L’infortunio di Holger Rune ha portato con sé un silenzio profondo, sia da parte del suo team, che della sua famiglia. Il tennista danese ha subito la rottura del tendine d’Achille durante l’ATP di Stoccolma e dovrà rimanere fuori dal campo da gioco per molti mesi. Questa drammatica situazione ha scoperchiato nuovamente le tante polemiche che ci sono attorno al circuito ATP, sulla frequenza assidua dei tornei e dei pochi momenti di riposo per i giocatori tra una competizione e l’altra.
Alcuni dei migliori giocatori del circuito, come Taylor Fritz e Jack Draper, hanno espresso il loro disappunto, mostrando tutto il loro dissenso verso questa situazione. “Le carriere dei giocatori devono essere tutelate dal Tour stesso”, questo è il messaggio e l’attacco da parte del tennista inglese sull’infortunio di Rune e sulla preoccupazione generale per il futuro. A rompere definitivamente il silenzio è stata anche la madre, nonché manager di Holger, Aneke Rune, che ha rilasciato un’intervista a ‘B.T.’, criticando apertamente l’ATP.
Il duro sfogo di Aneke Rune: “Ci sono troppi tornei obbligatori”
“Ci sono semplicemente troppi tornei obbligatori. Tornei a cui i giocatori sono obbligati a partecipare e in cui vengono puniti duramente dal punto di vista economico se non li giocano tutti. I giocatori semplicemente non hanno il tempo di recuperare adeguatamente durante la stagione. Quella che avrebbe potuto essere una settimana libera con allenamenti leggeri e ricarica, ora è una settimana frenetica di tornei con partite ogni due giorni, mentre ci sono eventi mediatici obbligatori per ogni singolo torneo. Non c’è riposo, né fisico né mentale“.
Non sono mancate di certo le critiche a Michael Rasmussen. L’ex ciclista, nelle scorse settimane, ha ritenuto “inaccetabile” che Rune non fosse adeguatamente preparato per Shangai, dopo aver riscontrato dei crampi durante un match. “Ho sentito il ciclista Michael Rasmussen dire che era semplicemente inaccettabile che Holger non fosse fisicamente pronto per Shangai. E a questo posso solo rispondere che, considerando i precedenti dell’ex ciclista del Tour de France, che ha fatto uso sistematico di doping per 12 anni, sono assolutamente certa che sarebbe stato in grado di prepararsi adeguatamente per un torneo di tennis a Shangai e una stagione di 45 settimane di lavoro ad alta intensità”.
La mamma del danese ha continuato, spiegando come sia impossibile rifiutarsi di giocare meno tornei o – addirittura – decidere di ignorare alcuni di quelli obbligatori. “In tal caso, verremmo penalizzati economicamente con riduzioni non ragionevoli. C’è un bonus annuale per i giocatori, che consiste in una ripartizione degli utili al 50%. Ma nell’ATP le regole prevedono che se si salta uno dei tornei obbligatori Masters 1000, la quota complessiva viene ridotta del 25%, che viene detratta dalla quota annuale del giocatore. E non solo, si viene esclusi dal prossimo torneo Masters 1000, quindi una rinuncia involontaria si trasforma in realtà in due“.
Secondo Aneke Rune, l’ATP dovrebbe concentrarsi di più sulla qualità del gioco piuttosto che sulla quantità, cercando di togliere un po’ di pressioni ai giocatori. “Le sanzioni in caso di rinuncia sono irragionevoli, bisognerebbe invece concentrarsi sull’aumento delle qualità del gioco, avendo in campo giocatori freschi e riposati. Se si vogliono fare riduzioni economiche, che siano percentuali rispetto al numero di partire giocate e alle rinunce. Invece di privarli di tutto. Holger è l’ultima vittima di una serie di giocatori infortunati. E’ inaccettabile che non si tenga maggiormente conto del benessere dei giocatori, ma che si continui semplicemente a metterli sotto pressione”.