Racchette 2014: le novità Head, Wilson, Babolat, Prince e Volkl

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Racchette 2014: le novità Head, Wilson, Babolat, Prince e Volkl

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TENNIS AREA TEST – Ubitennis vi presenta tutte le novità di Head, Wilson, Babolat, Prince e Volkl. Tante le evoluzioni e i nuovi modelli di racchette delle più prestigiose case madri di telai, ecco quindi una guida all’acquisto.

Vista l’evoluzione degli ultimi anni nel mondo delle racchette da tennis, abbiamo pensato di riportare ai nostri lettori le principali nuove uscite per l’anno 2014.  L’intenzione generale delle aziende produttrici di telai sembra quella di immettere sul mercato attrezzi “più facili”, che siano più performanti sul lungo termine, adatti quindi a giocatori di tutte le età e che si rivolgono a quelle categorie di tennisti alla ricerca di racchette che non stanchino, capaci di imprimere un’uscita di palla veloce e in grado di generare ottime rotazioni. Questa tipologia appena descritta viene applicata oramai in tutte le linee delle case madri, anche nei modelli storici e più datati (quelli che una volta si trovavano solo con schema corde 18×20, verticali per orizzontali) e che ora invece è possibile acquistare nei formati 8 per 16, 16 per 15, 16 per 16, 14 per 16 e 14 per 19. Ogni brand ha poi denominato le varie declinazioni del piatto corde: Wilson ha scelto il nome “Spin effect” (con due varianti 18/16 e 16/15),Prince invece usa “ESP – Extreme spin potential” (sempre in due varianti 16/16 e 14/16) mentre la One String, unica azienda italiana,  adotta il nome “Spin Friendly” usando un piatto corde 14 x 19.

WILSON
La Wilson per il 2014 ha rinnovato la linea Six.One, storico modello dedicato agli agonisti con telai siglati 95 da 332gr con pattern 18×20 e 16×18, adottando i nuovi schemi d’incordatura 18×16 Spin Effect (modello che ora dovrebbe usare Dolgopolov). Lo stesso dicasi per la serie più prestigiosa, ovvero la Pro Staff, sponsorizzata da Federer (anche se sappiamo che con molta probabilità sta usando un telaio custom esteticamente molto simile a una Blade, sicuramente con piatto 93) e Dimitrov.  La Wilson oltre alla classica racchetta usata da Federer ha introdotto la nuova Spin effect Pro Staff 95S 16×15, rinnovando inoltre la linea Juice usata dalla Azarenka. La Wilson ha introdotto anche una nuova variante della Blade piatto 98 uscita lo scorso anno, denominata S che sarà oggetto della nostra recensione sul campo.

 

PRINCE
Dopo il periodo di dissesto e l’entrata dei nuovi proprietari, la casa americana ha rinnovato le sue tre linee principali: il modello Tour utilizzato da David Ferrer, il modello Rebel in uso dai fratelli Bryan e il telaio Warrior in adozione da John Isner. Le serie Tour e Rebel hanno beneficiato del’introduzione dei modelli ESP nella variante 16×16 mentre la Warrior è ora disponibile anche con schema d’incordatura 14×16; per chi non fosse ancora sazio, le varianti Pro sono ora disponibili senza i famosi “buconi”, per chi non volesse rinunciare alle caratteristiche di questi telai avendo al contempo un impatto più classico e secco. C’è stato inoltre un ritorno alle origini in casa americana con la reintroduzione delle linee che hanno reso il marchio fra i più importanti e blasonati alla fine degli anni ’80 e all’inizio dei ’90. Poco prima di Natale hanno immesso infatti sul mercato le Prince Original nei modelli Graphite, nelle tre varianti: la 100 con piatto 16X18 standard, la 100 LB ovvero Long Body, lunga 71,10 cm (cioè 2,5 cm più lunga delle standard), e la più famosa POG cioè la over size, piatto 107 con schema 16×19, peso di 325gr e profilo 19 mm con il noto ponte nel cuore, utilizzata  all’epoca da campioni purosangue come Agassi e Chang. I primi due telai esaltano la potenza andando però a discapito della maneggevolezza.  Sempre nella linea classic troviamo la mitica Graphite Precision,  ovale 97  pollici (arrotondato), schema corde 16×20, peso 320 gr e profilo 23 mm costante semi boxed, (oggi fra i più richiesti e comuni fra le racchette più vendute e quasi unico negli anni ’90). Una racchetta testata e che stupisce per maneggevolezza, peso di palla e feeling unico ma non poteva non essere così visto il suo utilizzatore principale, un certo Pat Rafter.

