Roland Garros interviste, Djokovic: "Spero che tra le donne vincano Ana o Yelena"

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Roland Garros interviste, Djokovic: “Spero che tra le donne vincano Ana o Yelena”

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ROLAND GARROS INTERVISTE– Incontro di secondo turno. N. Djokovic b. J. Chardy 6-1, 6-4, 6-2.

L’intervista del dopo partita.

Come ti sentivi oggi? Quali sono le tue sensazioni sul match?

Beh, oggi le condizioni sono cambiate dall’inizio alla fine della partita. Quindi è stato un altro match in cui sono dovuto restare concentrato mentalmente, constante e senza troppi alti e bassi. Sapevo che avrebbe cercato di crearsi delle opportunità con il dritto. Ma io ho cercato sempre di fargli giocare un colpo in più, e credo di averlo forzato a commettere qualche errore, cosa che mi ha aiutato a vincere in tre set.

Avendo visto perdere molti favoriti in entrambe le parti, sia nel tabellone maschile che in quello femminile, questo porta ad una maggiore attenzione su quelli che sono rimasti?

Beh, sappiamo tutti che in uno Slam i giocatori che hanno un ranking più basso hanno sempre molte motivazioni quando giocano contro i migliori e quando riescono a vincere contro i top player in un grande stadio. Ho visto che anche Serena ha perso. Quindi è sicuramente una grossa sorpresa vedere i grandi favoriti uscire prima. Ma, lo ripeto, non bisogna mai sottovalutare l’avversario in uno Slam, perché sono gli eventi più importanti di questo sport, ed è dove tutti i tennisti vogliono giocare al meglio ed è anche dove riescono a trovare una maggiore forza ed ispirazione per giocare al meglio.

Quando Wawrinka ha perso, ha detto che all’improvviso era diventato tutto troppo per lui, la pressione, le aspettative, e che noi non riusciamo a comprendere quanto sia difficile per te, Roger e Rafa, fare questo settimana dopo settimana. Puoi dirci qualcosa su questo?

Beh, credo faccia parte dello sport. È parte di ciò che facciamo. Posso parlare per me stesso e posso dire che ho sempre avuto delle ambizioni molto elevate in termini di risultati e di obiettivi. E con questo arrivano anche molte responsabilità, molto lavoro duro, è quello che hai bisogno di fare e cosa devi diventare per avere delle opportunità di successo. Quindi capisco quello che sta attraversando Wawrinka. Nel 2008 quando ho vinto il mio primo Slam, ero consapevole di quello che sarebbe arrivato dopo. È la prima volta che arrivi ad affrontare le pressioni e le aspettative di essere il favorito in uno Slam. Credo sia una nuova esperienza, ed è qualcosa che sarà con lui per il resto della sua carriera perché adesso è un vincitore di uno Slam e arriverà come favorito in molti altri eventi che giocherà. È qualcosa di nuovo. È una nuova dimensione dal punto di vista mentale, ma fa parte dello sport.

Parlando del 2008, ricordi le sensazioni dopo aver vinto il tuo primo Major? Qual è stato il problema più grande?

Beh, credo di riuscire ad identificarmi con Stan. Quello che ha detto lui è che dal punto di vista mentale, le aspettative e le pressioni improvvisamente si spostano su di te. Prima di questo non avevi così tante pressioni o andavi semplicemente in campo per giocare a tennis e per cercare di superare le partite e non pensavi molto a quello che c’era fuori dal campo. E all’improvviso devi iniziare a pensare a tutt’altro. I media, grazie a voi ragazzi, noi ci sentiamo sempre di più in uno Slam (ride). Ma come ho detto sono cose che fanno parte dello sport, di quello che facciamo. Credo che con i grandi successi arrivano grandi responsabilità. E fa tutto parte della crescita, parte dello sviluppo. Credo che alla fine sia una grande lezione. Negli anni ho capito che la pressione è un privilegio, perché significa che stai facendo qualcosa che ha valore. Ho sempre sognato di arrivare in alto e di competere per i grandi titoli. E quindi sono fortunato nella mia vita di poter sentire la pressione. Significa che sono in alto, che sto giocando a grandi livelli.

Dato che sei un esperto di tennis, se ti chiedessi di scegliere la favorita per la vittoria nel femminile, dato che le prime due teste di serie sono uscite, chi sceglieresti?

Fra le donne? Mi piacerebbe vincesse una tennista serba, Ana o Jelena. Ma comunque il cammino è lungo. Siamo solo all’inizio. Come successiva testa di serie, Sharapova è probabilmente la favorita per la vittoria perché ha già vinto questo torneo in passato e ha giocato delle finali. Credo sia in ottima forma. Ana sta giocando davvero bene. Ma chi può dirlo? L’esperienza di aver già vinto qui in passato può aiutare mentalmente. Ora che vedi che le prime due teste di serie sono uscite, questo può darti quella spinta in più di cui hai bisogno.

Ho una domanda che non riguarda il gioco. Sto scrivendo un articolo sui dei top player, non so circa 30 tennisti, che non vivono nei loro paesi. In genere è per motivi di allenamento e qualcuno ha detto anche per questione di tasse. Mi chiedevo, quando tu hai preso questa decisione, qual è stata la ragione fondamentale, quale il vantaggio?

Montecarlo è un posto dove vivono molti atleti e molti tennisti negli ultimi due decenni. La prima volta che sono arrivati lì era per le qualificazioni del torneo quando avevo 17 anni, e dopo ho iniziato a passare un po’ di tempo perché il mio coach vive li, anche il mio ex allenatore Riccardo Piatti ci vive, adesso lavora con Raonic, ma ho lavorato con lui per un anno. L’ho usata come base dall’allenamento. A quei tempi vivevo ancora in Serbia. E poi sai il posto mi è piaciuto per molti motivi. Il più importante è che quello è il mio luogo in cui posso dedicarmi al mio tempo libero e concentrarmi sul tennis. Mi piace molto. In questo momento della mia vita è una cosa a cui do molto valore.

La partita di prossimo turno contro Cilic potrebbe essere il primo vero test del torneo?

Credo che anche quello di oggi sia stato un test. Jeremy ha avuto un paio di settimane molto buone. Ma sono riuscito a giocare un buon tennis e sento già di star migliorando, di fare dei progressi durante il torneo. Ovviamente dovrò fare ancora meglio contro Marin. Da quando ha iniziato a lavorare con Ivanisevic sta giocando davvero, davvero bene. Ha avuto degli infortuni e non ha potuto giocare per un paio di mesi e poi ha iniziato a lavorare con Goran, che ha fatto funzionare il suo servizio ancora meglio, credo. Può giocare in modo davvero aggressivo. Sente bene la palla, può essere pericoloso. Non so su che campo giocheremo, ma anche le condizioni del tempo potrebbero influire sulla partita.

Cosa pensi della terra di questo torneo rispetto agli altri? Quanto sporca i calzini, le scarpe e in generale tutto il corpo?

Beh, per fortuna dove alloggio c’è una lavatrice, quindi mi lavo i calzini ogni giorno (ride). Non importa quindi quanto sporca. Questi sono i campi in terra migliori del mondo, senza alcun dubbio. Il Roland Garros ha sempre avuto questa tradizione e storia dei migliori campi e della migliore superficie. E poi, quest’anno il tempo non è stato molto buono, c’è stata molta pioggia, e rende tutto più difficile, per le persone che lavorano ai campi. Ma nonostante questo penso siano i campi migliori.

 

 

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