Nicolas Mahut non ha bisogno di presentazioni, ma un paio di cose vanno ricordate. Numero 37 in singolare, in molti lo ricordano per il leggendario e infinito match a Wimbledon contro John Isner, la partita più lunga della storia del tennis; è arrivato in vetta al ranking ATP di doppio, specialità che lo ha visto completare il Career Grand Slam, e non ha avuto alcun timore a far sentire forte la sua opposizione al cambio di formato della Coppa Davis ai tempi dell’ingresso di Kosmos. Ed è tornato a dire la sua, Nico, questa volta da New York.
Nuova presenza nell’angolo di Benjamin Bonzi in veste di allenatore, Mahut era appunto in quell’angolo durante l’incontro tra il suo pupillo e Daniil Medvedev. E, quando diciamo l’incontro, intendiamo l’episodio controverso (se ci passate l’eufemismo) accaduto nel terzo set sul match point per Bonzi, vale a dire quando mancava un punto alla fine e invece la sfida era solo a metà.
Sbagliata la prima battuta, Bonzi si appresta a servire la seconda ma un fotografo entra in campo (forse pensando che il match fosse finito). L’arbitro ferma il gioco, si rivolge all’intruso, “non adesso, fuori dal campo, per favore” e poi concede la prima di servizio a Bonzi. Rientra infatti tra i suoi poteri decidere se l’interruzione tra la prima e la seconda battuta è stata “insolitamente lunga e ha interrotto ingiustamente il ritmo del battitore”. Medvedev non ci sta, aizza il pubblico che sembrava non aspettare altro mentre si dirige sotto la sedia scaldata da Greg Allensworth rivolgendogli frasi che avrebbero probabilmente meritato una sanzione per la violazione del Codice: “Sei un uomo? Perché stai tremando?”. Poi, rivolgendosi alla telecamera, “non gli piace stare qui. Viene pagato a match, non a ore”.
Il pubblico non si placa e passano sei minuti prima che Bonzi possa servire di nuovo la prima (fuori, boato dagli spalti) e perdere il punto (altro boato). Tornerà a match point dopo due set e quella sarà la volta buona. Dopo le parole di Bonzi e quelle di Medvedev in conferenza stampa, sono arrivate quelle di Mahut raccolte dal quotidiano L’Équipe.
“Avete mai visto niente del genere, un fotografo che entra in campo proprio mentre stanno per giocare un match point? Incredibile” commenta il classe 1982 francese. “Comunque, episodi come questo accadono sempre nei momenti critici”. Ed ecco l’affondo: “Credo che l’arbitro non abbia gestito bene la situazione, e preferisco non parlare del comportamento di Daniil nella foga del momento perché non voglio dire cose di cui potrei pentirmi, ma non riesco a immaginare Alcaraz o Sinner comportarsi in quel modo nemmeno per un secondo”.
Sei lunghi minuti di attesa. “Più il tempo passava, più sentivamo Benjamin irrigidirsi. È diventata davvero lunga. Prima c’è stato il momento con Daniil, poi il pubblico, che non è quello di Wimbledon. E più passava il tempo, più sentivo che diventava difficile per Ben. Quando gioca quel punto, le sue gambe smettono completamente di muoversi. Poi fa un ottimo punto sul 40 pari, ma sbaglia la volée e da lì la partita cambia completamente” racconta Nicolas che spiega anche come ha vissuto la situazione: “Ho sofferto per lui perché ho visto che ciò che è successo alla fine del terzo set ha lasciato un tale carico emotivo che ha avuto i crampi all’inizio del quarto, mentre fisicamente è un mostro. Quando ha perso 6-0 il quarto ritorvandosi sotto di un break nel quinto, lì cominci a dirti che sarà difficile. Ma ha trovato le risorse ed è stato estremamente coraggioso. Penso che sia davvero una partita che conterà nella sua carriera e che lo farà crescere”.
Un match vinto due volte, anzi tre: due con il tennis e una con la testa. “È davvero notevole” conclude Nico, “perché è stato più forte di Daniil per tre set, lo ha dominato in tutti gli aspetti del gioco. Daniil si è tenuto a galla grazie al servizio, ma Benjamin era superiore fino a quell’episodio che ha cambiato l’inerzia del match. Il modo in cui è riuscito a vincerla è eccezionale per lui”.
E, intanto, Bonzi è salito 3-1 nei confronti diretti con Medvedev: tre vittorie negli Slam, mentre Daniil rimane a quella a livello Challenger.