Jasmine Paolini, grazie alla vittoria su Ashlyn Krueger, si è qualificata agli ottavi di finale del Cincinnati Open e, nella giornata di giovedì 14 agosto tornerà a sfidare, per la prima volta dalla finale di Wimbledon dello scorso anno, la due volte campionessa slam Barbora Krejcikova.
Barbora e Jasmine (praticamente coetanee, sono infatti nate a un paio di settimane di distanza a cavallo tra il 1995 e il 1996) hanno faticato, da quel giorno, a ritrovare la leggerezza che le aveva portate a disputare la partita di tennis più prestigiosa della stagione: Paolini, perlomeno in campo, ha perso il sorriso che aveva accompagnato i suoi match del 2024, confrontandosi, per la prima volta, con il peso della classifica, dei punti e della pressione dei piani alti del circuito mondiale. Lo storico successo di Roma ha rappresentato solamente un breve sollievo, che non è riuscito, almeno apparentemente, a spazzare via quel peso delle aspettative, e Jasmine non ha perdonato a sé stessa – tra un cambio di allenatore e l’altro – la normalità di una stagione di assestamento più che positiva, considerando il capolavoro del Foro Italico, sotto gli occhi del Presidente Sergio Mattarella: un assestamento di lusso – caratterizzato dalla nona posizione nella classifica Race – che la sta tenendo più che viva nella lotta per un posto alle WTA Finals. Proviamo a fare un gioco, invertendo il 2025 e il 2024 di Jasmine: e immaginiamoci, per un attimo, una Paolini campionessa a Roma ma nel 2024, con conseguente nono posto nel ranking, dopo una vita passata nella normalità della seconda o della terza fascia WTA, quando un secondo turno Slam era un risultato da festeggiare: esatto, staremmo parlando di una stagione leggendaria. Questione di prospettive, già.
Krejcikova, invece, dall’inizio di luglio del 2024, non ha più disputato nemmeno una semifinale (se escludiamo quella delle Finals, ma si trattava, come sappiamo, di un evento particolare, con i gironi): un problema alla schiena ha iniziato a perseguitarla subito dopo, nel corso del rapido cambio di superficie tra Wimbledon (erba) e il torneo olimpico di Parigi (terra battuta) e la campionessa ceca, alla fine della scorsa stagione, ha deciso di prendersi una lunga pausa del circuito, in modo tale da curare l’infortunio, rientrando in campo solamente alla fine di maggio, nel WTA 250 di Strasburgo. Barbora si è ripresentata a Wimbledon con appena sette partite nelle gambe (3 vittorie, 4 sconfitte), è stata eliminata al terzo turno da Navarro e il crollo in classifica è stato inevitabile: ha perso praticamente tutti i 2mila punti del trionfo del 2024 e, di conseguenza, oltre 60 posizioni nella classifica WTA (da 16 a 80). Al Cincinnati Open ha vinto tre match al terzo e decisivo set, con Parks, Svitolina e Jovic, mettendo in mostra alcuni lampi del suo (magnifico) tennis a tutto campo e, soprattutto, la voglia di stare lì, nonostante i soliti limiti in fase difensiva, accettando la ruggine di un talento che ha dovuto fermarsi sul più bello, perchè con la schiena non si può scherzare.
Krejcikova e il ricordo di Novotna: “Quando non ero nessuno lei mi spronava”
La condizione atletica non può essere quella dei giorni migliori e, nel match con Jovic (12 anni più giovane di lei), l’umidità dell’Ohio ha costretto Krejcikova a gestire le energie: la luminosità del suo gioco ha sbattuto contro gli spigoli degli errori gratuiti e di una condizione atletica approssimativa ma, come dicevamo, Barbora è rimasta lì, e ha vinto la partita. La terza consecutiva, e non accadeva proprio dalle Olimpiadi: da un lato, dunque, la pressione di Jasmine, che, con Ito, a Montreal, si è trasformata in una tensione quasi isterica e, dall’altro, la convalescenza fisica, tecnica ed emotiva di Krejcikova, che vuole ripartire da Cincinnati, a caccia dell’ultimo guizzo di una carriera da film, caratterizzata dal fascino dell’underdog silenziosa e dal rapporto indelebile con Jana Novotna.
Due talenti diversi ma altrettanto puri, che prestano spesso le rispettive intuizioni al doppio (un titolo Slam per l’italiana, addirittura 7 per Barbora) e che, in pochi, hanno visto davvero arrivare, perchè la prima pagina, teoricamente, doveva essere dedicata a qualcun’altra: poi, ad un certo punto, ci siamo accorti (stavolta in tanti) che erano quelle che giocavano meglio a tennis di tutte.
Gli ottavi di finale di Cincinnati, per una volta, metteranno in palio molto di più: una svolta.