Doppio traguardo raggiunto per Daniil Medvedev che con la vittoria sul francese Quentin Halys – sconfitto 62 75 – tocca le 400 vittorie in carriera e conquista i quarti di finale al “Terra Wortmann Open” di Halle, in Germania. Il russo diventa così il decimo giocatore in attività con almeno 400 partite vinte in carriera. In cima alla graduatoria troviamo, guarda un po’, Novak Djokovic a quota 1145; a seguire Marin Cilic (590), Gael Monfils (582), Stan Wawrinka (579), Alexander Zverev (496), Grigor Dimitrov (473), Kei Nishikori (451), Fabio Fognini e Roberto Bautista Agut (426).
Un cerchio se chiude per Medvedev che ha trovato la prima vittoria nel circuito maggiore proprio sull’erba, a ‘s-Hertogenbosch, nel 2016, quando superò all’esordio 6-3 6-1 l’argentino Horacio Zeballos. “Una volta ne parlammo, Horacio arrivava dal Roland Garros e per lui la transizione all’erba non era facile. Io ero intorno alla posizione numero 250 in classifica, e lui era piuttosto contento. Poi l’ho battuto nettamente, è stata una sensazione fantastica” ha detto Medvedev.
Quattrocento vittorie sono tante, ma qualcuna è più speciale di altre. “Se dovessi sceglierne una, direi quella su Novak Djokovic in finale allo US Open, perché è il mio unico titolo del Grande Slam”, ha aggiunto Medvedev che tolse al serbo la possibilità di completare il Grande Slam. “Ma potrei facilmente nominarne una ventina davvero importanti, ciascuna per motivi diversi”, ha sottolineato, come quella in rimonta – 26 76(6) 76(5) – sul polacco Hubert Hurkacz nei quarti a Toronto sempre nel 2021.
“Nel primo set non sapevo cosa fare. Lui giocava bene, io non giocavo al meglio, ed era ovunque sul campo, non mi dava nessuna possibilità. Finì 6-2. Ho salvato una palla break all’inizio del secondo set e mi dicevo: ‘Non c’è modo che io possa vincere questa partita’. Poi sono riuscito a servire meglio, ho vinto al tie-break del terzo chiudendo con un ace, e poi ho vinto Toronto, il che mi ha dato una grande spinta di fiducia. Due settimane dopo ho vinto lo US Open”. Ogni vittoria ha un suo peso conclude il 29enne moscovita: “Una partita presa da sola non rappresenta nulla. Ma senza quelle vittorie magari non avresti avuto la stessa carriera”.