L'impresa di Stefanos Tsitsipas su Nadal (Scanagatta, Crivelli, Mastroluca, Azzolini, Semeraro)

Rassegna stampa

L’impresa di Stefanos Tsitsipas su Nadal (Scanagatta, Crivelli, Mastroluca, Azzolini, Semeraro)

La rassegna stampa di giovedì 18 febbraio 2021

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Nadal, pianto greco: fuori dall’Open (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

Tutto ci si poteva attendere salvo che Rafa Nadal, in vantaggio 63 62 sul ventiduenne Stefanos Tsitsipas cadesse così fragorosamente (36 26 76 64 75) dopo 4h e 5m di grande lotta. In vantaggio 2 set a zero, Nadal aveva perso solo da Federer 16 anni fa e da Fognini all’Us Open 2015. Ora Nadal e Federer restano con 20 Slam vinti ciascuno. Djokovic a 17 incalza. Due anni fa, nella semifinale dell’Australian Open, Rafa aveva dato una severa lezione (62 64 60), al ragazzo greco che pure aveva appena messo k.o. Federer. Per due ore Nadal ha dominato il greco martellando – sia con il servizio ad uscire nei punti dispari sia con i “topponi” uncinati di dritto – il rovescio a una mano di Tsitsipas. Tsitsipas era così in difficoltà sulla risposta da non conquistare nei primi 3 set neanche una palla break. Nel terzo set ha subito una striscia negativa di 26 punti di fila con Nadal al servizio. Però nella terza frazione i due sono approdati al tiebreak. E lì Nadal ha regalato 3 punti a Tsitsipas: un dritto gratuito, due smash semplici per lui. Così Tsitsipas ha vinto quel tiebreak 7 punti a 4. Rinfrancato, l’ateniese ha preso a dominare gli scambi. Nadal (vuoi per i quasi 35 anni o per gli allenamenti meno intensi causati dai 14 giorni di quarantena) ha mostrato di accusare la fatica. A metà del quarto set ha subito il primo break e si è ritrovato al quinto. Fino al 5 pari ha sofferto ma retto. Ma lì ha perso il servizio, a zero! E sul 5-6 non gli è bastato annullare due matchpoint e conquistare una palla per il 6 pari. L’orgoglioso maiorchino ha negato d’aver perso per stanchezza, però durante la conferenza stampa eccolo preda dei crampi. Un breve stop ed è tornato. Un sorriso e: «Beh, forse non ero tanto ben preparato!». Sarà così Tsitsipas ad affrontare Medvedev (1-6 i precedenti assai preoccupanti per il greco) dopo che il russo ha surclassato per la quinta volta su cinque l’amico e connazionale Rublev (75 63 62).

Attacco al re (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

E se il futuro fosse adesso? Il tempo scorre inesorabilmente per tutti, e i monumenti mostrano i primi scricchiolii. Ma in uno Slam, togliere il piacere del trionfo alla Trimurti DjokovicNadal-Federer (quando ritornerà) rimane un’impresa sovrumana. Li chiamavano quelli della Next Gen, però ormai è un titolo che sminuisce, perché Tsitsipas e Medvedev hanno già mostrato di possedere le qualità e il coraggio per assaltare il trono, vincendo ad esempio le ultime due edizioni delle Atp Finals. Resta però l’ultimo bastione da assediare, i quattro Major. L’Australia può essere la culla della possibile rivoluzione: Tsitsi e l’Orso russo si sfideranno in semifinale per garantirsi almeno una camera con vista privilegiata sul sogno del successo che ti cambia la vita. Il trionfo nei quarti contro Nadal certifica comunque la nuova maturità di Tsitsipas e la sua candidatura al consesso più elevato. Tenuto lontano dalla riga di fondo dalle sassate di Rafa, sollecitato sul rovescio dai ritmi troppo alti del satanasso maiorchino, l’apollo greco si ritrova sotto di due set e a combattere una battaglia apparentemente impossibile: nei Major, quando si è ritrovato sopra 2-0, il mancino di Manacor ha un record di 223 vittorie e una sconfitta, con Fognini agli Us Open 2015. Ma nel tie break del terzo set accade quello che non ti aspetteresti mai: avanti di un mini break, Nadal infila quattro gratuiti, tra cui un sanguinoso smash, che resuscitano Tsitsi e allungano la disfida, cambiandone il corso. Meno stabile sulle gambe, con una velocità di palla meno penetrante, Rafa si offre all’imperiosa risalita di Stefanos, capace di aggredire con il rovescio, di martellare con il servizio e di pizzicare con il lungolinea di dritto il lato più scoperto dell’avversario. E così, il figlio di Apostolos assapora la rivincita della semifinale di Melbourne del 2019, quando pensava di essere già nel gotha dopo la vittoria contro Federer e invece venne portato a lezione: «Sono senza parole, non so come fare a descrivere quello che è successo sul campo. È veramente una bella cosa avere la consapevolezza di poter dire la mia ad alto livello. Non so proprio cosa sia successo dopo il terzo set, ho semplicemente cominciato a volare come un uccellino. Finalmente riesco a controllare i nervi». L’altro semifinalista è Daniil Medvedev, il giocatore più caldo del circuito, salito a 19 vittorie consecutive (5 a Bercy, 5 alle Finals, 4 all’Atp Cup e 5 nel torneo). Lui a certi palcoscenici è già abituato, poiché nel palmarès vanta la finale degli Us Open 2019 persa contro Nadal, ma la solidità e le letture tattiche mostrate negli ultimi tre mesi lasciano immaginare che il grande salto sia vicino: «Cosa si prova a vivere una striscia vincente così lunga? Ad essere onesto è una gran bella sensazione. In questo sport non c’è cosa migliore della vittoria, e riuscire a mantenere questo stato di forma così a lungo è eccezionale. Spero di prolungarlo per almeno altri due match».