Le altre novità attese per il 2014 rientrano un po’ in un’altra scuola di pensiero, dove la ricerca di Spin è viene messa in secondo piano rispetto all’abbassamento del peso statico dei telai ma, tramite la costruzione, o meglio, tramite i materiali e i profili si cerca di ottenere racchette con peso tra i 300 e i 310 gr con inerzie propri di telai agonistici ben più pesanti. Infatti case storiche che presentavano telai poco profilati o molto profilati hanno trovato una via di mezzo, i telai semiprofilati, che presentano uno spessore maggiorato ai lati del piatto corde. Le tecnologie moderne hanno permesso di compensare la maggior rigidità con punti di flessione più bassi, quindi non arrecando danni al braccio per le eventuali maggiori vibrazioni, ed in particolare il tutto è ottenuto grazie alla distribuzione delle masse in modo più congruo e funzionale, ovvero: peso concentrato nella testa del telaio per favorire pesantezza di palla e chiusura dei colpi, contro peso a ridosso del manico per favorire un equilibrio buono (maneggevolezza) attraverso un bilanciamento più basso possibile ed una maggiore flessibilità. Fra le case che hanno introdotto tali soluzioni ci sono  la Babolat con la Pure Strike, poi la Head con la Radical e la Volkl con la V1 Pro

BABOLAT
Per la casa francese il 2014 segna una new entry di tutto rispetto, testata già dalla nostra rubrica, la Pure Strike, in varie varianti di peso, grandezza del piatto e schema dal classico 18X20 al più moderno 16X19, rivolta principalmente a chi gioca tornei e frequenta il campo spesso. Sono telai di nuova generazione che generano molta potenza e rientrano in quella scuola di pensiero che vede i giocatori moderni anticipare di più la palla, necessitando quindi di rotazioni solo in chiusura dei colpi. La Babolat ha introdotto inoltre una nuova linea, dal fascino classico sia per caratteristiche che per colori, ovvero nero rosso e dorato opachi: la Pure Control. Questo nuovo telaio è disponibile in tre versioni: la prima ha ovale grande 98 pollici e pesa 320 gr con schema 16×20; la seconda è più leggera, pesando solamente 295 gr ed è dotata di schema d’incordatura sempre 16×20 con profilo a 21 mm costanti: la terza, la super-agonistica della casa francese, è la Control 95 “LTD” con ovale 95 pollici, peso 320 gr e piatto corde 18×20, con profilo 19 mm e un bilanciamento quasi surreale per il 2014, ovvero posto a 30,5 cm, qualità quindi che caratterizzano questa racchetta adatta a super agonisti e doppisti in cerca di controllo: chi può giocarci può ritenersi già un piccolo talento. (A dover di precisazione, le Control 2014 sono le rinnovate Pure Storm degli ultimi anni che hanno ripreso il nome dalla prima linea classica della casa francese degli anni 90, variando i colori allora lucidi oggi opachi)

