Il direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta ha concesso un’intervista al quotidiano “Il T” nel corso della quale ha raccontato le sue emozioni per il primo trionfo di un italiano a Wimbledon (“In ogni angolo del mondo un bambino che prende la racchetta in mano sogna di vincere i Championships”), approfondendo poi i retroscena di una giornata speciale e le sue sensazioni sul tennista e sul ‘personaggio’ Sinner. Andiamo a leggere insieme, nel dettaglio, le parole del direttore.
LA COMMOZIONE- “In 51 anni da inviato a Wimbledon – la prima volta fu nel 1971 – ho sempre visto vincere gli altri, ma mai un italiano: mi sono commosso. Ho assistito a troppe edizioni in cui eravamo contenti se c’erano due italiani che si affrontavano al secondo turno, per essere certi di averne uno al terzo. Dalla finale del 2021 di Berrettini in poi è cambiato tutto, non c’è solo Sinner, oggi abbiamo anche Musetti e Cobolli”
CLERICI E TOMMASI- “Mi piange il cuore non poter condividere con loro questo momento di gioia, lo avrebbero meritato. Gianni se avesse potuto raccontarci questa impresa ci avrebbe sicuramente stupito, se ne sarebbe uscito con qualcosa di inaspettato. Ai tempi di Becker con Rino e con Clerici scherzavamo spesso sul fatto che se Becker fosse nato un centinaio di km più in giù avremmo fatto ‘bingo’, adesso con Sinner la situazione si è ribaltata”.
SINNER E I PARAGONI- “Come tennista mi ricorda molto Ivan Lendl mentre a livello di atteggiamento, invece, ha dei tratti molto simili a Edberg: è molto riservato e distaccato con i giornalisti. Lo apprezzo per la sua semplicità e perché è un bravo ragazzo ma secondo me dovrebbe cambiare un pochino la sua comunicazione ed avere un approccio più diretto ed aperto con la stampa. Dovrebbe capirlo lui e soprattutto il suo manager, Alex Vittur, che da quel punto di vista è troppo chiuso, non cerca di creare un rapporto con la stampa. L’altra sera ad esempio Iga Swiatek ha festeggiato la vittoria del torneo con tutti e 20 i giornalisti polacchi al seguito, Sinner non ci ha pensato nemmeno”.
