Roland Garros, Nadal è ancora lui: 110 e lode. Djokovic battuto in quattro set

Roland Garros

Roland Garros, Nadal è ancora lui: 110 e lode. Djokovic battuto in quattro set

Grande prestazione di Rafa Nadal, che sospinto dal pubblico dello Chatrier, si impone in quattro set su Novak Djokovic

Pubblicato

il

Rafael Nadal - Roland Garros 2022 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

[5] R. Nadal b. [1] N. Djokovic 6-2 4-6 6-2 7-6(4)

Dal nostro inviato a Parigi

Nessuno può battere due volte di fila Rafael Nadal sul campo centrale del Roland Garros. Potremmo sintetizzare così la 110° vittoria del fuoriclasse maiorchino a Parigi, che ha superato con pieno merito il n. 1 del mondo Novak Djokovic, colui che lo aveva battuto nella semifinale dello scorso anno. Vittoria meritata del quasi 36enne iberico, che ha lasciato negli spogliatoi tutti i dubbi sulle proprie condizioni fisiche ed è partito benissimo, portandosi in vantaggio di un set e di due break prima di subire la reazione del campione in carica. Che pareggiava i conti e sembrava aver cambiato l’inerzia del match alla fine del secondo parziale. Ma come dirà lo stesso Djokovic in conferenza stampa, questa sera il giocatore migliore in campo era Rafa Nadal. Che prima ha accelerato nuovamente e poi ha trovato nel pubblico dello Chatrier, pressoché totalmente apertamente schierato per lui, il supporto necessario – lo evidenzierà Nole, parlando con i giornalisti del suo paese – a superare i fisiologici momenti di difficoltà che un match durato 4 ore e 12 minuti propone ad un giocatore. Soprattutto nel quarto set, quando Djokovic è salito 5-2 e si è trovato ad un passo (due set point) dal portare il match al quinto. Rafa si è nutrito di tutta quella energia – vi assicuriamo, eravamo lì ed era impressionante – che arrivava dalle tribune e ha saputo recuperare il parziale, chiudendo il match al tie-break. Per lui ora la strada verso il 14esimo trofeo parigino pare in discesa: sconfitto Djokovic ed eliminato Alcaraz da Zverev, il fuoriclasse maiorchino è l’assoluto favorito del torneo.

CONFERENZA NADAL: “Una notte indimenticabile. Mi godo ogni giorno che passo qui, senza pensare al futuro”

CONFERENZA DJOKOVIC: “Ho perso contro un giocatore migliore. Sessione notturna? Decide la TV, loro danno i soldi“

Alla fine è arrivata la partita che tutti aspettavano, la sfida tra Titani: Novak Djokovic contro Rafael Nadal. Potremmo snocciolare tanti di quei numeri per cercare di rappresentare al meglio cosa significa nel tennis maschile un match tra Nole e Rafa, ma ci limitiamo a citare i loro 41 titoli Slam (21 Rafa, 20 Nole), di cui 15 Open di Francia (13 Rafa, 2 Nole), e le 581 settimane trascorse in vetta alla classifica mondiale (372 Nole, 209 Rafa). Crediamo che già questo sia più che sufficiente. Questo è il 59esimo incontro tra i due – Djokovic è in vantaggio 30-28, ma Nadal è in testa nei match sul rosso (19-8) e negli Slam (10-7) -, che si sfidano ininterrottamente da diciassette anni. La prima volta fu proprio qui a Parigi, nei quarti dell’edizione 2006. I due erano ancora dei teenager, anche se lo spagnolo difendeva il primo titolo ed era n. 2 del mondo mentre il serbo stava appena iniziando a farsi largo nel circuito, dato era ai suoi primi quarti Slam (ora sono 58) ed attorno alla 60esima posizione del ranking: vinse Nadal, con Djokovic che sotto di due set il serbo si ritirò per un problema fisico. Oggi sono degli over 35: potrebbero già giocare il Torneo delle Leggende qui a Parigi, quello destinato agli ex grandi campioni – non è ironia: lo sta giocando Baghdatis, che ha solo un anno più di Nadal – e invece continuano a fare la leggenda di questo sport.

