A voi Musetti e Sinner la meglio gioventù (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)
Al martello di suo padre, che lavora in una cava di marmo a Carrara, Lorenzo Musetti ha preferito un’altra musica. II suono di una pallina da tennis, ha detto, “e il più bello del mondo».
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Per la sua prima volta nel tabellone principale del Roland Garros vuole fare le cose in grande. Non ha nessuna intenzione di starsene zitto e buono, dunque. Ma se i Maneskin hanno fatto arrabbiare i francesi all’Eurovision Song Contest, un po’ lo faceva Banali nella canzone di Paolo Conte, Musetti sa essere più inclusivo. Già si vedono i primi paragoni, a Parigi, con Richard Gasquet per l’armonia del rovescio a una mano.
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MUSETTI SI PREPARA. Musetti piace, e certo non gli dispiace, ma nemmeno se ne compiace troppo. Si diverte con Fabio Fognini, con cui spesso si allenano insieme. Musetti e Fognini – che ieri ha iniziato il suo Roland Garros battendo facilmente il qualificato francese Gregoire Barnère – suonano un’altra musica. Sono i frontman di un’Italia che si sta prendendo a suon di risultati e piazzamenti il centro della scena nel tennis mondiale al maschile. II teenager di Carrara, sotto sotto spera di ripetere, pur con uno stile diverso, il percorso di Jannik Sinnet Gli indizi ci sono, e forse sono più di una coincidenza. A Parigi, in questi giorni, si è allenato con Rafa Nadal, che aveva scelto l’altoatesino come suo partner d’allenamento esclusivo nelle due settimane di quarantena obbligatoria in Australia. II maiorchino l’ha studiato bene, l’ha sconfitto a Roma e potrebbe incontrarlo di nuovo negli ottavi a Parigi. Al primo turno, Musetti affronterà il belga David Goffin, primo avversario l’anno scorso di Sinner;
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SINNER SFIDA HERBERT. L’altoatesino, che alloggia in un altro hotel rispetto al canarino, quello riservato ai primi 70 del mondo, aprirà il programma di giornata sul Suzanne Lenglen contro Pierre-Hugues Herbert La sfida contro il francese elegante, ottimo doppista ma piuttosto leggero come singolarista, può offrire le prime risposte e cancellare dagli occhi dei tifosi la delusione per l’inattesa sconfitta a Lione contro Arthur Rinderknech.
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PECCATO GIANNESSI. Anche Alessandro Giannessi, che si è formato al Circolo Tennis Spezia come Musetti, potrà trarre molto di positivo dal suo esordio a Parigi. Ieri, nel giorno del suo trentunesimo compleanno, ha sfiorato la vittoria contro l’ex “top 10 Kei Nishikori. L’ha costretto al quinto set, il secondo giocato dall’azzurro in carriera, e ha preso anche un break di vantaggio nel parziale decisivo. Ma non è bastato per invertire il pronostico. DEBUTTA FEDERER. Oggi, nella giornata dell’esordio dei due giovani azzurri, debutta anche chi giovane lo è solo di spirito, il quasi quarantenne Roger Federec Battuto a Ginevra da Pablo Andujar, che ieri ha eliminato un Dominic Thiem sbiadito rimontando due set di svantaggio, Federer scende in campo contro l’uzbeko Denis Istomin con cui non ha mai perso in carriera
Sul pianeta rosso (Riccardo crivelli, Gazzetta dello Sport)
Tu pensa al tennis tra dieci anni: magari ci saranno tante bandierine tricolori piantate sulle vette più alte e nobili, quelle degli Slam. Un’onda d’urto azzurra capace di cambiare la storia e gli albi d’oro, un sommovimento inarrestabile di cui si avvertono i primi scossoni non soltanto perché abbiamo 11 giocatori iscritti al Roland Garros, ma perché non ci spaventa più che nove di loro siano dalla stessa parte di Nadal, Djokovic e Federer, un sorteggio che fino a un paio di stagioni fa ci avrebbe fatto versare lacrime amare. Del resto perfino Fognini, in fondo il padre putativo della nuova generazione dorata, non vede l’ora di mettersi comodo, quando sarà, e godersi lo spettacolo: «Con i ragazzi che abbiamo adesso, per il prossimo decennio il divertimento è assicurato». Intanto, per non soffrire di nostalgia precoce, Fabio, 27 del seeding, onora il primo turno del suo 14° Roland Garros in carriera con un successo in discesa sulla wild card francese Barrere
