Nella giornata di giovedì sui campi di Melbourne c’è stata un’insolita interruzione. Reilly Opelka ha dovuto chiedere all’arbitro di fermare la partita contro il connazionale Maxime Cressy sul 4-4 del primo set, perché un uccello aveva appena… lasciato un regalo indesiderato sul suo cappellino bianco. “Mi hanno cagato addosso!” ha esclamato senza mezzi termini mentre si avvicinava all’arbitro per chiedere una breve sospensione del match. Opelka usa sempre un cappellino (e non fascette o bandane) per tenere a bada i suoi lunghi capelli ed evitare di perdere di vista la palla e il campo nelle fasi di gioco.
Il fatto che però non ne avesse uno di riserva in borsa – uguale a quello che gli uccelli del Victoria avevano appena sporcato – ha creato un momento di ilarità sul campo e sulle tribune. L’arbitro prima ha negato a Opelka di poter continuare a giocare con un altro cappellino con sopra patch di sponsor troppo visibili. L’americano ha risposto con un eloquente: “Non voglio giocare con la cacca sul cappellino!“. Nemmeno il consiglio del giudice di sedia di prendere momentaneamente in prestito il cappello del coach (aveva un diverso sponsor) era applicabile. Un piccolo raccattapalle di nome Diego – che arrivava all’anca del gigante americano – ha offerto quindi a Opelka il suo cappellino griffato Australian Open, che copriva a fatica la testa del giocatore.
Terminato il game, al cambio campo è arrivato dagli spogliatoi un cappellino analogo a quello inutilizzabile che Opelka non aveva portato con sé nel borsone. Terminato il siparietto, ha però finito per perdere l’incontro: Cressy l’ha battuto 7-6 (con due match point mancati) al terzo set. Insomma, l’episodio non gli ha nemmeno portato fortuna.
