Splendido Matteo Berrettini: è la prima finale italiana a Wimbledon!

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Splendido Matteo Berrettini: è la prima finale italiana a Wimbledon!

Hurkacz domato in quattro set senza mai perdere il servizio. Matteo riporta l’Italia in una finale Major dopo 45 anni: attende il vincente di Djokovic-Shapovalov. “Non avevo mai neanche sognato di arrivare qui, era troppo”

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Matteo Berrettini a Wimbledon 2021 (Credit: AELTC/Jed Leicester)
 

Matteo Berrettini ha appena messo la sua firma su uno dei traguardi sportivi più importanti della storia italiana. A 25 anni, il ragazzo di Roma giocherà la finale del torneo di Wimbledon, un risultato mai raggiunto prima da nessun altro tennista italiano ai Championships. In semifinale ha superato Hubert Hurkacz, 6-3 6-0 6-7(2) 6-4 e domenica sarà in campo qualche ora prima della Nazionale Italiana (impegnata in finale degli Europei alle 21 contro l’Inghilterra) e a qualche chilometro di distanza da Wembley, con lo stesso obiettivo: vincere il trofeo.

60 vincenti a fronte di soli 18 errori non forzati. 86% di punti vinti con la prima, zero turni di servizio persi (due sole palle break concesse) e una grossa differenza nei punti totali vinti, 126 a 97. Matteo ha giocato la partita più importante del suo torneo in modo quasi perfetto, con grande attenzione, ma soprattutto traendo il meglio da tutti i suoi colpi, anche quelli meno sicuri, come il rovescio e la risposta al servizio. Nei primi due set ha fatto sembrare una passeggiata una semifinale sul campo più prestigioso della storia del tennis, poi dall’equilibrio del terzo set è emerso il polacco, ma il suo tentativo di rimonta è stato soffocato dall’azzurro nel primo game del quarto parziale. Un’enorme emozione per Matteo e per la sua famiglia, presente sugli spalti. A prescindere da come andrà la finale (contro Djokovic o Shapovalov) sarà terzo (!) nella classifica Race del 2021.

Un uomo italiano in una finale Slam c’era già stato nell’Era Open, Adriano Panatta, il campione del Roland Garros 1976. Matteo diventa perciò il secondo azzurro a disputare una finale Major dell’Era Open, il quarto in assoluto dopo Giorgio De Stefani, Nicola Pietrangeli e lo stesso Panatta. Sarà anche la settima finale Slam con un italiano presente a livello maschile (bilancio di 3-3 al momento). Considerando anche il circuito femminile, l’Italia ritrova la finale di un torneo Major dopo lo splendido US Open 2015, vinto da Flavia Pennetta su Roberta Vinci.

LA PARTITA – Un’aura di tensione mista a eccitazione accompagna Berrettini e Hurkacz nel percorso che porta i giocatori dallo spogliatoio al Centre Court. La prima semifinale del singolare maschile inizia comunque col piede giusto. Equilibrio, che è quello che ci si aspettava, potenza e precisione nel servizio di Matteo (zero punti concessi nei primi due turni) e la fluidità dei colpi del polacco. Già dal 2-2 però qualcosa inizia a cambiare. Hurkacz va sotto 0-40, ma Berrettini gestisce male un rovescio in back e viene attaccato sul lato sinistro. Quasi con nonchalance, il polacco tiene il servizio.

Nel sesto game è invece Matteo a trovarsi in difficoltà alla battuta. Vince però il primo punto prolungato della partita, piazzando bene il rovescio in back e scagliando il dritto in cross. Poi però sulle prime due palle game sembra avere troppa fretta di chiudere il punto e Hurkacz guadagna la sua prima palla break. Abbastanza bassa la percentuale di prime in campo di Berrettini nel primo set (56%). Non la mette quasi mai in campo in questo lungo sesto gioco, ma ne piazza una per salvare la palla break. Quanto basta. Come se non bastasse l’amarezza della chance sfumata, Hurkacz deve poi applaudire un passante “nadaliano” di Matteo in risposta al suo smash, punto che apre il settimo game. Dopo un punto rocambolesco chiuso da un altro bel vincente dell’italiano, sul 30-30 Hurkacz inizia a perdere completamente il dritto. Due errori non forzati consegnano il break a Berrettini. Altri due errori in fila sul lato destro consegnano il primo set a Matteo, 6-3 in 35 minuti. Un set più vicino alla sua prima finale Slam.