HEAD
Anche la Head, dopo tutte le novità 2013 con l’introduzione del graphene, prosegue l’aggiornamento delle sue linee. Iniziamo dalla Radical, completamente stravolta dal passato e che per caratteristiche del telaio assomiglia molto alla Pure Strike della Babolat. La nuova Radical ha profilo variabile (testa manico) 21-23-22, piatto 98 pollici, schema unico d’incordatura fissato in 16×19, e peso fissato a 310 gr, che sviluppano  un’inerzia considerevole di 330 punti per l’appunto dovuta ai nuovi materiali, alla costruzione moderna e alla rigidità. In gioco dimostra un’uscita di palla notevole e si adatta sia a giocatori con colpi piatti che più arrotini; la rigidità si svela e cambia faccia in una stabilità difficilmente rintracciabile in altre racchette aiutando di conseguenza il controllo che si dimostra all’altezza dei punti cardini precedenti, il tutto corredato da un’ottima maneggevolezza, ormai diventata il punto di arrivo per telai di nuova concezione. Altra linea che tutti i tennisti conoscono e apprezzano anche sapendo di non poterla domare – almeno fino ad oggi – è la serie Prestige, oggetto di una rivisitazione corposa che però non ha stravolto uno dei telai storici del tennis. Diremmo che la Prestige è stata piuttosto ammodernata, seguendo le necessità dei nuovi agonisti. In primis la linea presenta 4 modelli, di cui solo uno rispecchia la vecchia struttura, la MP (MidPlus) ovale 98, schema 18×20, peso 320 grammi e profilo 21 mm costanti, con stelo boxed che ormai diventa la versione agonistica al top a dispetto della precedente e famosissima Mid 600, oggi proposta nella versione REV pro con piatto 93, schema 16×19 (moderno), peso 300gr e profilo costante a 20mm, mentre la Prestige Pro ha adottato il telaio della S sempre presente in catalogo con peso di 305 gr. La Pro che negli ultimi anni era la più utilizzata e venduta della linea, a grande richiesta è stata resa più giocabile, almeno sulla carta. Il peso è diminuito e si ferma a 315 gr, ovale 98, schema 16×19 con profilo 22 mm stelo semi-boxed. Tutte e due le linee negli aggiornamenti hanno perso la classica flessibilità made in Head che caratterizzava i loro telai a favore di più facilità d’uso e maggior maneggevolezza, per via dei pesi più contenuti e della loro distribuzione. Sebbene la pesantezza di palla in uscita sia stata migliorata, resta inalterato il controllo che è sempre ben bilanciato. Altra chicca è che finalmente Head ha iniziato a misurare i piatti corde dall’interno, come la maggior parte delle altre case, rendendo quindi i piatti delle nuove racchette notevolmente più influenti sulle performance migliorate.

VOLKL
Infine la Volkl che ormai tornata nei circoli italiani da circa un anno e mezzo, si approssima a sfornare un rinnovamento delle linee principali, adottando per l’appunto modalità costruttive moderne che contrastano il legame tradizionalista della casa nell’ambito delle forme e dei profili dei propri telai. Da sempre citata da chi ama il gioco classico e pulito per via dei profili costanti a 19 mm, oggi la casa presenta tre racchette interessanti per il gioco moderno e per la nostra realtà. La prima già citata è la V1 Pro, profilo variabile 21-23-21, ovale 99 di pollici, schema d’incordatura 16×19, peso 310 gr e bilanciamento al cuore con un valore d’inerzia sui 320 punti. Queste caratteristiche la rendono una racchetta da giocatore a tutto campo, prediletta da chi non ama telai stressanti. Altra nuova linea è quella denominate Organix 8 Super G, piatto 100, schema 16×19, peso 300 o 315 gr, profilata 24/26/23 adatta e pensata per il giocatore alla ricerca di rotazioni anche esasperate o per chi desidera un telaio che aiuti le fasi di recupero, prediligendo il gioco da regolarista. Infine una novità assoluta: la nuova nata della casa ovvero la Volkl Organix 9 Super G, piatto 98, schema 18×20, peso 305 gr con bilanciamento a 32 cm e valore d’inerzia a 318 punti. È una racchetta esteticamente molto bella che cattura lo sguardo, colorata di un arancio vivace con CAP nero (stile prestige). È un telaio che offre molto controllo per via delle sue caratteristiche ma rimane abbastanza giocabile e comunque adatto a giocatori già formati con colpi puliti, anche se va molto meglio sia con gli impatti anticipate che con quelli carichi di rotazioni. Fra controllo e feeling che offre questo modello potrebbe essere il giusto compromesso tra passato e presente per molti giocatori agonisti, anche di seconda categoria.

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Asics Gel Resolution 9: l’innovazione di un grande classico

Il modello di ASICS per chi ama giocare da fondocampo si rinnova: Gel Resolution 9 è una scarpa ancora migliore di prima. Il nostro test in campo

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ASICS ha presentato i nuovi modelli 2023 delle scarpe GEL Resolution 9 e COURT FF 3, entrambe sviluppate in collaborazione con tennisti professionisti. Come sappiamo, ASICS ha studiato numerosi giocatori, pro e non, e ha individuato tre categorie principali di giocatori: chi gioca da fondo campo, chi ama sprintare verso la rete e la terza che è formata dal meglio di queste due tipologie.

La scarpa GEL Resolution è il modello dei cosiddetti baseliner, chi gioca prevalentemente da fondo campo; Matteo Berrettini e Iga Swiatek sono i testimonial principali di questa scarpa. Ma è una scelta super popolare per chi paga per averla, e questo fatto vale più di ogni recensione.