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Se passerà oltre l’ostacolo magiaro Fucsovics (con cui è avanti 2-1) non troverà l’irriconoscibile Thiem, finalista 2018 e 2019 ancora in crisi d’identità dopo il trionfo settembrino agli Us Open. Avanti due set a zero, l’austriaco si sgonfia e si fa rimontare dall’hidalgo spagnolo Andujar, che in due settimane si è preso lo scalpo di Federer (a Ginevra) e del numero 4 del mondo. Sogni azzurri Ecco, la subitanea eliminazione di Dominic suscita forse l’unico moto di rimpianto per quel computer malandrino che ha posizionato Berrettini, Sinner e Sonego, le altre tre teste di serie nostrane, nella fossa dei leoni dei Big Three. Poco male, il tennis italiano si sta meritando di sognare un ottavo di finale tra Matteo e Federer e tra Jannik e Nadal, con coach Piatti che prosegue nell’opera di perfezionamento delle ambizioni del pupillo
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L’anno scorso, al primo Roland Garros in carriera, il rosso di Sesto Pusteria sconfisse d’acchito Goffin, l’avversario odierno nel debutto assoluto parigino di Lorenzo Musetti: quando si dicono i ricorsi storici.
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Si sente un po’ fuori posto invece Naomi Osaka, che con una decisione clamorosa ha comunicato di voler rinunciare a tutte le conferenze stampa post match per non avere conseguenze sulla sua salute mentale. Una presa di posizione rumorosa che ha suscitato la reazione del torneo: 12.300 euro di multa e la minaccia di estromissione se l’ostracismo mediatico proseguirà. Ne uccide più la parola della racchetta.
Intervista a Chris Evert: “A Parigi rivince Nadal. La love story con Connors? Bella, non c’erano i social” (La Gazzetta dello sport)
Austera ed elegante, Chris Evert sarà per sempre la regina del tennis: lo charme che aveva in campo lo ha semplicemente trasferito negli studi di Eurosport, di cui è opinionista di punta. Signora Evert, davvero nessuno può battere Nadal a Parigi? «A Roma ha dimostrato di aver ritrovato il feeling con la terra, nelle partite tre su cinque mi sembra ancora invulnerabile. È il mio primo favorito, poi viene Djokovic, che comunque a fine carriera avrà vinto più Slam di tutti perché è competitivo su tre superfici. Se devo indicare un terzo nome, non mi stupirei di trovare Tsitsipas in finale, mi sembra mentalmente più pronto degli altri giovani». E gli italiani? «Avete una bella generazione di nuovi giocatori, il campo nei prossimi anni si aprirà e ci saranno anche loro a giocarsi gli Slam. Mi fa piacere, amo l’Italia anche se la prima volta che giocai a Roma rimasi turbata: la gente mi gridava “Daje”, solo che io capivo”Die” che in inglese vuol dire muori… Non capivo perché ce l’avessero tanto con me!» ? A proposito di Nadal e Djokovic, la loro rivalità fatta di 57 sfide ricorda sempre di più quella tra Evert e Navratilova. «Ma la nostra è arrivata a 80 partite, quindi siamo ancora in vantaggio! (sorride).
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Sono due fenomeni, però io e Martina eravamo così diverse nello stile e nel carattere che abbiamo creato il mix perfetto tra due grandi avversarie».
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C’è all’orizzonte una nuova Evert? «La Swiatek mi somiglia: si muove bene in campo e ha fane e desiderio. Come me». La Osaka ha detto che non andrà più in conferenza stampa per non dover gestire le pressioni Lei a metà degli anni 70 non solo era la giocatrice più forte del mondo, ma era pure fidanzata con Connors, cioè il numero uno tra gli uomini. Se non era pressione quella... «Concordo, ma la nostra fortuna fu che allora non c’erano i social: si immagina come avrebbero vivisezionato le nostre vite? E invece fummo in grado di gestirci abbastanza tranquillamente. Non invidio le ragazze di oggi, 24 ore sempre sotto la luce dei riflettori. I social mi piacciono soltanto quando diventano un mezzo per lanciare messaggi»