Australian Open, la quarantena secondo Bautista Agut: "Come una prigione ma con il Wi-Fi"

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Australian Open, la quarantena secondo Bautista Agut: “Come una prigione ma con il Wi-Fi”

Il numero 13 del mondo è molto critico sulle severe condizioni di quarantena alle quali è sottoposto a Melbourne

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Roberto Bautista Agut - Finali Coppa Davis 2019 (photo by Diego Souto / Kosmos Tennis)
 

Per una volta anche chi non possiede il talento di un tennista professionista può mettersi nei suoi panni e sapere perfettamente cosa sta vivendo. Quasi tutta Europa lo scorso anno si è trovata sotto il regime di quarantena per diversi mesi e adesso oltre 70 tennisti sono tornati a vivere in queste condizioni: chiusi per 14 giorni in una stanza d’albergo. Situazioni così spiacevoli però vengono dimenticate facilmente e dunque quando ci si ritrova di nuovo immersi è facile sfociare nella frustrazione, anche per persone spesso pacate e mai sopra le righe come Roberto Bautista Agut. Il tennista spagnolo ha parlato a Israeli news channel in maniera molto critica circa l’attuale situazione, e quando l’intervistatore ha ammesso che la sua condizione ricorda quella di una prigione, Bautista ha confermato: “È la stessa cosa, ma con il Wi-Fi”.

Vani sono stati i tentativi del n. 1 del mondo Novak Djokovic di allentare la rigidità dell’isolamento, respinti con un secco diniego da parte del governo dello Stato di Victoria. E proprio loro sono i primi a ricevere gli attacchi del n. 13 del mondo. “Queste persone non hanno idea di come funziona il tennis e dei campi di allenamento, ed è un completo disastro. A controllare tutto non c’è Tennis Australia, ma il governo“. Nei giorni scorsi molti suoi colleghi si sono ingegnati su come far fruttare queste due settimane chiusi in stanza in isolamento senza perdere il ritmo degli allenamenti, e anche Bautista ammette che qualcosa si può pur fare. “Puoi lavorare nella stanza ma non è la stessa cosa. Mi sento molto, molto stretto e non riesco a immaginare di restare due settimane così. È davvero difficile. Dovrò lavorare molto mentalmente”.

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