Verso la fine della conferenza stampa di Djokovic dopo la vittoria all’esordio contro Tabilo ad Atene, la giornalista Vicky Georgatou ha chiesto conto a Djokovic delle dichiarazioni del presidente Binaghi, che aveva confermato la presenza di Djokovic alle ATP Finals.
La risposta Di Djokovic è stata nettissima:
Non so da dove lui (il Presidente ndR) ha avuto questa informazione, certamente non da me e non dal mio team! Deciderò a fine torneo!”
Le parole lasciano ben intendere come dunque bisognerà attendere novità dalla Grecia riguardo l’eventuale presenza di Nole, al quale si legherebbe anche quella di Lorenzo Musetti o Felix Auger-Aliassime, a Torino. Riportiamo di seguito la conferenza integrale.
D: È la prima partita in questa bellissima arena. Com’è stato giocare qui, e come descriveresti l’atmosfera?
NOVAK DJOKOVIC: “È stato molto piacevole. L’atmosfera era fantastica, il pubblico mi ha sostenuto proprio come me l’ero immaginato e come speravo che fosse. Vorrei ringraziare tutti coloro che sono venuti da Atene, dalla Grecia, e ho sentito che anche molti dalla Serbia sono venuti. È stato veramente bello giocare qui, sicuramente uno dei palazzetti dello sport più belli d’Europa, forse del mondo. Il campo da tennis in questa cornice è spettacolare. È stata una battaglia difficile, ma sono molto soddisfatto di come ho combattuto, superando ostacoli importanti all’inizio del torneo”
D: Sei noto per il tuo approccio sia spirituale che fisico alle partite. C’è qualcosa nella mitologia o cultura greca che ti ha ispirato in questa direzione?
NOVAK DJOKOVIC: “La storia greca è incredibile, la mitologia greca ha ispirato persone in tutto il mondo, ma anche la religione ortodossa che collega in modo particolare Serbia e Grecia ha per me un significato speciale. Se vogliamo, mi considero una persona spirituale e religiosa. Credo nel potere divino, credo in Dio, e penso che tutto il successo che ho avuto nella mia carriera sia stato possibile grazie a questa forza superiore e al suo intervento. Prendo questo aspetto molto sul serio, non solo come routine professionale ma proprio come parte della mia identità. Uno degli aspetti che ho notato di più qui in Grecia è quanto le persone siano credenti e religiose, e mi piace molto. Penso che il mondo abbia bisogno di più spiritualità e fede; ovviamente noi siamo cristiani, ma ci sono religioni bellissime nel mondo che spesso vengono dimenticate a causa dello stile di vita materialista. Per me questa realtà è importante e in Grecia trovo grande equilibrio e rispetto per le radici. Mi sento molto a mio agio qui”
D: Ho visto una cerimonia speciale dopo la partita. Quanto è stato significativo per te quel momento?
NOVAK DJOKOVIC: “È stato un momento molto emozionante, pensando a cosa ha significato per me e per la mia famiglia, sia a livello personale che professionale. Lui è stato il mio “padre tennistico”, come mi piace chiamarlo, una persona che ha avuto un ruolo fondamentale nella mia crescita sia come tennista che come persona. È stata una notizia molto triste quando ho saputo che era mancato qualche mese fa. Ho partecipato al suo funerale, il primo funerale della mia vita, un’esperienza molto difficile. Ma la sua eredità, ciò che ha lasciato a me e allo sport, non svanirà mai. Finché giocherò a tennis e finché vivrò, celebrerò il suo nome. Stasera è stato un momento di tributo, e sono sicuro che in futuro le persone conosceranno il suo impatto nel mondo del tennis e dello sport. Se lo merita, era veramente speciale”
D: Il primo set si è deciso al tie-break, il secondo invece è stato più semplice per te. Come lo spieghi?
NOVAK DJOKOVIC: “Così è il tennis. A volte serve tantissima energia e fatica per vincere un set, che può essere stimolante psicologicamente e fisicamente per te, mentre per l’avversario può essere un momento difficile da superare e deve trovare un modo per rientrare in partita. L’inizio del secondo set era cruciale per me. Vincere il primo era importante, ma all’inizio del secondo ero un po’ provato fisicamente, quindi ho cercato di tenere il servizio e aspettare le opportunità sulla sua battuta. Sul 2-1 abbiamo cambiato le palle e sono riuscito a brekkare a zero, lui ha messo quattro prime, io ho variato la velocità e il ritmo, ho provato tattiche diverse e ha funzionato bene. Ho difeso molto bene in quei momenti. Dopo il break mi sono sentito ancora più motivato e ho finito la partita molto bene“
D: Ti capita spesso di pensare al ritiro? Cosa pensi di questo argomento?
NOVAK DJOKOVIC: “Più di una volta, certamente. Ma mi rifiuto di parlarne perché voglio godermi il momento, come questa sera in campo. Credo di essermi meritato il diritto di giocare quanto voglio. Mi identifico anche con Stan, che spesso riceve la stessa domanda e nella sua intervista ha detto giustamente “lasciatemi giocare in pace”. Capisco la curiosità su quando arriverà il momento, ma non esiste un conto alla rovescia nella mia testa. Ci penso qualche volta, ma alla fine decido di giocare seguendo i miei sentimenti, scegliendo io dove e quando giocare, non secondo quello che pensano gli altri”
D: “Quanto è importante per te il cerchio allargato della tua famiglia, il Nole Fan Club, con persone che arrivano non solo dalla Serbia ma anche dall’America e da altri continenti. Questi tifosi si trovano in tutti i tornei. Tu li noti sempre? Ho l’impressione che tu a volte ti rivolga direttamente a loro, lo sai? Quanto è importante per te?“
NOVAK DJOKOVIC: “Cerco davvero di non dare mai nulla per scontato. Spero che sentano quanto li apprezzo e quanto tengo al fatto che mi abbiano sostenuto incondizionatamente per tutti questi anni. Il numero di tifosi che si unisce alla community di Nole cresce sempre di più; li ringrazio moltissimo. Alcuni di loro sono così appassionati che mi seguono in tutti i tornei. So che queste persone viaggiano dall’altra parte del mondo per venire a vedermi e sostenermi non solo alle partite, ma anche davanti ai club, agli hotel o agli allenamenti. Il loro amore e sostegno incondizionato è qualcosa che mi tocca profondamente e sono molto grato. Cerchiamo di ricambiare in ogni modo possibile, sia io che il mio team. Grazie di cuore a tutti loro“
