Atp Indian Wells: Murray b. Lopez 6-3 6-4. L’intervista del dopo partita a Andy Murray
Quindi, dieci a zero. C’è qualche ragione per un dieci a zero con un giocatore? C’è qualcosa nel suo gioco che credi esalti il tuo?
Mi spiego, ho certamente giocato alcune buone partite contro di lui; di sicuro c’è stata anche un po’ di fortuna ma anche il fatto che il suo stile di gioco si adatta abbastanza bene al mio.
Non ho molti problemi ad affrontare i mancini perchè sono cresciuto giocando contro un mancino, e questo è ovviamente uno dei più grandi vantaggi.
Le palline sono ancora molto “volatili”. Lui certamente ha avuto difficoltà in alcuni casi con le palline.
C’era anche molto vento oggi sul campo. Di sicuro col caldo e il vento è molto difficile controllare le palle. Questo direi che è abbastanza normale.
Sei contento di come hai giocato?
Sì, penso di aver fatto una buona partita. Tutte le volte che è venuto a rete gli ho reso la vita difficile. Ho fatto dei buonissimi passanti, ed era importante perchè significava obbligarlo a stare maggiormente sulla linea di fondo.
Quando scambiavamo da fondo sentivo di aver la capacità di comandare gran parte dei punti. I passanti erano fondamentali oggi.
Prossimo turno contro Novak; certamente un grande rivalità. Lui è in vantaggio, ma le più grandi vittorie della tua carriera le hai ottenute contro di lui. Parlaci di questa rivalità, delle dinamiche, del giocare contro di lui al prossimo turno.
Sì, probabilmente fino allo scorso anno eravamo molto vicini negli scontri diretti. Lo scorso anno è stato molto difficile per me, specialmente i primi sei/otto mesi. Lui è un top player, in particolare su questa superficie. Sarà completamente riposato e pronto per la semifinale, quindi sarà molto dura per me. Ma penso di aver giocato bene questa settimana e se riuscirò ad alzare ancora il livello e per un buon lasso di tempo, sabato avrò una possibilità.
Pensi di stare ritrovando la forma del 2013?
Sì, come agli Australian Open, penso di aver giocato dell’ottimo tennis. Anche se non ho vinto la finale ero abbastanza vicino a quel livello in termini di gioco. Quindi potrei dire che il mio tennis è dove io vorrei che fosse. Certamente ho avuto difficoltà qui in passato, ma ho anche fatto grandi partite. Questo è positivo. Di sicuro, l’obiettivo, in questi tornei è di mantenere un livello di gioco tale da darmi la possibilità di giocare le fasi finali e affrontare i migliori più spesso.
Mannarino lo scorso turno e Lopez in questo, sono giocatori molto diversi. Mannarino gioca palle lente e “sgonfie”; Lopez molto cariche e attacca a rete. Quanto è difficile cambiare da una partita all’altra con due giocatori molto diversi rispetto a due giocatori più simili?
Credo che sia una della maggiori sfide nel tennis, rispetto agli altri sport, tu puoi giocare…oggi ho giocato con un avversario mancino, con il rovescio a una mano al 90% in slice. Poi, tra due giorni avrò un avversario completamente diverso, destro, che affonda su quasi tutti i rovesci, grande ribattitore. Sì, devi essere pronto a fare modifiche al tuo gioco e alla tua tattica. E’ la più grande sfida di questo sport, qualcosa che direi che i migliori giocatori al mondo fanno molto bene.
Su questa superficie, con queste palle e queste condizioni, come credi che giocherete tu e Novak in semifinale? Quanto influirà questo sulla partita?
Oggi le condizioni erano molto diverse da ieri. Era ventoso sul campo. Se fosse così, ovviamente dovremo adattare il modo di giocare. Inoltre’, alle 11 del mattino qui fa molto caldo. Le palline sono molto “sgonfie” e rimbalzano molto alte. Quindi davvero influirà. Dipende che tempo c’è nel momento in cui vai in campo, se fossero condizioni impreviste, 30/35 gradi, sarà una partita molto dura fisicamente. Lo sai, qui i campi, sono abbastanza lenti, quindi è difficile chiudere il punto. In queste condizioni, con questo caldo, anche pochi lunghi scambi possono rendere tutto molto faticoso. Mi aspetto questa situazione sabato.
Puoi spiegare la tua scelta di giocare a Washington quest’anno? Perchè lì hai fatto finale nel 2006 e poi non sei più tornato, quindi perchè quest’anno si?
Per un paio di motivi. Il primo perchè non ho giocato molto bene in Canada negli ultimi anni. Quando ero più giovane – qualunque fosse stato il mio sforzo fisico – potevo fermarmi cinque settimane e avere la sensazione di tornare in partita e sentirmi bene velocemente; oggi al contrario ho la sensazione che se non giocassi cinque settimane il mio corpo sarebbe legnoso e lento. Quindi voglio provare un programma diverso quest’anno. Sì, mi era piaciuto il torneo quando c’ero stato. C’erano anche condizioni molto dure per il fisico, molto caldo e umidità. Quindi, puoi immaginare, sarà anche utile fare partite in quelle condizioni con gli Us Open poche settimane dopo.
Un’altra domanda sul tuo programma stagionale. Hai aggiunto il torneo di Monaco prima del Roland Garros. Puoi dirci in poche parole il perchè di questa scelta?
Dunque, da quando sono nel circuito, praticamente ogni anno, non mi ricordo di aver giocato tornei più piccoli di Monte Carlo, Madrid, Roma, forse Barcellona. Quindi non ho mai giocato i piccoli tornei. Ho sempre sentito di aver bisogno di fare partite sulla terra. Inoltre perchè mi sposerò e non andrò a Monte Carlo.
Quindi sarebbe stato un periodo troppo lungo senza giocare da Miami a Madrid. Credo sia una buona scelta.
Sono stato a Monaco quando ero molto, molto più giovane e la città mi piacque molto. Era bella e incredibilmente pulita. Ho sentito dire che è un bel torneo, solo il tempo qualche volta può essere difficile. Quindi aspetto di andarci.