Nel proprio istituto di scienze sportiva, dove Asics progetta, innova e testa ogni modello prima di immetterlo sul mercato, hanno pensato di migliorare ancora di più quelle caratteristiche necessarie a stare al passo con il gioco “che si evolve con ritmi sempre più alti che richiedono movimenti altrettanto rapidi, recuperi rapidi e cambi di direzione repentini”, come ha affermato Azumi Taoka.

 

Per questo ASICS ha introdotto due sostanziali novità sulla Resolution 9. La prima è l’estensione del DYNAWALL (presente nella versione 8), la tecnologia che facilita i movimenti laterali del piede per poi favorirne il ritorno nella posizione di partenza, fin sotto il tacco della scarpa. Queste consente di avere movimenti più dinamici, una scelta arrivata proprio dopo lo studio dei movimenti dei tennisti in campo. E poi maggiore stabilità con la suola di nuova costruzione, che ora ha un contatto con il terreno più ampio per aumentare quindi la stabilità. ASICS dichiara una frenata migliorata del 4,4% rispetto alla Gel Resolution 8.

Altre tecnologie impiegate includono il classico GEL in zona rearfoot e forefoot, per ammortizzazione degli impatti al suolo e restituzione di energia, AHARPLUS nella suola per incrementarne la durata e PGUARD per rinforzare ulteriormente la zona del tallone.

TEST IN CAMPO

La Gel Resolution 9 è una scarpa pronta all’uso, e già questa è una prima differenza con la Resolution 8, che necessitava di qualche ora di gioco per trovare il comfort giusto. Adesso, con la nuova nuova tomaia più morbida ed elastica grazie alla tecnoogia DYNAWRAP, c’è un alloggiamento più comodo per quanto riguarda il piede e quindi fin da subito è una scarpa ready to play. Si percepisce subito anche il gran lavoro di supporto e stabilità frutto del sistema DYNAWALL. A livello estetico si nota il cambio del disegno della parte superiore della scarpa, lì dove non c’è contatto con il terreno e che quindi ASICS ha alleggerito ancora, usando meno materiale possibile proprio per contenere il peso e rendere ancora più morbida quella sezione. E cambia anche il sistema di allacciatura rispetto alla versione 8. Si percepisce un feeling di solidità maggiore rispetto al passato, si scivola sulla terra, si riparte duramente sul veloce per poi frenare all’improvviso per un cambio di direzione e la scarpa risponde prontamente, con un gran comfort e la sensazione di avere il piede protetto e sempre al sicuro. Detto della stabilità, che rimane la qualità principale di questo modello, riscontriamo un comfort migliorato e decisamente percepibile. Inoltre, la Gel Resolution 9 nella misura 44 è  più leggera del modello precedente di circa il 2% (siamo sui 430 grammi circa). Infine le due suole, quella per tutte le superfici e quella specifica per terra battuta, hanno praticamente la stessa resa sui campi in terra. Abbiamo provato quella all-court sulla terra battuta e sull’erba sintetica, la scarpa non ha mai perso aderenza col terreno. Le scalanature classiche della suola da terra favoriscono ulteriormente la dispersione della terra rossa, ma come detto le differenze sono impercettibili giocando sul rosso.

CONCLUSIONE

La stabilità è sempre stata la caratteristica principale di questo modello e anche la versione 9 non fa che ribadirlo, specie chi vuole tenere al sicuro le proprie caviglie senza preoccuparsi dei movimenti repentini troverà in questa Gel Resolution 9 una fedele alleata.

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Artengo TS 960, la scarpa scelta da Gael Monfils

Recensione e test in campo della TS 960 di Artengo, la scelta di Gael Monfils per una scarpa solida e stabile

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Il gioco di Gael Monfils si basa soprattutto sulla parte atletica, la  straordinaria mobilità che lo ha contraddistinto come uno dei tennisti migliori del circuito dal punto di vista fisico. Questa mobilità necessita di un adeguato supporto con il terreno di gioco, non a caso Monfils ha scelto per l’ultima parte di carriera la TS 960 di Artengo, il prodotto di punta in tema scarpe della casa francese. 

La TS 960 è la soluzione in casa Artengo che si rivolge al tennista esperto, quello che abbisogna una scarpa che non lo tradisca mai negli spostamenti, balzi e scatti, una tipologia di giocatore esigente e che predilige un gioco intenso, anche su varie superfici. Rispetto alla TS990, altro modello che si rivolge a questa tipologia di atleti, con i 405 grammi per la taglia 43 questa scarpa risulta leggermente più pesante (35 grammi in più) e più rigida, questo per aumentare il sostegno del piede ed esaltare quindi le doti di stabilità e sicurezza. 

