La sedicesima sfida tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si preannunciava equilibrata e probabilmente pochi avevano previsto un esito – soprattutto nel gioco – così netto a favore dello spagnolo. “Ha fatto tutto meglio di me” ha ammesso l‘azzurro dopo il match. Dopo i tanti commenti e le valutazioni più o meno a caldo degli addetti ai lavori, arriva anche un’analisi del giorno dopo. A offrirla è Feliciano Lopez, ex n. 12 ATP (n. 9 in doppio), detentore del record di presenze consecutive negli Slam con 79 apparizioni, attuale direttore del Masters 1000 di Madrid e delle finali di Coppa Davis e volto d’eccezione per SEASE nella Milano Fashion Week Uomo. Ecco cosa scrive Feli su Twitter:
“Ora che sono passate alcune ore, una piccola riflessione sul trionfo di Alcaraz. Ha servito e risposto meglio che a Wimbledon. È sceso in campo con l’intenzione di essere lui a prendere in mano le redini della partita e non così preoccupato di quello che proponeva Sinner.
Dopo il servizio ha colpito molte volte il diritto come primo colpo e questo gli ha permesso di dominare la maggior parte dei punti. Quando il suo diritto funziona così è imprendibile. Ha variato la velocità e l’altezza negli scambi quando è stato necessario, utilizzando il rovescio slice. È riuscito a contrattaccare con il diritto in corsa sorprendendo il suo avversario. Alla minima opportunità è sceso a rete e così facendo è riuscito anche a mettere molto in difficoltà JS. La sua energia e determinazione nell’entrare in partita sono state anch’esse determinanti. Ci sono stati anche momenti di magia.
Per finire, ci ha reso felici ancora una volta e mi sento molto fortunato di averlo potuto raccontare. Alcaraz è una benedizione per il tennis e un orgoglio per il nostro Paese. Congratulazioni campione!”
Analisi impeccabile di quello che è successo domenica sull’Arthur Ashe. Rimane piuttosto complicato (e in effetti Feliciano non tocca l’argomento) stabilire quanto la bassa percentuale di prime battute di Sinner (48%) abbia dato ulteriore sicurezza ad Alcaraz e messo pressione a Jannik stesso. Resta il fatto che tra qualità di servizio, colpo in uscita e risposta, Carlos ha scavato un abisso negli scambi fino a quattro colpi: 85 a 58 per lui.