Il piano di ampliamento del sito dove si svolge il torneo di Wimbledon, di cui già in passato ci siamo occupati, torna a essere di prima attualità; se ne occupa domenica anche Il Sole 24 Ore, che parla della contrapposizione tra l’All England Club, portatore del progetto, e i comitati che allo stesso si oppongono; il quotidiano di Confindustria arriva a definire feroce la contesa in atto, paragonandola a certe sfide di taglio burocratico più tipiche del nostro paese.
L’obiettivo è riconvertire il Golf Park Course per aggiungere 39 campi nuovi, oltre che di un nuovo stadio da 8000 posti, utili per ospitare finalmente il torneo di qualificazione, che oggi si svolge al Community Sports Centre di Roehampton, cinque chilometri lontano dalla sede della manifestazione. L’afflusso di pubblico per le partite del tabellone cadetto passerebbe da duemila a cinquantamila persone, una svolta nel traffico e quindi negli incassi del torneo, che avrebbe quindi un traffico distribuito su tre settimane.
Il Club si aspetta entro il 2033, termine ultimo dei lavori, un impatto da 300 milioni di sterline (circa 350 milioni di euro) con 250 posti di lavoro in più. Il progetto prevede alcune iniziative volte a rendere lo stesso più sostenibile e magari più digeribile a chi lo osteggia, come la realizzazione di un lago e di una passerella di tre chilometri e la sistemazione di 1500 alberi, più otto milioni per altre soluzioni volte a migliorare il sito.
La battaglia legale scatenatasi intorno al progetto ha già visto completarsi tre capitoli, due a favore dell’espansione (quello del consiglio del quartiere di Merton e quello dell’ufficio del sindaco di Londra) e uno contro (quello del consiglio del quartiere di Wandsworth), ma ora il comitato “Save Wimbledon Park” ha deciso di andare fino in fonod e di portare la faccenda davanti alla Corte di Londra.
Chi dice no ai lavori ricorda di come il Club, all’acquisizione del parco, si fosse impegnato per mantenerne la destinazione d’uso; il comitato di quartiere ha già raccolto diverse migliaia di firme, oltre a donazioni, perché il progetto sia bloccato, nonostante la Greater London Authority si sia già pronunciata a favore del progetto. La Corte cittadina si esprimerà tra l’otto e il nove luglio, in piena seconda settimana del torneo.