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Fognini è il nuovo Principe di Montecarlo, 51 anni dopo Pietrangeli

Il ligure supera in due set Dusan Lajovic e diventa il primo italiano a vincere il titolo nel Principato nell'Era Open, il primo Masters 1000 vinto da un italiano

Last updated: 14/06/2019 23:58
By Laura Guidobaldi Published 21/04/2019
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9 Min Read

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Dalla nostra inviata a Montecarlo

L’azzurro tocca il cielo con un dito trionfando sulla terra rossa del Principato. Una prestazione sontuosa di Fabio che, nella settimana monegasca, ha messo in campo un tennis spumeggiante, esplosivo e chirurgico. Lui che viene da un inizio di stagione traballante, al Country Club ritrova il focus necessario per mettere in campo il livello di cui è capace. Un’occasione d’oro che Fabio non si lascia scappare e, a quasi 32 anni (li compirà il prossimo 24 maggio), nella sua prima finale ‘1000’, porta a casa il suo nono trofeo (l’ottavo sulla terra), per ora il più importante in carriera, sconfiggendo il n. 48 del mondo Dusan Lajovic (6-3 6-4 in 1 ora e 38 minuti). Fognini è il secondo tennista più anziano a vincere il suo primo ‘1000’ (il primo è John Isner con la vittoria a Miami nel 2018). L’ultimo italiano a trionfare a Montecarlo era stato Nicola Pietrangeli nel 1968 (anche se non era un torneo Open), dopo aver vinto nel 1961 e 1967 e l’ultimo a imporsi in un torneo più o meno equivalente fu Panatta a Roma nel 1976. In un match di ritmo e intensità, soprattutto all’inizio del primo e del secondo set, Fabio ha saputo gestire bene vento, pressione, tensione ed emozione nella finale del torneo a lui più caro. Già, perché “questo è il vero torneo di casa per me” aveva detto il ligure.
L’azzurro, che a inizio torneo era n. 18 del mondo, da lunedì salirà alla posizione n.12, suo best ranking (per ora) e eguaglia Paolo Bertolucci. Dopo la prestazione perfetta contro Rafa Nadal in semifinale, Fognini impone al serbo il suo tennis esplosivo, disegnando il campo in modo magistrale, con dritto e rovescio che lambiscono le righe e centrano gli angoli. Ma ci sono stati anche parecchi errori (23 per il ligure, 36 per il serbo) figli della tensione e soprattutto delle condizioni difficili dovute al forte vento. Ma, insomma, per l’azzurro è stata una settimana perfetta.
“Io sono io ma vado avanti per la mia strada” aveva detto dopo il successo con Rafa.Questa volta la direzione è davvero quella giusta. Chapeau Fabio.

[13] F. Fognini b. D Lajovic 6-3 6-4

TENNIS CHIRURGICO DI FABIO – I primi colpi di Fognini risuonano decisi e puliti come quelli messi a segno contro Rafa. Primo game di autorità vinto a zero dal ligure che, fin dai primi punti, dimostra di voler prendere il controllo degli scambi. L’avversario però è un muro di gomma, rimanda tutto di là e Fabio comincia a concedere qualcosa di troppo. È Lajovic a rompere il ghiaccio per primo strappandogli il servizio sull’1-1. La reazione di Fognini non si fa attendere; il ligure ha la possibilità di breakkarlo a sua volta; dopo passanti estremi e piroette al volo, il serbo si salva con un recupero impensabile piazzando una controsmorzata millimetrica. Chapeau. Il punto del torneo, applaude anche Flavia Pennetta. Fognini insiste a martellare l’avversario e si procura ancora una palla break. È quella giusta, controbreak e 2-2. L’inizio del match è di grande intensità, con il migliore repertorio da parte di entrambi; l’italiano è mattatore delle variazioni e smorzate, continua a spingere e ora allunga il passo sul 4-2 mentre il serbo, a questo punto, comincia a disunirsi e a commettere i primi gratuiti dolorosi. Sul 4-2, Fabio si procura tre possibilità per prendere il largo; il serbo le annulla. La quarta è una magia dell’azzurro che sale 5-2 con un favoloso passante stretto angolato di rovescio. Si salva a sua volta da un possibile break sul 5-3 per poi procurarsi il primo setpoint. È quello buono e, dopo 44′, con un rovescio lungolinea alla Gilles Simon (ma quello di Fabio è ancora più teso ed esplosivo), va a prendersi il primo parziale per 6-3.

