Infinito Nadal 16 di seguito. “Ero convinto di perdere” (Luca Marianantoni, La Gazzetta dello Sport)
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Il n.1 del mondo più credibile del momento è ancora una volta Rafael Nadal, capace a Indian Wells di risorgere dal baratro, recuperaredo 2-5 sotto al 3′ e vincere al tie-break decisivo contro il folletto statunitense di sangue ceco Sebastian Korda. Nadal non è nuovo a imprese del genere (è stato 2 volte a 2 punti dalla sconfitta) e le sue rimonte stupiscono sempre. «Pensavo proprio di perdere. È stata una sensazione simile a quella provata nel primi due set della finale dell’open d’Australia. Pensare di perdere non significa arrendersi Devi sempre combattere fino all’ultimo punto. Quando rispondi e sei sotto 5-2 fai una rapida analisi. Ti rimproveri per non aver giocato bene, ma ti sforzi per finire la partita con sensazioni migliori Lotti fino all’ultima palla La gente pensa che io abbia sempre la convinzione di vincere. Non è assolutamente vero. Sarebbe bello avere questa sicurezza Mi ripetevo che era quasi impossibile uscire vivo da quel match, ma che ci avrei provato senza dargli ulteriori aiuti». La striscia di vittorie consecutive si allunga a quota 16. Dopo l’operazione e 5 mesi di stop, Rafa ha vinto 3 partite a Melbourne, 7 all’Open d’Australia, 5 ad Acapulco e una a Indian Wells. «A dire il vero – riprende Rafa – non so spiegare bene come ho fatto a vincere. Probabilmente lui si è innervosito, ha sbagliato qualche palla di troppo e io ho giocato meglio gli ultimi game. Fino al 5-2 non ero contento della prestazione, poi ho provato a incrociare di più con il dritto e a giocare con più calma. Sul 5-4 lui ha sbagliato un dritto, lo ho giocato due ottimi passanti di rovescio e un bel pallonetto. Chi serve sopra sul 5-4 ha sempre la pressione addosso. Sono stato fortunato».
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Fabio Fognini: “Ritorno a divertirmi, non è ora di smettere” (Paolo Rossi, La Repubblica)
Fabio Fognini si è arreso solo all’influenza (che lo ha costretto al ritiro: avrebbe affrontato nel 2° turno il georgiano Basilashvili) ma lascia felice la California, con un nuovo primato di vittorie nel circuito per un tennista italiano: 392, meglio di Adriano Panatta. E la consapevolezza, a quasi 35 anni (il prossimo 24 maggio) di essere uomo saggio e misurato. Lui, che ha traghettato il tennis italiano all’attuale ondata di talenti emergenti, tornerà in campo a Miami, dal 21 marzo.
Fognini, si è tato l’ultimo sfizio: 392 vittorie… «E pensare che nemmeno lo sapevo, me l’hanno detto dopo. Beh, inutile dire che è tanto essere comparato ai grandi del mio sport, come ovviamente è Panatta che deteneva il primato con 391: sono cresciuto davanti alla tv guardandolo…. quindi fa piacere, però…». Ecco i però... «Però, come sa chi mi conosce bene, io sono un tipo che guarda avanti: son contento, ovviamente, ma penso semplicemente che le statistiche sono fatte per essere superate, eguagliate: sono semplicemente obiettivi, ecco. Poi ognuno fa la sua vita e dopo il tennis c’è un’altra vita, soprattutto…». Cosa vuol dire? «Voglio dire che sono preoccupato per quello che sta succedendo nel mondo. Ho tre bimbi, mi chiedo che mondo vedranno. E poi mi sto perdendo la fase sicuramente più bella della loro vita, ma purtroppo è il mio lavoro». II papà sta prendendo i sopravvento sul temista… «Faccio fatica a spiegare al più grande perché mi vede poco, ora che comincia a capire le cose. Ci provo, ma non è facile. Per fortuna c’è Flavia: mia moglie mi appoggia e sa che questo sport non è eterno». D’altra parte il tennista Fognini sta dando segni di risveglio. «Negli ultimi mesi ho ritrovato di nuovo belle sensazioni, sono tornato a divertirmi. Il ranking non è più un problema, sono consapevole che se sto bene posso giocarmela con chiunque, su una partita secca». Perché solo adesso? «L’anno scorso ho giocato male per determinati motivi, ma è inutile rivangare il passato. Che dire, vado avanti con entusiasmo. Poi, quando finirà questa spia, quando si spegnerà, vorrà dire che è arrivato il momento di smettere». Che però non è imminente. «Ripeto: ho ritrovato lo spirito, questo fuoco dentro, soprattutto lo stare in campo e questo mi fa ben sperare».
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