Tutto sembra funzionare alla perfezione per il tennista romano. Riesce a rispondere bene al servizio di Hurkacz, anche con il rovescio in top. I numeri lo confermano, perché non ribatte solamente il 18% dei servizi del polacco (nel corso del torneo il 47% dei suoi servizi non erano tornati indietro). Tutte le certezze accumulate durante il match vinto contro Federer svaniscono in un lampo. Uno smash steccato nel secondo game apre la strada al break di Berrettini, che vola sul 3-0. Il dritto del tennista italiano inizia a liberare tutta la sua energia (di colore azzurro vivo) e Hurkacz non trova il campo neanche con il rovescio. 4-0 per Matteo, tutto troppo facile.

Un ace nega l’opportunità al campione di Miami di recuperare uno dei due break. Al polacco non rimane che scendere a rete per sventare il 6-0, ma, nonostante un paio di ottime soluzioni da buon doppista qual è “Hubi”, Berrettini gestisce il punto alla sua maniera. Risponde bene col rovescio coperto e infila in contropiede il 21° vincente della partita per chiudere 6-0 il parziale (decimo game di fila dal 3-3 del primo set). Nonostante gli errori di Hurkacz siano arrivati in punti molto pesanti (break point e set point), se ne registrano solo 11 alla fine dei primi due set, contro gli 8 di Matteo (uno solo nel secondo). Questo evidenzia anche il gran livello tenuto dall’italiano. Un match degno di una semifinale Slam.

L’ultimo giocatore a subire un 6-0 in una semifinale Major era stato Lucas Pouille, stritolato da Novak Djokovic all’Australian Open 2019. Hurkacz però, per la gioia degli spettatori presenti sul Centrale, ritrova il dritto nel secondo game del terzo set e con il serve&volley (lui che è il giocatore che ne gioca di più tra quelli ancora in gara, il 5% dei punti totali, comunque una miseria) spezza la serie di 11 giochi consecutivi di Berrettini. Dal canto suo Matteo deve gestire davvero pochi momenti delicati nei suoi turni: concede due punti solo nel settimo game, dove un ace e un dritto molto carico da trequarti campo sventano potenziali inciampi.

Avvicinandosi sempre più alla linea del traguardo, quella fiamma di colore azzurro che aveva avvolto il braccio di Matteo nella prima fase del match inizia ad affievolirsi, complice una fisiologica tensione. Apre il decimo game con un vincente di dritto, poi trova due ottimi passanti per annullare le due chance di 5-5 per Hurkacz e portarsi a due punti dalla vittoria. Il polacco però si toglie dai guai col servizio, salvo ritrovarsi ancora a due punti dal baratro nel dodicesimo game. Qui Matteo può avere l’unico rimpianto del terzo set, una risposta di rovescio sbagliata sul 40-40 contro una seconda di servizio. Niente di tragico, ma Hurkacz – rinfrancato e spinto dal pubblico inglese, che oltre a schierarsi già contro l’Italia spinge per il quarto set – brucia in partenza Matteo nel tie-break, 3-0. La volée che Berrettini affossa in rete per il 4-0 polacco mette la parola fine sul terzo set.

Berrettini lascia il campo per un toilet break e con grande consapevolezza rientra sul Centre Court deciso a sventare qualunque tentativo di rimonta da parte del suo avversario. Nel primo game del quarto gioca uno dei game migliori della sua partita, proprio nel momento emotivamente più difficile. Uno dei break più preziosi conquistati nella sua vita da tennista. E con tutta la cura e l’attenzione possibile, Matteo riesce a mantenerlo fino alla fine. Il doppio fallo nel primo punto del decimo game (mentre serviva per il match, dopo un match point mancato in risposta sul 5-3) spiega bene quanta tensione ci sia in lui. Una volée che bacia il nastro però lo infiamma di nuovo e dopo 2 ore e 37 minuti la finale è servita.

L’Italia ha issato due bandiere a Londra: una sul Centre Court di Wimbledon e una più a nord, a Wembley, dove la nazionale di calcio giocherà la finale contro l’Inghilterra.

“Non ho mai sognato questo, perché era troppo” ha detto Matteo nell’intervista a bordo campo, dopo aver mostrato il suo più bel sorriso al suo box, alla sua famiglia e alla sua fidanzata. “Ho bisogno di un paio d’ore per caprie cosa è successo. Non ho davvero parole. Ho giocato una grande partita davanti alla mia famiglia e al mio team”. Per Berrettini era la seconda partita sul Campo Centrale, la prima la perse 6-1 6-2 6-2 contro un noto giocatore svizzero: Penso che giocare contro Federer qua due anni fa mi abbia aiutato nella partita di oggi” ha ammesso. “Quando giochi a questo livello provi a essere al meglio in tutto. Sentivo di meritarmi il terzo set, mi sentivo il migliore in campo. Mi son detto questo e ha funzionato”.

E ora facci sognare ancora, Matteo: A livello tennistico è il giorno più bello della mia vita, anche se spero che domenica sia ancora meglio! Ho raggiunto la finale e devo crederci!”

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