Micidiale, devastante, quasi ripetitivo per il modo in cui incasella successi: con la vittoria su Taylor Fritz, Novak Djokovic ha appena raggiunto la semifinale dell’Australian Open 2024.
A certificare il suo assoluto dominio nella storia del tennis, ecco qualche statistica: è il giocatore che vanta più semifinali slam (48, contro le 46 di Federer e le 38 di Nadal); in Australia in particolare, non ha mai perso né in semifinale né in finale (uno spaventoso record di 20-0): la sua ultima sconfitta a Melbourne risale al 2018, quando perse agli ottavi contro il sudcoreano Hyeon Chung (da allora sono 33 le vittorie consecutive del serbo). Senza togliere meriti al tennista asiatico che disputò una partita di gran cuore, quella sconfitta fu viziata dai problemi al gomito di Djokovic.
Ecco allora l’unica statistica che potrebbe risultare figlia delle 36 primavere del serbo (che da inizio gennaio deve fare i conti con un problemino al polso): con 15 h e 9’ in campo, questo è l’Australian più lungo della carriera di Djokovic dopo 5 round disputati (il precedente record era datato 2021 con 14 h e 52’). Basterà questa statistica a rinfrancare il cuore del vincente della sfida tra Jannik Sinner o Andrey Rublev? Probabilmente no, perché tutti gli altri numeri parlano chiaro: il serbo, in particolare nello slam australiano, diventa una macchina da guerra, che più avanza più diventa infallibile.
Diego Tripodi