Si inizia verso le 21 e sappiamo che l’orario serale non è stato accolto con favore – per usare un eufemismo – dal team del fuoriclasse maiorchino, ma a giudicare da come inizia il match ha tramutato il fastidio in energia positiva. La partenza fa presumere che sarà subito battaglia: il secondo punto del match è già lunghissimo e il primo game dura dieci minuti. Game in cui, alla terza occasione, Rafa strappa il servizio a Nole. Molto aggressivo il maiorchino, che con il suo marchio di fabbrica, il dritto mancino, da subito spinge moltissimo e comanda gli scambi da fondo. Più attendista Nole, tendenzialmente propenso ad appoggiarsi ai colpi dell’avversario e sfruttare le sue doti di anticipo per aprirsi il campo. Ma in queste prime fasi il campo dà ragione a Rafa, mentre Djokovic deve chiedere aiuto al servizio (tre ottime prime) per portare a casa il primo game. Il quarto gioco parte con un punto da 21 colpi vinto dallo spagnolo, poi un rovescio lungolinea vincente e altri due chirurgici colpi da fondo portano Nole a doppia palla break per il serbo. Ma Rafa non si scompone, le annulla con autorità e tiene il servizio, con la maggioranza del pubblico – evidentemente a favore dell’iberico – che applaude per lo scampato pericolo. Il cambio di diagonale con il dritto, da incrociato a lungolinea, è il principale schema tattico che sta dando i suoi frutti per Rafa, con Djokovic che non riesce ad opporsi con sufficiente profondità con il rovescio, unitamente a delle improvvise accelerazioni di rovescio in diagonale che fanno soffrire il serbo anche dalla parte del dritto. Nole è in difficoltà e l’ennesimo lungolinea di dritto vale il doppio break per il 4-1 a favore del 13 volte campione del Roland-Garros. Se poi il 35enne belgradese si mette a sbagliare anche un rovescio incrociato in manovra, come nel punto che porta Nadal al set point, difficile che riesca a ribaltare l’inerzia del match: servizio vincente ed è 6-2 Nadal in 51 minuti. Dei due, quello più fresco doveva essere Nole, che non aveva perso neanche un set in quattro incontri ed era stato in campo poco meno di 8 ore e mezza. Mentre il campione dell’Australian Open era stato in campo quasi 11 ore, 4 e mezza delle quali nel match dell’altro ieri contro Auger-Aliassime, vinto al quinto set, e soprattutto aveva dato più volte la sensazione di non essere al meglio fisicamente. Ma quello visto finora è un Nadal assolutamente pimpante. Vincere il primo set è in assoluto un buon viatico, ma lo è anche in relazione ai loro head to head: in 50 dei 58 precedenti chi ha vinto il primo set ha vinto il match, ed in particolare è successo in 15 degli ultimi 16. E sette volte su nove qui a Porte d’Auteuil. Insomma, questo set potrebbe già aver fatto capire molto di come finirà stasera.

