La sua è stata una favola che non ha conosciuto il lieto fine. Ha alzato bandiera bianca, ha preferito porre fine a un periodo di anonimato dopo aver toccato il cielo con un dito. Kyle Edmund ha detto basta a 30 anni. Si arrende non tanto agli infortuni, quanto all’incapacità di tornare ai suoi livelli malgrado il grande sforzo e i tanti sacrifici fatti.
Da erede designato di Andy Murray al ritiro: è stato il suo corpo a dire basta dopo i tre interventi al ginocchio subiti dal 2020 al 2022, a cui occorre ricordare le problematiche al polso e all’anca che lo hanno martoriato per lunghi mesi. Ha provato a rientrare, ma non riuscendo a ritrovare completamente il suo livello competitivo ha detto basta. Lo ha fatto con un filmato di undici minuti pubblicato sul canale YouTube della LTA, l’associazione tennis del Regno Unito.
“Il mio corpo ha raggiunto un punto di non ritorno” ha detto Edmund, uno dei due britannici a raggiungere le semifinali in Australia nell’ultimo mezzo secolo.
E’ stato numero 1 britannico nel tennis, n. 14 del mondo e semifinalista all’Australian Open 2018. In quell’edizione riuscì a battere Kevin Anderson e Grigor Dimitrov, prima di fermarsi contro Marin Cilic. Avrebbe poi vinto due titoli ATP, Anversa 2018 e New York 2020, prima che il problema cronico al ginocchio si impadronisse della sua carriera. Ha fatto parte della nazionale britannica che conquistò la Coppa Davis nel 2015.
Nell’era post Covid disputò sette partite, sperando di aver superato i suoi problemi. Aveva usufruito del ranking protetto ma non è più riuscito a tornare ai suoi livelli.
“Gli ultimi cinque anni mi hanno messo a dura prova con tre interventi chirurgici e altri infortuni derivanti dal tentativo di guarire. Posso dire di aver fatto del mio meglio e di aver dato il massimo per tornare dov’ero. Non ho alcun rimpianto. Sono sempre stato una persona molto determinata e non ho dubbi che applicherò quello che ho imparato nel tennis a qualsiasi cosa farò in futuro. Questo mi entusiasma molto”, ha dichiarato Edmund.
Il britannico giù l’anno scorso al quotidiano The Times aveva spiegato il suo rammarico per quanto accaduto nella sua carriera: “Ci sono stati dei piccoli momenti in cui mi sono detto: Che senso ha? Non sto andando da nessuna parte. Non è tanto per gli interventi chirurgici veri e propri, ma quando torni a giocare e non raggiungi il livello desiderato, e non per mancanza di impegno”.
Ha affermato di non avere avuto alcun rimpianto e di sentirsi grato per il percorso fatto. Ora desidera dedicare più tempo alla famiglia e guardare con entusiasmo a ciò che verrà. L’ultimo match lo ha disputato all’ATP Challenger di Nottingham nel giugno 2025, persa contro Jack Pinnington Jones .
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