Italia – Belgio 2-0
F. Cobolli [ITA] b. Z. Bergs [BEL] 6-3 6-7(5) 7-6(15)
È passato poco più di un anno da quando Flavio Cobolli nel settembre 2024, sempre qui a Bologna, fece il suo esordio con la maglia azzurra nella fase a gironi della Coppa Davis, proprio contro Zizou Bergs. Flavio era molto emozionato e perse 6-3 6-7 6-0, disputando comunque un buon incontro. Peccato perché solo alcuni giorni prima aveva prevalso contro il belga col punteggio di 4-6 6-3 7-5 6-3 nel secondo turno degli US Open.
Quest’anno Bergs ha avuto una buona annata (34/28 il suo bilancio), impreziosita da due finali ATP 250, purtroppo entrambe perse: in gennaio ad Auckland sconfitto da Gael Monfils e in giugno sull’erba di Rosmalen dove ebbe la peggio in due set contro Gabriel Diallo. In bacheca ha otto titoli Challenger, la metà dei quali conquistati sul cemento. Zizou, così chiamato dal padre, grande tifoso di calcio, in onore di Zidane, ha sempre mostrato un’ottima adattabilità al ‘clima Davis’, vincendo otto degli undici incontri finora disputati. E quest’anno, tra l’altro, ha portato due punti nel primo turno di qualificazione contro il Cile (Tomas barrios Vera e Cristian Garin le vittime) e uno solo (Jordan Thompson), ma decisivo, nel secondo turno con l’Australia, sconfitta 3-2.
Ma anche Cobolli non è lo stesso di un anno fa: ha avuto un’annata stupenda certificata dal nuovo best ranking (n.17 in luglio e ora n.22) che gli ha regalato nuove certezze. E un’altra certezza è che Berrettini gli consegna il testimone con un preziosissimo punto di vantaggio dopo la sua franca vittoria su Raphael Collignon.
La partita
La partita si apre con due ace di Cobolli che fortunatamente compensano un paio di strafalcioni…c’è tensione in campo. Si prosegue on serve per un paio di games fino a che nel quarto tre grossolani errori di Bergs regalano il break all’Italia. E sul 3-1 si gioca più tranquilli come dimostra subito Flavio che tiene senza fatica i suoi turni di servizio fino ad affacciarsi a set point. E qui, pur con qualche incertezza, chiude alla quinta occasione utile sul punteggio di 6-3 in 35 minuti.
Il secondo set fila via in perfetta parità, senza palle break né particolari emozioni, coi capitani che si sbracciano per incoraggiare i loro giocatori alla ricerca di uno spiraglio. A proposito, avete notato come Steve Darcis assomigli in maniera impressionante a Checco Zalone? Sarà per questo che nell’inevitabile tie-break (nessuna palla break in tutto il secondo set) se la ride di gusto quando un passante di Cobolli finisce lungo siglando il 7/5 a favore di Bergs. E’ passata 1 ora e 28 minuti e si riparte da capo.
Il terzo set
Si riparte in salita per l’azzurro che nel terzo gioco si trova a dover fronteggiare le prime palle break, tre per la precisione. Ed è sempre il servizio a cavarlo dagli impicci, un servizio che finora non era stato particolarmente incisivo. Un game questo che spiega benissimo l’essenza di un match brutto, sporco e cattivo.
Cobolli appare un po’ fermo sulle gambe e soffre molto, almeno quanto il pubblico che fa un tifo calcistico. Sul 4-4 altra palla break per il belga, ma ci pensa ancora ‘San Servizio’. Poi gira il vento e sul 5-4 le palle break sono per l’Italia, due che, per inciso, sono anche match point. Ma questa volta è molto bravo Bergs che estrae dal cilindro due servizi vincenti che gelano l’entusiasmo di Flavio. Si va dunque avanti, fino allo sfinimento.
E sul 5-5 è Bergs ad avere palla break, ma Cobolli ci mette una pezza e rimane avanti. Ormai non assomiglia più ad un match di tennis ma piuttosto ad una sorta di lotta greco-romana dove gli atleti, esausti, si avvinghiano l’un l’altro, forse anche solo per rimanere in piedi.
Vediamo allora cosa succede nel tie-break che deciderà gran parte del destino delle due squadre. Sul 2-4 Flavio ribalta lo scambio con un bellissimo pallonetto e torna on serve. Ma sembrano gli ultimi fuochi per l’azzurro che si trova sotto 4-6 e deve fronteggiare due match point. Li annulla con una discreta collaborazione da parte dell’avversario. Ma regala subito dopo la terza palla match con un dritto malpensato e mal eseguito. Flavio ci mette ancora una pezza ma sul 7-8 deve ricorrere ancora al servizio per annullare il quarto match point. Tie-break pazzesco.
Cobolli è lui sul 9-8 ad avere la palla per chiudere ma il belga fa un autentico miracolo e chiude a rete una volée tutt’altro che semplice: 9-9 e si continua. Match point per Bergs e Flavio chiede per l’ennesima volta aiuto al servizio che gli consente una facile chiusura a rete. Brutto errore di Bergs e match point per Cobolli che mette sciaguratamente in rete: 11-11. Il belga mette fuori una palla interlocutoria e offre un’altra opportunità a Cobolli che subisce lo scambio e non concretizza. Un dritto di Flavio gli procura il sesto match point ma Bergs rimedia col servizio: 13-13.
Poi è Cobolli che annulla un match point…non si riesce più a tenere il conto. Uno sventaglio drammaticamente sbagliato regala al belga il settimo match point che Flavio però annulla recuperando una bella smorzata dell’avversario: 15-15. Settima occasione per Cobolli che finalmente chiude con un vincente: 17-15.
Un tie-break incredibile in cui Bergs ha avuto 7 match point e Cobolli 5 (più i due sul 5-4). Un tie-break che entra di diritto nella galleria dei ricordi indimenticabili, il sesto più lungo nella storia della Davis. Un tie-break che riscatta una partita che fino a quel momento era stata piuttosto mediocre, dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, quali incredibili emozioni può regalare questa manifestazione.
Finisce 6-3 6-7(5) 7-6(15) in poco più di tre ore di gioco, con Cobolli che abbraccia capitan Volandri e tutti i membri del team, ebbro di gioia. Gioia più che giustificata perché la Davis gli stava mostrando la sua faccia crudele, ma lui è stato bravo a ribellarsi. Di Cobolli ci si può fidare, anche perché ci ha evitato un doppio di spareggio che si presentava tutt’altro che facile. Appuntamento a domenica per la finale.
