramonto di Montecarlo, dopo 2 ore e 37′ di inutile lotta contro il belga Gofiìn. ll bilancio 2017 illustra: 14 vittorie e 4 sconfitte. Il caso Novak Djokovic rimane aperto e insoluto nonostante l’intervento di dotti, medici e sapienti della racchetta Che, peraltro, cambiano pure opinione. Boris Becker mentre lasciava il suo ruolo di coach dell’ex n. 1 sosteneva: «Negli ultimi tempi non siamo riusciti ad allenarci come avremmo dovuto perché Novak aveva cose più importanti da fare. Ha scelto di passare più tempo con la famiglia, ma i campioni di tennis devono anche saper essere egoisti». Dopo il ko sulla terra del Principato il tedesco ha aggiunto: «Penso che siano cambiate molte cose da quando Novak ha conquistato il Roland Garros 2016. Era il suo sogno: allora scoppia il palloncino e l’aria esce e non torna. Gli avversari se vedono un top player in calo giocano ancora più motivati e con intelligenza. Quando domini per così tanto tempo, prima o poi le cose cambiano. Ha ancora 29 anni e tempo per ritrovare la strada, ma deve farlo presto. Nelle situazioni importanti diventa emotivo e si carica di negatività». C’è un po’ di verità in ogni analisi sul caso Nole. Certo, qualcosa è saltato dal Roland Garros che gli aveva permesso di centrare il career Grand Slam e di detenere tutti i 4 titoli in contemporanea, primo dopo Rod Laver. Il Roland Garros che era diventato un’ossessione dopo quello smash schiacciato in rete contro Nadal. È difficile pigiare un interruttore e ripartire dopo essersi fermati. Il tennis è crudeltà. E l’ex n. 1 ha un avversario che non riesce a odiare. La sua testa. È sicuro che non si disimpara a giocare e a quasi 30 anni non è che il suo fisico da androide sia logoro. Ha già disputato anche partite-maratona in questi primi mesi. Djokovic ci sta provando, senza però trovare la chiave, quasi come non la cercasse. Ha cambiato coach, ha ampliato lo staff che comprende Marian Vajda, Dusan Vemic, il mental coach Pepe Imaz. Ma in campo va lui e non regge più la durezza. E quando appaiono i fantasmi del dubbio non riesce ad allontanarli. Né risponde alla dura domanda (che non ammetterà), “ma chi me lo fa fare?”. Aggiungete che il talento di Novak non è quello infinito di Federer e che la caccia al n. 1 Atp – per sua stessa ammissione – al momento lo stimola il giusto. Dopo le voci di separazione dalla moglie, Novak si è rituffato in famiglia, sta per diventare per la seconda volta papà. Sembra avere altre priorità anche se non lo dice. Ma ammette che la sua vita non è al 100% tennis. E probabilmente Djokovic ha bisogno di essere invece un robot. Può capitare di “sciogliere”. È successo a Borg ancora giovane, ma esasperato e svuotato da un giorno sempre uguale agli altri. Non è nemmeno questione di insuccessi, per quanto intacchino la fiducia. Perché Nole ha lanciato il 2017 conquistando Doha. Djokovic dice di volere giocare a lungo, dunque deve individuare un obiettivo importante. Ritrovare equilibrio. A forza di perdere occasioni forse gli tornerà la voglia di primeggiare. O forse si spegnerà del tutto…………….

Sharapova a Sillenbuch lontana dal clamore. Halep: “È ingiusto aiutare una dopata” (f.co., Gazzetta dello Sport)

I soci che tranquillamente transitavano dalle parti del campo 2 restavano basiti. Beh, abbastanza normale se frequenti il Sillenbuch Spottverein e ti ritrovi davanti Maria Sharapova che si allena. Senza poter mettere piede alla Porsche Arena fino a oggi, Masha e il suo staff hanno dovuto organizzare un piano B per prepararsi nella città tedesca in attesa di iniziare il torneo. La scelta è caduta sulla struttura del tranquillo quartiere residenziale, dove si gioca al coperto e prenotare un’ora al campo costa meno di venti euro. Sharapova è arrivata in Germania venerdì pomeriggio e subito è andata ad allenarsi. Sillenbuch sarà la sua casa fino a questa mattina alle 9.15, quando Maria scenderà in campo sul Centrale della Porsche Arena per il primo allenamento da giocatrice riabilitata. Forse l’atmosfera era molto più tranquilla nella quieta Sillenbuch, dove non c’erano colleghe dal dente avvelenato che gradiscono il ritorno di Maria come lo stridore di unghie su una lavagna. Nessuno, o rneglio, nessuna la vuole. Pochi giorni fa era stato il manager Eisenbud a scagliarsi violentemente contro Radwanska e Wozniacki, contrarie alla wild card per Maria al Roland Garros definendole «dilettanti che non hanno mai vinto un Slam e che sperano nelle disgrazie di Maria per centrarne uno». Ieri invece è stata Kim Clijsters a perorare la causa di Masha: «Ha avuto la sua punizione e credo che per lei sia stato molto difficile rimanere ai margini per tutto questo tempo». L’unica collega in attività a sostenere la vincitrice di cinque Slam è Karolina Pliskova:«Credo sia una grande opportunità averla qui e nei prossimi tornei. Senza Serena è molto importante per il tennis avere una star come Maria». Ma in serata è arrivata la bordata di Simona Halep: «Penso che aiutare e dare risalto a un’atleta che ha fatto uso di doping sia sbagliato, non è un buon esempio……………..


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