Dalla semifinale del Lemon Bowl 2012, al terzo turno dello US Open 2025. Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli condividono un percorso da quando avevano meno della metà degli anni che hanno attualmente. E si parla di due ragazzi classe 2002. Dunque, si conoscono da una vita. E da quel penultimo atto al Lemon Bowl, vinto al terzo set dal ragazzino di Carrara – che ricorda di quanto il tifo in quel di Roma fosse estremamente schierato dalla parte dell’avversario capitolino -, ne sono successe di ogni.
‘Muso’ si è affacciato nel circuito maggiore prima di ‘Cobbo’, ma il loro rapporto non è mai cambiato. I due si sono sempre spronati a vicenda e sul Louis Armstrong Stadium di New York, alle 17 italiane di sabato 30 agosto, per la prima volta da quando sono professionisti dovranno mettere da parte il bene che provano l’un per l’altro, sfidandosi nello sport che amano. “Siamo cresciuti insieme, siamo migliori amici, quindi sarà una partita bellissima”, aveva detto Flavio dopo l’ultimo successo sul tennista di casa Jenson Brooksby al set decisivo.
“Lorenzo era già quel ragazzo con delle ottime mani, con il rovescio a una mano e sempre con il sorriso. Dopo il match credo che abbiamo anche giocato un’altra partita in un altro campo, però senza le telecamere”, ricorda il campione dei tornei di Bucarest e Amburgo riguardo quella famosa sfida contro Musetti. Non sarà il primo derby nel torneo per il numero 26 ATP, già vittorioso su Francesco Passaro all’esordio, sempre in cinque frazioni. “Mi ha aiutato. Sono più pronto e magari riesco a gestire meglio la parte emotiva, ma a livello di partita è completamente diversa. Bisogna prepararla al meglio e alzare il livello per riuscire a metterlo in difficoltà”.
Come quando in quarantena i due si sfidavano a colpi di cucina, con una sfida via Social che li aveva tenuti impegnati per svariati giorni. “Nel periodo del lockdown per il Covid eravamo sempre in contatto. Eravamo io, Zeppieri e lui a sentirci in videochiamata tutti i giorni per sfruttare quel tempo morto. Zeppo partecipava meno, ma io e Muso eravamo carichi perché ci piaceva cucinare. Per cinque, sei, sette giorni abbiamo cucinato piatti diversi, pubblicando le storie su Instagram con il voto. Non mi sembra di aver mai vinto, ma lui aveva più follower”.
Anche il secondo classificato a Monte Carlo, e semifinalista a Madrid, Roma e Roland Garros ha detto la sua riguardo il rapporto con Flavio, sempre partendo da quella partita romana quando erano ragazzini. “Da lì abbiamo iniziato a viaggiare spesso insieme; abbiamo condiviso tanti tornei junior, come la Coppa Davis, le Winter Cup, le Summer Cup e tanti raduni in giro per il mondo. Ritrovarsi ora a questi livelli è bello. Giocare contro un amico non è facile, soprattutto a livello mentale. In queste partite conta tanto chi entra in campo più convinto. Il campo da tennis è come un ring, bisogna affrontarsi. L’amicizia resta, ma in campo tutti vogliono vincere”, le parole del decimo tennista mondiale, che tra il match di apertura contro il francese Giovanni Mpetshi Perricard e quello contro il belga David Goffin ha lasciato per strada solamente un set, disputandone quindi 7 in totale contro i 10 giocati da Cobolli sino ad ora.
Nonostante sino a pochi giorni fa i due si divertivano insieme al parco divertimenti di Cincinnati, sul secondo campo più importante dell’impianto dello US Open i due ora metteranno in piedi una battaglia senza esclusione di colpi. E, una volta concluso il match, amici come prima.
