Se tutta la Francia si sta godendo la favola Boisson, naturalmente c’è sempre l’altra faccia della medaglia. Se prima era stata Jessica Pegula a farne le spese, stavolta è Mirra Andreeva ad uscire con le ossa rotte dalla sfida contro la francese.
“È stata una partita dura – esordisce Andreeva -, ma lei ha giocato davvero bene. È stato un match difficile, ma credo che ci siano molti aspetti positivi che posso trarre da questa settimana. Le auguro buona fortuna per il resto del torneo. Io ho ancora il doppio da giocare quindi ora mi concentrerò su quello”.
Se solitamente Andreeva è ben vista dal pubblico, stavolta naturalmente erano tutti a favore dell’avversaria per un chiaro fattore logistico: “Posso dire che me lo aspettavo, ovviamente. È normale che supportino una giocatrice francese quindi sapevo che sarebbe stato così. Credo di averla gestita abbastanza bene nel primo set l’ho. Non ci ho fatto troppo caso, ma ovviamente con i nervi e la pressione è diventato un po’ più difficile. Penso che potrò imparare da tutto ciò quindi non ho altro da aggiungere per ora”.
Mirra oggi ha perso un po’ il controllo delle emozioni, un qualcosa su cui ha lavorato parecchio negli anni: “Penso che sia stato un mix di tutto. Non ero molto soddisfatta di alcuni punti, di alcuni colpi e decisioni che ho preso in campo. Ovviamente anche la pressione del pubblico ha influito, in alcuni momenti non mi sentivo molto sicura delle mie azioni e dei miei colpi. Tutto questo insieme ha avuto un ruolo nella situazione. Però penso ancora una volta che imparerò da questo e farò del mio meglio per non ripetere certi errori la prossima volta che giocherò una partita importante come questa” aggiunge sorridendo.
Naturalmente diverse le domande su Boisson, avversaria dal ranking superiore alla 350esima posizione ma in grado di mettere vittime sportive illustri: “So che era intorno alla 150, ma poi ha avuto un infortunio, quindi sapevo che il ranking è solo un numero. Se sei n. 5 del mondo o n. 300, una partita può comunque essere dura e allo stesso livello, non ho dato troppo peso al ranking. La conoscevo già dai tornei da 60K in Svizzera, quindi sapevo come avrebbe giocato. Penso che ora stia dimostrando di essere una giocatrice migliore rispetto alla sua attuale classifica”.
Sulle armi tattiche dell’avversaria: “Ha un ottimo servizio e un grande dritto. Oggi ha fatto molti vincenti con il dritto. È stata solida e costante per tutta la partita. Certo, anch’io avrei potuto fare qualcosa meglio, ma questo è il tennis. Oggi ha gestito meglio la situazione e penso sia per questo che ha vinto“.
Torna in tendenza il discorso sulla gestione del pubblico francese, tutt’altro che alleato di Mirra: “Penso che nel primo set ho fatto bene a non reagire a quello che dicevano o urlavano.
Se fossi riuscita a fare lo stesso per tutta la partita sarebbe stato ottimo. Ovviamente ci sono stati momenti più difficili, ma se riesco a rimanere come nel primo set, senza reagire a nulla per tutto il match, sarebbe l’ideale. Per ora ho ancora molto da imparare e sfrutterò questo tempo per crescere e migliorare“.
Andreeva l’ano scorso parlava di “libertà di giocatore” mentre in questa conferenza stampa ha usato spesso la parola “pressione“. La russa ha spiegato: “Direi che tutto è iniziato forse quando ho dovuto iniziare a difendere tanti punti conquistati l’anno scorso. Penso che molti giocatori sentano la pressione quando devono difendere punti o titoli. Fa parte di questo sport, forse non è l’aspetto più bello, ma bisogna imparare a gestirlo. Io sto ancora imparando. Ho ancora tempo per farlo e spero che la prossima volta saprò affrontare meglio la situazione“.
Il sogno francese di Boisson campionessa è fattibile? Mirra non si sbilancia: “Beh, è facile dirlo da qui seduti, ma non è facile quando si è in campo. Se continuerà a giocare così, in modo libero e senza paura – senza la pressione della sconfitta o qualsiasi altra cosa – penso che chiunque possa vincere. Non sarà facile, ma sarà interessante vedere chi vincerà alla fine di questa settimana. Se crederà abbastanza in se stessa, forse può farcela. Ma davvero, da qui per me è difficile dirlo“.
È stata notata una minore comunicazione con il suo angolo, specialmente con Conchita, un qualcosa che di solito è parte integrante delle partite di Andreeva: “Beh, posso dire che all’inizio della partita tutto era normale, come sempre. Dopo qualche errore o decisione sbagliata, guardavo verso di lei per capire cosa mi avrebbe detto, anche dopo qualche doppio fallo, per capire se dovevo cambiare qualcosa. Ovviamente a volte ero un po’ emotiva, ma non è successo niente di grave. Oggi è stato semplicemente uno di quei giorni in cui è un po’ più difficile gestire tutto ciò che succede in campo”.