Nicola Pietrangeli, detentore del record di partite giocate (164) e di partite vinte (120) sia in singolare che in doppio in Coppa Davis, nonché il primo a vincere da capitano della squadra azzurra in occasione della conquista del titolo nel 1976 in Cile, ha lasciato un’eredità importante anche a Filippo Volandri, che ora ha la responsabilità di mantenere viva la passione per la Nazionale. L’attuale leader degli azzurri si è aperto ad un ricordo ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’.
Volandri: “Pietrangeli aveva una forza di spirito incredibile”
Dopo 47 anni, a Malaga nel 2023, l’Italia è tornata in cima al Mondo. Pietrangeli era presente e ha potuto stringere ancora una volta l’Insalatiera, quel trofeo che forse più di ogni altro incarna la sua storia sportiva. I tempi sono cambiati, il formato del torneo anche, ma l’ex capitano è tornato sul podio per alzare la coppa. “È stato un passaggio di consegne importante. Lui ci è sempre voluto essere, anche quando, per forza di causa maggiore – l’età, un po’ di malanni – non avrebbe potuto”, dice Volandri. “Nicola avrebbe voluto esserci sempre. Una forza di spirito davvero incredibile”.
“Nicola è quello che ci ha aperto la strada, è quello che l’ha fatto per primo, in un modo molto diverso da quello in cui si fa oggi, però è quello che probabilmente più di tutti ci ha insegnato lo spirito. Questo glielo dobbiamo riconoscere, perché per lui esisteva la Davis prima di tutto, sopra ogni cosa. Quindi da capitano è il messaggio che anche io cerco di trasmettere ai miei ragazzi”.
Alla domanda su quale sia il ricordo più forte di Pietrangeli, Filippo Volandri dice: “Dalla battuta ironica al consiglio più serio, Nicola aveva sempre il modo giusto per farti riflettere e per ricordarti cosa significhi rappresentare l’Italia. Era libero, diretto, autentico: per questo resterà unico. E poi ha aperto la strada a tutti noi, io posso dire di essere cresciuto con i suoi “figli” tennistici. Il campo più bello del mondo a Roma è intitolato a lui: il Pietrangeli. Tutti ce lo invidiano, è un luogo iconico. È quello che Nicola si meritava e si merita, ed è, credo, il massimo riconoscimento che una federazione possa concedere a una delle sue figure più importanti”.
“Ha voluto aspettare la terza Coppa Davis prima di lasciarci”
Pietrangeli ha lasciato un’impronta indelebile nel tennis e nei suoi successori, che sono “cresciuti con i suoi racconti, con la sua passione travolgente, con la sua capacità di farci sentire parte di una storia più grande”. Dopo la prima è arrivata la seconda Davis, di nuovo a Malaga nel 2024, e poi quella di due settimane fa, per la prima volta in casa. Sotto gli occhi emozionati di Nicola Pietrangeli, l’Italia ha conquistato il titolo per tre volte consecutive, diventando la prima Nazione a riuscirci dopo l’abolizione del Challenge Round nel 1972: “Probabilmente l’ha voluta aspettare prima di lasciarci… Mi piace pensarla così”.
E davvero, forse, ha voluto attendere che venisse scritta un’altra pagina di storia, che la sua Nazionale tornasse in cima al mondo a sollevare quel trofeo d’argento, prima di lasciare silenziosamente il palcoscenico dello sport che ha contribuito a rendere grande.
Sabrina Giorgi