Tsitsipas ribalta Nadal. Cinque set nella storia (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Ha firmato l’impresa con il suo colpo simbolo, il rovescio lungolinea. È corso ad abbracciare suo padre, artefice e testimone della storia. Il giorno di gloria di Stefanos Tsitsipas è arrivato. Il greco ha rimontato due set di svantaggio a Rafa Nadal. «Non ho parole per descrivere quel che è successo. Dal terzo set in poi in campo volavo e mi riusciva tutto» ha detto nell’intervista a caldo. Tsitspas ha chiuso 3-6, 2-6, 7-6(4), 6-4, 7-5 con 49 vincenti, 38 gratuiti, 17 ace e una continuità che spesso gli era mancata, portandolo a una lista di “quasi vittorie” d’autore come quella contro Novak Djokovic al Roland Garros. Il serbo lo ringrazia. Con la sconfitta di Nadal, infatti, è sicuro di rimanere numero 1 del mondo fino all’8 marzo e battere il record di Roger Federer per settimane in vetta al ranking. Nella semifinale degli sfidanti per la gloria, Tsitsipas affronterà Daniil Medvedev, razionale quanto indecifrabile, con cui ha vinto solo l’ultimo dei sei confronti diretti. In una giornata di caldo estremo, il russo ha sconfitto ancora l’amico Andrey Rublev uscito dal campo come un pugile suonato dal ring. Chi vince dovrebbe incontrare Djokovic, a meno che il debuttante Aslan Karatsev non continui il torneo della vita. «Ho cercato di restare calmo, come in alcune occasioni in passato non ero riuscito a fare. Ho tenuto tutto dentro e sono molto felice dell’atteggiamento che ho mostrato» ha spiegato Tsitsipas. La tenuta mentale, e una maggiore resistenza atletica, hanno fatto la differenza nella seconda metà della partita. il match era iniziato sotto ben altri presupposti. Nadal ha commesso cinque errori gratuiti in ciascuno dei primi due set e nel terzo ha perso appena un punto su 25 al servizio fino al tie-break Qui il quarto di finale prende una direzione inattesa. Nadal stecca due smash, uno al volo e uno a rimbalzo, nei primi sei punti. Concentra cinque gratuiti nel solo tie-break e perde il primo set in uno Slam dopo averne vinti 35 di fila. «Non credo che la partita mi sia sfuggita di mano lì – ha commentato dopo la partita – anche se ho sbagliato qualche colpo che non ti puoi permettere di sbagliare se vuoi vincere». Nadal perde campo e incisività, sia negli scambi brevi sia soprattutto in quelli più lunghi. La calma di Tsitsipas è un fattore, la stanchezza più evidente di Nadal anche. «Dopo il secondo set, non potevo sentirmi frustrato perché in fondo mi ero messo in quella situazione – ha detto Tsitsipas in conferenza stampa – Dovevo capire cosa non andava e cercare di porre rimedio. Mi sentivo comunque sereno, forse anche l’assenza di pubblico mi ha aiutato. Non mi aspettavo troppo da me stesso ma nemmeno troppo poco. Penso che mi faccia bene, è un segno di maturità e di forza». […] «Stefanos ha giocato meglio di me nei momenti decisivi e ha alzato il suo livello dopo il secondo set – ha detto Nadal – Ora devo lavorare per migliorare e crearmi nuove opportunità». Una lezione da mandare a memoria per i campioni di domani.