Anche perché il copione all’inizio del secondo parziale non sembra cambiare: Rafa spinge, eccome se spinge, e Nole subisce. Dalla tribuna la sensazione continua ad essere che il serbo voglia continuare nella sua tattica attendista (in realtà ai giornalisti serbi in conferenza stampa dirà di essere semplicemente partito male ed essere entrato tardi nel match), ma la velocità e la profondità dei colpi sono insufficienti per mettere in difficoltà un Nadal che appena può entra in campo e viene a prendersi il punto. Soprattutto grazie all’uncino di dritto lungolinea, con cui continua a mietere vincenti. Come nel primo set, si parte ed è break per Nadal: anche se Djokovic cerca di resistere finchè può e capitola alla settima palla game (e dopo oltre 13 minuti). In questo momento il match è un monologo di Rafa, che fa quello che vuole in campo, mentre Djokovic si avvita sempre più su sé stesso, cominciando a sbagliare anche senza esservi costretto dai colpi dell’avversario. Altro break di Nadal ed è 3-0 “pesante”. Forse toccato nell’orgoglio (è 9-2 Rafa finora il conteggio totale dei game), Djoko si scuote e finalmente si mette a spingere. E su un errore in lunghezza di Nadal, non chiamato dal giudice di linea e verificato sul campo dal giudicee di sedia, torna ad avere una palla break dopo quelle del quarto game. Una smorzata in rete di Rafa, uno dei rari – anzi rarissimi – gratuiti dello spagnolo in questi primi ottanta minuti di partita, gli permette di strappare per la prima volta il servizio al maiorchino. Djokovic tiene il servizio e si procura due palle break consecutive. Ora la palla del serbo viaggia molto di più ed è Nadal a doversi difendere. Era la specialità della casa quando vinse qui le prime volte e anche se non può farlo con la mostruosa capacità di un tempo e le sue traiettorie iniziano ad accorciarsi sulla spinta del serbo, accetta la situazione e prova ad uscirne. Ne viene fuori un game intenso e lunghissimo (condito anche di un warning per time violation a Rafa), che entrambi capiscono possa essere il turning point del set. Alla fine, alla quinta palla break, dopo 22 punti e 15 minuti di scambi duri, il secondo errore consecutivo di Rafa permette a Djokovic di impattare sul 3 pari. Il parziale sembra stia svoltando in direzione Belgrado, Nadal riesce solo a tratti a spingere come nella prima ora e mezza, ma Rafa è anche un maestro di resilienza e le prova tutte per restare attaccato al set, tanto da procurarsi, grazie ad un doppio fallo di Djokovic, una palla break. Ma alla fine, dopo un altro game di quasi dieci minuti, Djokovic ottiene il sorpasso: 4-3 e prima volta avanti in un parziale il 35enne di Belgrado, dopo due ore di gioco. Ed è lui stavolta ad agitare il pugno verso le tribune, dopo le tante volte che lo ha fatto Rafa: la reazione è più tiepida rispetto a quando lo fa Nadal, ma i suoi tifosi – che comunque ci sono, anche se in minoranza – gradiscono.

Ora però c’è partita vera, e lo sottolinea anche l’orchestrina sempre presente in tutti i match clou sul Centrale. Anche se l’inerzia sembra a favore di Djokovic, stiamo parlando di due fuoriclasse che sanno trovare risorse e soluzioni anche nei momenti più complicati. Come fa Rafa per procurarsi la prima palla del 4 pari (palla corta, grande recupero sulla contro palla corta incrociata di Nole e smash a chiudere che fa esplodere l’urlo dello Chatrier), prima di impattare alla seconda occasione. Nadal però si trova di nuovo in apnea nel decimo gioco, con Djokovic che in risposta lo sta mettendo sempre più in difficoltà, soprattutto se non riesce a mettere la prima di servizio. Si salva sulla prima palla break che è anche set point, per un errore in lunghezza di Djokovic, ma sull’ennesima risposta profondissima del serbo deve capitolare. 6-4 Djokovic, dopo 2h14’, con il match che pare girato. Le statistiche confermano che più è merito della una tattica più aggressiva di Djokovic (18/15 il rapporto vincenti/unforced per il serbo in questo parziale, rispetto al misero 8/9 del primo), che demerito di Nadal (21/19 nel secondo set, rispetto al 12/6 del primo).

Nadal va nello spogliatoio a cambiare la maglietta e la cosa sembra avere un effetto taumaturgico sul maiorchino, dato che infila un parziale di 7 punti a zero, ottenendo il break al primo gioco e salendo poi senza patemi sul 2-0. Rafa è tornato a giocare con maggiore profondità, con Djokovic che pare quasi sorpreso – eppure dovrebbe conoscerlo bene, dopo 58 incontri e mezzo – dall’immediata reazione del suo avversario. Lo spagnolo si complica però la vita nel successivo turno di battuta quando da 40-15, e abbastanza in controllo del game, si ritrova poco dopo a dover difendere una palla break dopo il secondo doppio fallo del game. Dalle tribune si percepisce la tensione del momento: i due giocano a viso aperto, la sensazione è che entrambi stanno producendo il massimo sforzo, soprattutto nervoso, per prendere il controllo del match. Ed in questa gara di nervi, ad avere la meglio è nettamente Nadal: che salva la palla break e a seguire ottiene il secondo break, con un Djokovic che appare nuovamente confuso, come testimoniano i 13 errori non forzati nel parziale – di cui tanti con il fidato rovescio – quando lo spagnolo consolida meritatamente il secondo break. E poco dopo, in seguito ad un orribile errore di dritto di Djokovic, chiude 6-2 il set, dopo tre ore esatte di gioco.