FOGNINI COSTANTE E VINCENTE – Un tennis solido, soprattutto da parte di Fognini che gioca bene quando serve davvero. Lajovic riesce tuttavia a tenergli testa anche se ora gli errori pesano sempre più. Un forte vento continua a soffiare dal mare della baia di Monaco, raffiche che il ligure gestisce senza problemi, tant’è che in apertura di secondo set strappa il servizio a Dusan. Ma questi reagisce con il controbreak per poi salire 2-1. Fabio impatta sul 2-2. Impacciato Lajovic con uno smash sopra la rete, un “calcio di rigore” fallito malamente che consegna un’ulteriore possibilità del 4-2 a Fognini. Continua la corsa di Fabio sul 5-3 e, pur essendo a due punti dal match, inciampa sui fendenti decisi di Lajovic che lo sorprende avvicinandosi sul 4-5. Ma ora il successo è davvero vicino e ci sono tre matchpoint. Il primo sfuma. Ma il secondo, sì, è quello della storia. In un’ora e 38 minuti, Fabio Fognini è il primo italiano a vincere un Masters 1000 (quando vinsero Panatta e Bertolucci non esisteva la categoria dei Masters Series), il secondo italiano a vincere nel Principato dopo il successo di Pietrangeli nel 1961, 1967 e nel 1968. Ma onore anche a Dusan Lajovic che, da outsider, approda alla prima finale in carriera in assoluto. Disputa un torneo coi fiocchi anche se quest’oggi, nonostante l’ottimo tennis messo in campo, commette troppi errori, 36, a fronte dei 16 vincenti. Per Fabio invece un bilancio di 19 winner e 23 gratuiti.

Emozione durante l’inno di Mameli, emozione nella voce durante la cerimonia di premiazione: “Io sono nato qui vicino e vincere questo torneo per me è starordinario. È incredibile. Grazie al mio team. Quest’anno abbiamo iniziato abbstanza male, ma poi ad aprile abbiamo vinto un bel torneino (ride). Grazie ad Arma, agli amici. A Flavia, che mi supporta e mi sopporta” . Ora si può festeggiare anche la Pasqua, particolarmente dolce quest’anno; e poi un regalo speciale alla mamma: “La vittoria la voglio dedicare soprattutto a mia madre che domani compie gli anni. Questa coppa è per lei”.
[

I trionfi italiani nell’Era Open

  • 1971 – A.Panatta (Senigallia)
  • 1973 – A.Panatta (Bournemouth)
  • 1974 – A.Panatta (Firenze)
  • 1975 – A.Panatta (Kitzbuhel, Stoccolma), Bertolucci (Firenze)
  • 1976 – Bertolucci (Barcellona, Firenze), A. Panatta (Roma, Roland Garros), Zugarelli (Bastad), Barazzutti (Nizza)
  • 1977 – Barazzutti (Bastad, Parigi indoor, Charlotte), Bertolucci (Firenze, Amburgo, Berlino), A.Panatta (Houston)
  • 1978 – A.Panatta (Tokyo)
  • 1980 – A.Panatta (Firenze), Barazzutti (Cairo)
  • 1981 – Ocleppo (Linz)
  • 1984 – Cancellotti (Firenze, Palermo)
  • 1985 – C.Panatta (Bari)
  • 1986 – Cane’ (Bordeaux), Colombo (S.Vincent)
  • 1987 – Pistolesi (Bari)
  • 1988 – Narducci (Firenze)
  • 1989 – Cane’ (Bastad)
  • 1991 – Camporese (Rotterdam), Cane’ (Bologna), Pozzi (Brisbane)
  • 1992 – Camporese (Milano), Pescosolido (Scottsdale)
  • 1993 – Pescosolido (Tel Aviv)
  • 1994 – Furlan (San Jose’, Casablanca)
  • 1998 – Gaudenzi (Casablanca)
  • 2001 – Gaudenzi (St. Polten, Bastad)
  • 2002 – Sanguinetti (Milano, Delray Beach)
  • 2004 – Volandri (St. Polten)
  • 2006 – Bracciali (Casablanca), Volandri (Palermo)
  • 2011 – Seppi (Eastbourne)
  • 2012 – Seppi (Belgrado, Mosca)
  • 2013 – Fognini (Stoccarda, Amburgo)
  • 2014 – Fognini (Vina del Mar)
  • 2016 – Lorenzi (Kitzbuhel), Fognini (Umago)
  • 2017 – Fognini (Gstaad)
  • 2018 – Fognini (San Paolo, Bastad, Los Cabos), Cecchinato (Budapest, Umago) Berrettini (Gstaad)
  • 2019 – Cecchinato (Buenos Aires), Fognini (MONTECARLO)


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