Tante le tecnologie impiegate: dalla schiuma in poliuretano inserita nell’intersuola con il concetto Lateral CS, che ha lo scopo di un ammortizzamento performante e durevole, all’ARKSTAB, una placca in plastica situata nel centro della suola che regola la torsione fra la parte anteriore e posteriore della scarpa. La gomma usata nella suola esterna è RUBLAST e risulta molto resistente al tatto. Anche nella zona del tallone è stata inserita una placca in plastica per rafforzare il supporto. 

 

Non meno importante delle tante tecnologie impiegate è il fattore estetico: con il nero/grigio a dominare la colorazione e gli inserti lilla ad alleggerire il tutto, una scelta aggressiva ma anche molto classy. Sono tanti i pregevoli dettagli di questa scarpa, come le scanalature nella parte superiore e laterale che appagano anche la vista.

Artengo TS 960

Artengo TS 960

TEST IN CAMPO

Le premesse delle caratteristiche di questa scarpa trovano immediato riscontro sul campo. La scarpa aderisce bene al piede, lo avvolge senza lasciare gap specie nella zona dell’avampiede, che è più larga rispetto al passato per una calzata più confortevole. Al comfort migliorato contribuisce anche la zona esterna dell’avampiede, la cui struttura risulta più morbida rispetto al passato, un fattore che Artengo ha studiato e sistemato ascoltando il parere di molti tennisti. La TS960 dà il meglio negli scatti repentini in avanti, mostrando che il sistema di ammortizzazione è di ottimo livello. Negli spostamenti laterali improvvisi la scarpa risulta rigida grazie alla placca posizionata sotto la suola con la placca ARKSTAB, che collega avampiede e tallone. Questo si traduce in una grande stabilità e quindi in una risposta pronta alle sollecitazioni del piede. La sensazione principale, dopo molte ore di gioco, è quella di avere una scarpa che protegge a dovere il piede, soprattutto nella zona della caviglia. La placca in plastica che avvolge la caviglia nella parte posteriore è infatti molto solida e protegge il piede in una zona chiave. Anche nella zona laterale dell’avampiede, quella soggetta a maggior abrasione per via delle scivolate e del contatto con il terreno (che Artengo ha denominato zona KPU), il materiale risulta resistente anche se più morbido rispetto alle versioni passate. Per quanto riguarda la suola, la scanalatura è progettata per adattarsi a tutte le superfici; sembra molto rigida e quindi forse si lascia preferire per quanto riguarda i campi in duro, superfici sulle quali l’abrasione è decisamente maggiore e sulle quali la TS960 può rappresentare un’ottima scelta anche per la durabilità.  

CONCLUSIONI

Gli investimenti di Artengo in ricerca e sperimentazioni su tutti i materiali del tennis sono stati continui nel corso degli anni, i miglioramenti dei prodotti sono evidenti e questa TS960 è una soluzione che non ha niente da invidiare alle diretti concorrenti, con la Gel Resolution che è la parente più stretta per similitudini. Ad un prezzo vantaggioso, questa Artengo che vediamo ai piedi di Monfils è una scelta che non scontenterà i tennisti di buon livello, quelli esigenti che sottopongono la scarpa a numerosi stress e che quindi pretendono un’ottima ammortizzatione, stabilità, durata e comfort.

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Donnay Pro One 97 Otcacore, un rinnovamento all’insegna della potenza

Recensione e test della Donnay Pro One 97 in versione Octacore, una racchetta che soddisferà il tennista esigente con comfort e sensibilità ad altissimi livelli.

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La Donnay Pro One Octa è la riedizione in versione 2022 della storica Pro One, un telaio usato dai campioni degli anni ’90. Pro One Octa è il telaio top di gamma in casa Donnay, che vuole offrire il massimo al tennista esigente, che potrà avvalersi di comfort e sensibilità ai massimi livelli senza tralasciare spin e controllo, altre due prerogative di chi cerca un telaio che possa aiutarlo a contenere l’esuberanza in termini di potenza e fluidità di braccio.

