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ATPAustralian Open

Australian Open: Djokovic è uno schiacciasassi, ora c’è Raonic

Il campione serbo regola in tre set Schwartzman. Nei suoi 11esimi quarti di finale a Melbourne affronterà il big server canadese che non ha lasciato scampo a Cilic. Nei nove scontri diretti Nole ha sempre vinto

Last updated: 28/01/2020 8:28
By Valerio Vignoli Published 26/01/2020
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7 Min Read
Novak Djokovic - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

Che il piccolo Diego Schwartzman avesse poche armi a disposizione per impensierire Novak Djokovic era abbastanza chiaro a tutti. Il suo gioco solido ma leggero, privo di particolari rotazioni e variazioni di ritmo, è perfetto per mettere in palla il fenomeno serbo. I quattro precedenti tutti vinti da Nole, e sempre abbastanza nettamente, erano lì a dimostrarlo. E questi ottavi dell’Australian Open hanno seguito lo stesso copione con Nole che si è imposto con il punteggio di 6-3 6-4 6-4 in due ore di gioco. Un match senza particolari scossoni in cui il n.2 del mondo è praticamente sempre stato in vantaggio, dall’inizio alla fine. Nei suoi undicesimi quarti di finale a Melbourne, affronterà il redivivo Milos Raonic. Il bombardiere canadese, anche lui particolarmente a suo agio nel primo Slam della stagione, ha piegato con lo score di 6-4 6-3 7-5 Marin Cilic, finalista del torneo nel 2018, il quale forse ha pagato le scorie delle faticose vittorie su Benoit Paire prima e Roberto Bautista Agut poi. 

DJOKOVIC-SCHWARTZMAN – Primo set particolarmente scorrevole, con nessuno dei due giocatori nemmeno in grado di avvicinarsi a vincere il turno di risposta. Finché nel nono gioco il fenomeno balcanico piazza la zampata vincente portandosi a servire per il set. Game a 30 e primo set in archivio. Prevedibilmente, Djokovic parte fortissimo anche nel secondo parziale, per mettere definitivamente l’incontro sui suoi binari: prima un break poi un altro ed è 3 a 0. Un piccolo passaggio a vuoto aiuta Schwartzman a dimezzare lo svantaggio. Ma l’argentino non è evidentemente in grado di raddrizzare il match. Il break decisivo nel terzo parziale arriva sul 3 a 2 per Djokovic. El Peque prova a reagire immediatamente ma non c’è nulla da fare. Djokovic ha il pilota automatico. 75 per cento di punti con la prima per lui e 38 vincenti a fronte di 31 errori. Una prestazione solida da ogni punto di vista. 

We're not D-joking 🃏@DjokerNole advances to the final 🎱for the 11th time, def. Diego Schwartzman 6-3 6-4 6-4.

Milos Raonic awaits.#AO2020 | #AusOpen pic.twitter.com/e4mcMrUMJG

— #AusOpen (@AustralianOpen) January 26, 2020

RAONIC-CILIC – Nessun tie-break nel match tra questi due portentosi battitori, ed è già una notizia di per sé. Ma anche i break non è che siano stati tanti. Giusto tre, uno per parziale, e tutti in favore di Raonic. Nel primo set, il canadese, dopo aver annullato un paio di palle break nel sesto gioco, coglie nel nono, ottiene tre palle break in risposta sul 5 a 4 e va a capitalizzare la seconda. Nel secondo parziale Cilic si fa breakkare subito e non riesce più a tornare in scia. Il croato avrebbe l’occasione di riaprire la contesa quando sempre sul 5 a 4 nel terzo set si procura due set point in ribattuta. Il canadese è però una macchina al servizio e scaglia due ace consecutivi. Scampato il pericolo, il 29enne di origine montenegrina va poi a chiudere l’incontro. A fare la differenza in risposta (30 per cento di punti vinti contro 23) e la capacità di giocare bene i punti decisivi. Ma chissà che se Cilic avesse avuto due turni meno in precedenza pesanti (3 ore e mezza in campo con Paire, oltre 4 contro Bautista Agut), l’esito dell’incontro non sarebbe stato diverso. 

Per Raonic si tratta della quinta volta ai quarti agli Australian Open, lo Slam in cui ha avuto i risultati migliori (finale di Wimbledon a parte) nella sua carriera fortemente condizionata dagli infortuni. E la sua spiegazione dei buoni risultati che ottiene a Melbourne è curiosa. “Dipende anche dal fatto che non c’è nulla nell’immediato futuro quando sono in off-season. Nessun torneo che sono nervoso di saltare oppure quale partecipo senza essere pronto. Ci sono alcune settimane in cui mi posso concentrare sull’allenamento e non ho nulla di cui preoccuparmi. E questo mi aiuta trovare continuità”, ha dichiarato il canadese, attualmente n.35 del mondo. 

Milos Raonic – Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)

Contro Djokovic si va a prefigurare uno scontro tra un grande ribattitore, ovvero Djokovic, e un grande battitore, ovvero Raonic. Ma sono i più grandi nelle rispettive categorie? Raonic in maniera diplomatica mette il fuoriclasse balcanico alla pari di Nadal. “Penso che Rafa sia quasi altrettanto bravo. Ma è diverso il modo in cui rispondono. Rafa cerca di mettere in campo più risposte possibili ma hai una possibilità di chiudere il punto col colpo successivo. Novak ti risponde spesso profondo al centro e ti toglie l’angolo. Inoltre, sta più vicino al campo, lasciandoti meno tempo per organizzare il colpo dopo”, sostiene il canadese. Secondo Nole invece Raonic non è il miglior servitore del tour ma rispetto ad altri big server è più completo. “Penso che si possa leggere meglio il suo servizio rispetto a quelli di Isner e Karlovic. È una questione di lancio della palla, di tecnica. Ma rispetto a loro, quando si entra nel gioco, Raonic si muove molto meglio”.

Nei nove precedenti scontri diretti, uno proprio nei quarti dell’Australian Open edizione 2015, Nole è riuscito a neutralizzare alla perfezione il cannone di Raonic e ad imporsi. Due soli i set persi dal serbo, a Roma nel lontano 2014 e a Cincinnati nel 2018. Non ci dovrebbe essere molta storia nemmeno in questa occasione. E magari un altro successo aiuterà a convincere Stefan che vale la pena fare il tifo per papà. 

Surely, there's only one answer to this 🤷‍♂️@DjokerNole still working on convincing son Stefan that dad is his favourite tennis player 😂#AO2020 | #AusOpen pic.twitter.com/MgYDknAKfm

— #AusOpen (@AustralianOpen) January 26, 2020

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TAGGED:Australian Open 2020milos raonicNovak Djokovic
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