Ci sono momenti in cui qualcosa scatta. E le gioie arrivano tutte assieme, a brevissima distanza l’una dall’altra. È quello che è successo nell’estate del 2021. La vittoria della Nazionale azzurra agli Europei di calcio, le straordinarie Olimpiadi di Tokyo con molteplici imprese, tra cui gli ori nei 100 metri piani e nella staffetta 4×100. Ma anche il tennis, con Matteo Berrettini finalista a Wimbledon. Fu Novak Djokovic quella volta a sbarragli la strada. Quattro anni dopo, però, Jannik Sinner ha vendicato il suo connazionale. Sconfitto lo stesso asso serbo in semifinale, il giocatore altoatesino ha poi completato l’opera superando il rivale Carlos Alcaraz in finale ai Championships, portando quindi per la prima volta l’Italia nell’albo d’oro di Wimbledon, lo Slam più prestigioso.
“In Italia è chiaro che nello sport non ci si pongono più limiti”, ha commentato Marcell Jacobs in un’intervista rilasciata a Mattia Chiusano per ‘La Repubblica’. “Significa lavorare a livello mentale per raggiungere certi traguardi, resistendo quando altri non credono in te, reagendo quando le cose vanno male, tra sconfitte e infortuni”. E il 30enne nato a El Paso, ma cresciuto a Desenzano del Garda, lo sa benissimo. Tra infortuni e cambi di specialità Jacobs ha dovuto combattere non poco per arrivare al successo. E, dopo alcune complicate decisioni e un durissimo lavoro svolto, gli sforzi sono stati ripagati.
Ma se prima non ci fossero stati i momenti difficili, forse questi risultati non sarebbero arrivati. Per lui, ma anche per Jannik, sconfitto solamente qualche domenica prima in quella leggendaria finale del Roland Garros nel quale non era riuscito a sfruttare tre match point consecutivi. “Insegnano molto più le sconfitte delle vittorie. Quando perdi riesci a capire cosa hai sbagliato, cosa si può migliorare. Quando arriva la vittoria, ovviamente è grandiosa e magnifica, ma difficilmente ci si ferma per capire cosa non ha funzionato”.
Sinner però da questo punto di vista è estremamente meticoloso. Non si lascia sfuggire nulla e nonostante i successi, che si gode appieno com’è giusto che sia, ha sempre in testa gli aspetti da limare per perfezionarsi giorno dopo giorno. “Non possiamo che pensare a Jannik, un ragazzo giovanissimo con una determinazione e una testa incredibile. Sta migliorando ogni stagione sempre di più, riesce a gestire situazioni come se fosse numero uno del mondo da dieci anni: invece ne ha soli 23. Ogni anno, e da tanti anni, l’Italia riesce sempre a tirare fuori qualcosa di incredibile. Sappiamo che se ci crediamo veramente possiamo scrivere la storia”.