L’update con Octacore rende i telai Donnay Unibody (nella rinnovata gamma ci sono anche i modelli Allwood 102 e Formula 100, presto recensiti su queste pagine) ancora più stabili conferendo loro una maggiore potenza rispetto alle versioni passate. Inoltre, grazie al miglioramento della tecnologia Xenecore, con questo aggiornamento ci sono notevoli riduzioni di vibrazioni. Ma da cosa deriva la qualità del feeling di ogni racchetta Donnay? L’azienda costruisce i suoi telai realizzandoli in un unico fusto senza aggiunta di pallets o schiuma poliuretanica, con il telaio interamente in graphite, dalla punta al manico, senza interruzioni. Unibody permette la migliore trasmissione possibile del feeling all’impatto con la pallina, restituendo un feedback sensibile al braccio del tennista.

La novità rispetto al modello Xenecore è che la rigidità ora è leggermente più alta (passando da un valore di 57 a 64), una scelta che va in controtedenza con le scelte di mercato attuali, che cercano di abbassare la rigidità dei telai cercando maggior confort. Donnay però, che ha fatto della flessibilità delle racchette il suo trademark negli ultimi anni, riesce a trovare una formula che mantiene il feeling old school senza sacrificare la potenza, perché la Pro One 97 promette di aiutare il tennista a far viaggiare la palla.

 

A livello estetico questa Donnay torna in versione nero lucido abbandonando la colorazione satinata, ci sono ancora i rettangolini Donnay alla base dell’ovale, che non sono più gialli e che cambiano colore a seconda della luce.

Caratteristiche tecniche

Dimensioni piatto: 97 pollici
Peso: 305 grammi
Bilanciamento: 31,5 cm
Swingweight: 295 non incordata (323-325 incordata)
Schema corde: 16×19
Rigidità: 64 RA
Profilo: 21 mm costanti
Lunghezza: 68.5 cm

TEST IN CAMPO

In campo, fin dai primi colpi si capisce che il feeling Donnay, quegli impatti che hanno un mix eccezionale in termini di comfort ma allo stesso tempo di stabilità nel momento di colpire la pallina, è rimasto invariato anche in questa versione Octacore. Il secondo riscontro di questa Pro One è la potenza, che risulta superiore rispetto al modello precedente proprio grazie alla maggiore rigidità. La pallina ora esce facilmente dall’impatto, i 21 millimetri di spessore costante del telaio consentono di tagliare l’aria molto rapidamente, quando si colpisce la palla si ha una sensazione di solidità maggiore (che deriva anche dal fatto che la tecnologia Xenecore rende il telaio pieno) e questo senza andare a discapito del feeling Donnay. Il controllo di palla richiede il setup corretto a livello di scelta di corda e di tensione, Pro One 97 è sì precisa ma più potente, e quindi la scelta giusta della corda è determinante per valorizzare anche le qualità di controllo. Capitolo rotazioni. La maggior potenza si riscontra anche in una complessità di palla maggiore quando si cerca un top spin esasperato, è chiaro però che in mano non abbiamo un telaio fatto per maniaci del top spin. Questa è una racchetta che consente di fare tutto, ma che dà il meglio quando lo spin è usato per il finale dei colpi, lo si capisce anche quando si gioca in backspin, che esce sempre in maniera decisa e fluida, facendo capire che Pro One 97 Octacore è una racchetta a tutto campo. Gli impatti piatti sono decisi, vanno controllati proprio in virtù della maggior potenza disponibile, e quindi ancora una volta raccomandiamo di giocare con la tensione delle corde. Questo si riscontra anche durante il gioco di volo, quando capiamo che un leggero taglio nelle volée consente di avere i risultati migliori. Anche nei colpi sopra la testa, smash e servizio, la botta piatta esce molto bene dalla racchetta, qui la potenza generosa del telaio consente di avere ottime velocità con poca fatica, un fattore fondamentale specie quando le partite si allungano. La racchetta è generosa anche a livello di zona d’impatto utile, è praticamente una 98, e quindi anche i colpi decentrati riescono a essere controllati con buoni risultati.

CONCLUSIONI

La missione di Donnay per questa rinnovata versione della Pro One era evidentemente quella di rendere il telaio più potente, abbracciando una fetta di giocatori ancora più ampia, senza sacrificare il comfort di gioco. Il feeling di gioco rimane invariato nonostante l’innalzamento della rigidità, che rende la racchetta più potente sacrificando qualcosa in termini di controllo. La missione è quindi compiuta, Pro One 97 Octacore si conferma una scelta da considerare se si cerca un telaio 16X19 nella fascia di peso 300-310 grammi.

Corde adoperate per il test:
String Project Keen 22/21
String Project Gold 22/21

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