Tsitsipas, il mondo nuovo (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Era l’ultimo promontorio da superare, il più pericoloso. Capo Rafa. Stefanos Tsitsipas, capelli incolti e un filo di barba, l’aria da giovane mozzo l’ha sempre avuta, forse per via dei natali greci. A Capo Rafa succede di dannarsi l’anima per avanzare di un metro, e scoprire di essere fermi, se non addirittura sballottati all’indietro e sempre più lontani dalla meta. «Io non perdo, imparo», diceva Nelson Mandela. È il motto di Matteo Berrettini, buon amico di Tsitsipas. Forse gliel’ha “girato” lui, e Tsitsi l’ha fatto proprio. Oppure, chissà, Stefanos ha semplicemente imparato a non ascoltare i richiami di Nadal, i dubbi infiniti e quell’avvilente senso di insufficienza che lo spagnolo evoca quando ti gioca contro. Per una volta non ha avvertito la pressione, e ha ribaltato un quarto di finale finendo per comandare lui i momenti caldi della sfida. Si dice che il tennis sia un gioco della mente. Per metà, quanto meno. Forse di più. Per questo la vittoria di Tsitsipas su Nadal, ottenuta con una bruciante ripartenza da due set sotto e dopo 4 ore e 5 minuti di cruenti pallate, appare talmente incredibile da accreditarle un che di futuribile, e proporla come un momento di svolta. Non solo Tsitsi ha rimontato, ma ha annullato le resistenze del campione spagnolo, una a una, fino a un ultimo game nel quale Rafa, nonostante tutto, ha avuto una palla break per riaprire la contesa. Stefanos prende il posto di Rafa nella semifinale contro Daniil Medvedev. E’ la sfida giovane fra il russo e il semi russo, e può davvero cambiare le sorti del nostro sport. «Non chiedetemi che cosa pensavo. In realtà, non pensavo. Godevo. Cioè, mi godevo il momento. Tutto sembrava logico, chiaro. Sapevo che cosa fare, mi veniva spontaneo farlo. Ero nel mio Nirvana, e stavo benissimo. Nadal ti obbliga a lavorare duramente. Sono molto orgoglioso di avergli resistito fino a capovolgere il match. Forse, è davvero una di quelle prove che mi cambieranno la vita. Chissà». Cinque set  alla pari, o quasi. I primi due dominati da Rafa, ma con strascichi imprevedibili sul resto del confronto. Nel terzo, quando è apparso chiaro che Tsitsipas non avrebbe mollato di un centimetro, è stato lo spagnolo ad accusare il colpo. Le gambe si sono come indurite e hanno smesso di recapitarlo ovunque andasse la pallina. Stefanos ha cominciato a sbagliare meno, ha riconquistato quei centimetri che avevano fin lì offerto a Nadal il dominio del campo e del gioco. Il tie-break è parso una conseguenza, Stefanos si è staccato sul 4-3 per chiudere 7-4. «Quarto e quinto li ha giocati meglio lui», ammette Rafa. «Sul finire dell’ultimo set ho avuto una possibilità di riagganciarlo, ma gli errori più orribili li avevo commessi prima, e sapevo di non avere grandi possibilità. Ho avuto le mie occasioni nel tie break del terzo e le ho sprecate. Lì mi sono giocato la semifinale. Ma il tennis è così. L’unica cosa che posso fare è cercare di essere migliore la prossima volta».

Nadal finisce con i crampi. Tsitsipas mette le ali e centra la semifinale (Stefano Semeraro, La Stampa)

Stefanos Tsitsipas ha messo le ali. «Dal terzo set in poi mi sono sentito come un uccellino». Non sono le api e le farfalle di Ali prima di affrontare Foreman, ma comunque leggerezza, sollievo, liberazione. E decollo: verso la sua terza semifinale in uno Slam, dopo quelle di Melbourne 2019 e Parigi 2020, che giocherà domani contro il russo Daniil Medvedev. A ottobre, dopo aver rimontato due set a Djokovic Stefanos aveva fatto crac. Ieri, indietro di due contro Nadal, ha staccato l’ombra da terra. Ha portato a casa il quarto degli Australian Open, spuntandola al quinto set (3-6 2-6 7-6 6-4 7-5) dopo 4 ore di lotta. Tsitsipas, 22 anni contro i 34 di Rafa, oltre che il presente è il futuro. Nadal per una volta ha fallito il morso definitivo. Due smash ciccati nel tie-break del terzo set – e Rafa gli smash non li sbaglia mai… – il match che si allunga e Tsitsipas che esce dalla gabbia e inizia a giocare come Zeus comanda. Migliorando al servizio (17 ace) e in risposta, picchiando un vincente dopo l’altro (27 negli ultimi due set) costringendo all’errore un Rafa sempre meno tonico. «Ho mantenuto i nervi saldi nei momenti che contavano: non mi è capitato sempre in passato», dice Tsitsi. «Bello che sia successo su questo campo, intitolato a Rod Laver, che mi regala sempre emozioni extra». Rafa, inciampato in conferenza stampa, ha rischiato il bis del 2011, quando finì sotto il tavolo. «Ho perso contro uno dei migliori. E il mal di schiena non c’entra».

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