Dopo il match perso contro Ryan Harrison a Indian Wells, Mardy Fish ha parlato dei suoi problemi legati all’ansia e agli attacchi di panico, ribadendo che sono mali che si possono superare a partire dal non vederli come una debolezza personale
Mardy Fish si è appena riaffacciato al grande tennis con il match perso contro Ryan Harrison. La sua storia è quella di un uomo che ha lottato con problemi di cuore e di testa. Dopo il match, ha raccontato la sua esperienza: “Ho lavorato duramente per essere al massimo della forma, perché se questo non succede, se mi rendo conto in campo di non sentirmi bene, molti pensieri s’insinuano nella mia mente. Per me è fondamentale essere sempre positivo, spesso sono stato molto duro con me stesso: è qualcosa che devo fare, se non lo faccio vado incontro a problemi. Ne ho parlato a lungo col mio psicologo, è stato come esplorare un territorio ignoto negli ultimi due anni”
Ritornando a giocare a tennis, l’americano ha già dato un esempio a milioni di persone che lottano con problemi di depressione, dimostrando che questa non deve essere in alcun modo vista come una debolezza. “Si può sconfiggere! Sto tentando di dimostrare alle persone che è un male che può essere superato. Io lo sto tuttora combattendo, sto seguendo una terapia contro l’ansia e gli attacchi di panico. So che può sembrare folle, ma già fare un volo aereo da solo è stato un grande passo per me. Tornare a giocare a tennis e a competere ad alti livelli è il miglior modo per allenarsi ad affrontare nuove potenziali situazioni ansiogene”.
Il ritorno in campo è stato molto ben accolto dai vecchi colleghi, anche se Mardy ammette che, per via del lungo periodo d’inattività, non conosce circa il 30% dei giocatori attuali: “Non conosco Kokkinakis, ma siccome qui a Indian Wells ha l’armadietto vicino al mio, ho avuto modo d’incontrarlo e riconoscerlo quando hanno fatto il suo nome e lui ha risposto. Ci sono un sacco di ragazzi nuovi qui, ed è una gran cosa!”.
Certamente, lo è almeno quanto il ritorno di Mardy Fish.