Il quarto parziale inizia con Djokovic che sfoga la sua frustrazione sul nastro quando all’inizio del secondo gioco perde un punto proprio grazie al fondamentale aiuto della striscia di stoffa al suo avversario. Beccandosi una selva di fischi dalle tribune: abbastanza ingenerosi, ci permettiamo di dire, a fronte di una reazione abbastanza umana vista la sfortunata dinamica del punto. Ma la storia insegna che fischiare troppo Djokovic non è mai una buona idea: magari non sarà per quello, sta di fatto che il n. 1 del mondo resetta tutto e si rimette a spingere con veemenza. Arriva così subito il break a favore del serbo, su una palla fuori di un nulla di Nadal (che infatti chiede spiegazioni al giudice di sedia che era sceso a verificare, e dalla tribuna stampa ci era sembrato quasi imbarazzato a dover dargli la notizia). Nole tiene poi il servizio a zero e allunga sul 3-0. Di solito il pubblico parteggia per chi è indietro nel punteggio, con la speranza di allungare il match. Ma sarà il freddo parigino, sarà che è mezzanotte e mezza e si gioca da tre ore e mezza, ma il ”Rafa Rafa” che si alza dalle tribune dello Chatrier quando Nadal tiene a zero il servizio che gli permette di accorciare sul 4-2 fa capire che la maggioranza del pubblico preferirebbe una vittoria del maiorchino. La cosa non disturba Nole, che sale 5-2 e mostra il pugno verso gli spalti dove probabilmente ci sono invece quelli che vogliono vederlo andare al quinto. I due continuano a darsele di santa ragione, alternando punti molto belli a qualche errore forse di troppo, ma figlio comunque o di uno scambio intenso o della volontà di non subire l’iniziativa dell’avversario. Fisicamente, sembrano stare tutti e due ancora benissimo: i riflettori in tal senso sono puntati soprattutto su Rafa, che aveva fatto dubitare delle sue condizioni. Ma lo Chatrier deve essere evidentemente come la piscina di Cocoon per lo spagnolo: lo conferma quando strappa di forza il servizio a Djokovic nel nono gioco, in uno dei game più emozionati del match. Nole va due volte a set point, ma prima un errore di rovescio (che stasera lo ha tradito un po’ troppo, e lo ammetterà anche lui in conferenza stampa con i giornalisti serbi “Ho fatto troppi errori da quel lato e ho giocato corto, permettendo a lui di comandare con il dritto”) e poi un vincente di Rafa lo stoppano. L’inerzia del game passa così dalla parte dello spagnolo, che si vede annullare la prima palla break da una fantastica palla corta di rovescio del belgradese, ma poi con un tracciante di dritto va 5-4.

Ora Nadal sembra tornato quello del primo set e lo Chatrier lo sospinge: 5 pari. Il maiorchino è in trance agonistica e sappiamo benissimo da diciotto anni come gioca quando è “in the zone”: probabilmente solo uno come Djokovic è in grado di limitare temporaneamente la furia spagnola per cercare di giocarsi tutto al tie-break. A cui si arriva dopo quattro ore di gioco, dopo il terzo ace di Rafa nel match. Lo Chatrier è praticamente tutto per Rafa, sembra di essere a Madrid, e Nadal si nutre di tutto questo (“Il 99,9% del pubblico era per lui, e questo lo ha aiutato nei momenti difficili“ osserverà Djokovic, sempre parlando con  giornalisti serbi): il maiorchino ora danza sul campo, prende tutto e rimanda di là palle pesanti e arrotate. Djokovic ci mette del suo con un errore concettuale di esecuzione che spalanca il campo a Rafa per il punto del 3-0. Nole accorcia sul 3-1, ma con tre errori, figli anche dell’enorme pressione da fondo di Rafa, concede allo spagnolo cinque match point sul 6-1. Ne annulla orgogliosamente tre ed accorcia sul 6-4 ma rimanda solo di qualche minuto l’esito del match: Rafa chiude con un rovescio lungolinea vincente e fa esplodere in un boato le tribune dello Chatrier. Quindicesima semifinale per lui a Parigi: il 14esimo Open di Francia e il 22esimo Slam sono ora molto più vicini. Potremmo dire che Rafa è ancora lui, che è tornato: ma forse in realtà non se ne è mai andato…

Il tabellone maschile del Roland Garros 2022

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement