Australian Open, Shelton: "Anche se dovessi vincere il torneo, continuerei comunque a studiare"

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Australian Open, Shelton: “Anche se dovessi vincere il torneo, continuerei comunque a studiare”

Il talentuoso americano figlio d’arte al primo quarto di finale Slam su due partecipazioni: “Avere uno come mio padre al mio fianco è la più grande risorsa”. Ora la sfida a Paul: “E’ tra quelli che mi hanno preso sotto protezione”

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Ben Shelton - Australian Open 2023 (foto Twitter @usta)
 

La straordinaria storia di Ben Shelton assume proporzioni sempre più importanti: al primo torneo fuori dagli Stati Uniti, e alla seconda partecipazione in un torneo dello Slam, il ventenne americano ha colto il suo primo quarto di finale all’Australian Open superando nel derby americano JJ Wolf. Ora c’è un’altra sfida contro uno statunitense, Tommy Paul, e la corsa di Ben (qui un approfondimento sul personaggio). potrebbe continuare. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate a Eurosport dopo il match vinto contro Wolf.

L’anno scorso eri 500 del mondo. Ti avessero detto che un anno dopo saresti stato ai quarti dell’AO ci avresti creduto?

Shelton: “No di certo. Essere qui è una cosa magnifica, è surreale arrivare ai quarti alla prima partecipazione”

Wilander: Io giocavo ai tempi di tuo padre, e anche ai tempi di tuo zio. Hai sorpassato tuo padre sia nelle prestazioni Slam sia nel ranking. Ti spiace, come figlio?

Shelton: “No davvero… Di sicuro ci paragoniamo sempre in tante cose, ma lui ora è il mio primo tifoso. Lui è il mio mentore, mi ha sempre guidato e sgridato quando era giusto. Avere un papà che è stato professionista nel tennis è sicuramente utile”.

Wilander: Hai avuto esperienze nello sport prima del tennis?

Shelton: “Ho giocato a football, come quarterback, per qualche anno. La meccanica dei lanci nel football americano mi ha condizionato nel tennis. Io sono cresciuto atleticamente, cercando di lanciare la palla il più lontano possibile, e ora in campo mi sta servendo”.

In conferenza stampa, Shelton ha aggiunto:

“Per me è stata una grande settimana. Tanta carne al fuoco, giocando il mio primo Slam fuori dagli Stati Uniti, mentre inizia la scuola questa settimana… (sorridendo). Ma mi sto divertendo”.

D: Hai scritto una mail ai professori, del tipo, ragazzi, ho questi match all’Australian Open, posso venire la prossima settimana?

Shelton: “Non ci sono ancora esami, quindi sarà interessante scoprire come farò quando le date degli esami combaceranno con quelle dei match (sorridendo). Dovrò studiare sia per una cosa, sia per l’altra. Roba facile… “

D: Quanto sei sorpreso di quello che sta accadendo? Quando sei salito sull’aereo, cosa ti aspettavi?

Shelton: “Sicuramente è una sorpresa. Sono salito sull’aereo senza aspettative. So che è difficile abituarsi al jet lag dagli Stati Uniti all’Australia. Essendo la prima volta fuori dagli States, sapevo sarebbe stata difficile. Quindi il fatto di non avere aspettative mi ha aiutato a sentirmi libero di andare là fuori e giocarmela. Penso sia stato un fattore importante”.

D: Quale è stato il momento in cui hai realizzato quello che stava succedendo?

Shelton: “Dopo ogni match che ho vinto mi sono sentito allo stesso modo, una mix tra gioia e sollievo. Quando sul match point la palla atterra, sai che hai vinto. Esserci riuscito su un palcoscenico come questo per quattro gare di fila è molto bello”.

D: Come classifichi la tua forma fisica dopo un match lungo come quello di oggi?

Shelton: “Penso di stare molto bene fisicamente. Quando ho giocato allo US Open, erano cinque set in un grande caldo, sono a malapena riuscito a sopravvivere. La mia forma fisica non era assolutamente vicina a quella che era necessaria. Quindi ho lavorato duramente in questi cinque-sei mesi per arrivarci. Ma posso ancora migliorare. Sono giovane e ho tempo di farlo. Tuttavia, sono piuttosto fiducioso nel fatto che nel prossimo match potrò scendere in campo e giocare cinque set contro chiunque. Ora mi sto prendendo cura del corpo nel modo giusto, con l’ottica di toccare il picco delle performances durante i match”.

D: Che influenza ha tuo padre su di te?

Shelton: “E’ il più grande fattore. E’ stato professionista, ha vissuto il percorso in un modo simile. Ma per lui emergere è stato molto più difficile. Come me, è passato dai college, si è laureato al Georgia Tech, e poi ha avuto una bella carriera sul circuito. Riuscire a trarre insegnamenti da lui e dalla sua esperienza è importante, perché lui conosce tutte le difficoltà che ci sono, e non ha prezzo avere una persona così al proprio fianco. La sua capacità di analizzare le cose è una delle migliori che abbia mai visto. Poter parlare con lui prima e dopo di ogni match mi fa capire cosa ho fatto bene e cosa meno bene. E quindi mi aiuta a capire dove posso migliorare”.

D: Hai detto che le lezioni iniziano questa settimana, ma se dovessi vincere l’Australian Open torneresti al College?

Shelton: “Sì, sicuramente. (sorridendo). Di sicuro sto frequentando le lezioni a un ritmo minore di quanto lo facessi prima, ma penso che le due cose possano coesistere. Fin qui in questo mese di gennaio non ho avuto troppi problemi. Voglio davvero ottenere la laurea. Questo è qualcosa che è importante per me. E’ qualcosa su cui continuerò a puntare”.

D: Hai parlato di tuo padre. Ma non sarà facile per loro seguire le tue partite qui vista la differenza di orario. Dopo la vittoria di oggi, hai avuto la possibilità di parlare su FaceTime con qualcuno?

Shelton: “No. Veramente non ho avuto ancora il tempo di guardare il telefono… So che mio padre è stato su a vedere la partita perché messaggiava con il mio coach durante la partita. Sono sicuro che quando si sveglierà mi chiamerà o io lo chiamerò. Ha del lavoro da fare a casa, mi sento un po’ in colpa per avergli incasinato gli orari… (sorridendo)”.

D: Ora c’è Tommy Paul. Ti sei già allenato con lui?

Shelton: “Sì, mi sono allenato con lui una volta. Penso allo US Open. E’ uno dei ragazzi americani che mi hanno preso sotto la sua ala protettrice, mi sta aiutando nei primi passi della mia carriera professionistica. E’ un buon amico e sono entusiasta di poter giocare contro di lui in una situazione così”.

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