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Addio Connecticut Open, le donne cambiano casa

Dopo cinquanta edizioni, lo storico WTA Premier della settimana che precede gli US Open lascerà il suolo statunitense. Un potenziale grattacapo logistico

Last updated: 01/02/2019 12:12
By Raoul Ruberti Published 01/02/2019
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3 Min Read
Connecticup Open (foto via Facebook, @ConnecticupOpen)

La bandiera bielorussa che la scorsa estate festeggiava il primo titolo della carriera di Aryna Sabalenka rimarrà l’ultima ad aver sventolato sui campi del Cullman-Heyman Tennis Center di New Haven, Connecticut. L’edizione 2018 del WTA Premier di fine agosto, cinquantesima dalla fondazione del torneo, è stata anche l’ultima: la licenza è in vendita, come annunciato su Twitter dal giornalista dello SportsBusiness Journal Daniel Kaplan.

Little tennis news coming soon, the New Haven WTA stop is getting sold to an out of country buyer. one more american event gone. so no WTA lead in to the @usopen

— Daniel Kaplan (@KaplanSportsBiz) January 31, 2019

Il Connecticut Open, originariamente noto come U.S. Women’s Hardcourt Championships, non è nuovo a cambi di sede: dal 1948 si è disputato a San Francisco, Berkeley, Salt Lake City, Seattle, La Jolla, Denver, Sacramento, San Antonio, Stratton Mountain e Stone Mountain, fino a trovare la sua ultima collocazione nel 1998. La metà maschile dell’evento, nata nel 1981 come esibizione, era stata già cancellata nove anni fa. Lo shock però stavolta sarà maggiore, poiché è già noto che l’acquirente sarà straniero e che quindi il torneo lascerà il suolo statunitense.

Non si tratta soltanto di un problema per la USTA, i cui eventi da anni vengono rimescolati o cancellati (il caso più recente è quello dell’ATP di Memphis, declassato da 500 a 250 in favore di Rio de Janeiro e a scapito di San Jose nel 2014, per poi venire spostato a Los Angeles lo scorso anno; nel 2017 invece il WTA di Stanford aveva rischiato l’espatrio e si era salvato in extremis con una nuova collocazione proprio a San Jose). Incastrato tra la doppietta Canada-Cincinnati e le due settimane di US Open, il nuovo torneo rischia di essere un incubo logistico.

Se il circuito WTA è solito organizzare ricchi tornei Premier nelle settimane immediatamente precedenti gli Slam, è anche vero che si tratta sempre di tappe dalle quali è comodo raggiungere quelle successive: Sydney dista meno di un’ora e mezza di volo da Melbourne, lo stesso tempo che si impiega in treno per raggiungere Londra da Eastbourne. La soluzione più sensata sembrerebbe quella di Québec City, in Canada. Il capoluogo della provincia francofona ospita peraltro già un torneo WTA di categoria International, in calendario nella settimana che segue gli US Open.

L’ostacolo principale all’upgrade del Tournoi de Québec, sponsorizzato dalla stessa Banque Nationale che sta dietro alla Rogers Cup, è la superficie. Attualmente il torneo si disputa al PEPS, il padiglione polisportivo dell’Université Laval, su tappeto indoor, mentre una collocazione anticipata richiederebbe il passaggio a condizioni di gioco le più simili possibili a quelle degli US Open (e quindi un cemento all’aperto). Oltre a un montepremi più che triplicato, dato che da 250.000$ si passerebbe a oltre 800.000. Scommessa, opportunità o rischio?


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