Firenze, oltre il tabellone: dieci domande a...

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Firenze, oltre il tabellone: dieci domande a…

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TENNIS – Intervista a Flavio Benvenuti, direttore del torneo: “L’edizione che ricordo con più piacere è quella del 1998, con la finale maschile tra Roger Federer ed il nostro Filippo Volandri e la finale femminile tra Clijsters e Steinback”. 

Ore 12.00 del primo giorno di torneo vero, il traffico (di giocatori e cose da fare) è notevole: ho qualche dubbio che l’intervista, da me prudentemente prenotata in anticipo, possa svolgersi puntualmente e senza interruzioni. Invece Flavio, deus ex machina del torneo, si presenta a me all’orario fissato e con la calma di chi ha tutto sotto controllo. Consapevole di rubare minuti preziosi alla macchina organizzativa, ci sediamo e inizio con le mie domande.

Quante edizioni del torneo hai organizzato fino ad oggi?
Come direttore sono arrivato alla quattordicesima “candelina”, ma già prima avevo partecipato all’organizzazione di edizioni precedenti: in tutto credo di essere almeno a venti esperienze!

Come giudichi, dall’alto di tanta esperienza, l’edizione di quest’anno?
Il livello medio è piuttosto alto, manca forse qualche nome di spicco del panorama internazionale giovanile. Quest’anno la collocazione nel calendario (che per noi è variabile e segue tradizionalmente la Pasqua) ci ha un po’ penalizzato a causa di una concomitanza con un tris di tornei analoghi che si svolgono di fila in Francia. Peraltro alcune delegazioni, come ad esempio quella tedesca, sono presenti in maniera massiccia a testimonianza del fatto che, comunque, il nostro torneo gode di una ormai consolidata fama per organizzazione ed ospitalità.

Qualcosa di cui non sei soddisfatto?
Mi dispiace solo che, per il gioco delle wild cards e le bizzarrie del sorteggio, alcuni incontri interessanti cadano troppo presto: un esempio per tutti lo scontro al primo turno del tabellone femminile tra la nostra Tatiana Pieri, cui abbiamo assegnato una meritata wild card, e la testa di serie n°1 Schmiedlova…

Quali sono le difficoltà principali per l’organizzazione?
Beh, è un grosso impegno che, nelle tre o quattro settimane che precedono il torneo, ci assorbe completamente. I miei collaboratori e le strutture di supporto che servono a far funzionare tutta la manifestazione sono ormai una realtà collaudata ed affidabile, ciononostante le fatica e l’attenzione richiesta non sono cosa da poco.

Quali sono i servizi che offrite ai partecipanti?
La completa ospitalità a tutti gli atleti dei tabelloni principali, a partire dal primo turno finchè non escono da tutte le gare a cui sono iscritti, e nel caso di delegazioni anche ad un tecnico accompagnatore o due, nel caso che ci siano ragazzi e ragazze. Vengono tutti alloggiati in un albergo non lontano dal circolo, in modo da facilitare anche il servizio di accompagnamento con autisti e mezzi nostri. La ristorazione è assicurata dalla struttura del circolo che, normalmente, è a disposizione dei soci.

Richieste particolari?
No, ma spesso alcuni, tra atleti ed accompagnatori, vogliono approfittare del soggiorno a Firenze per visitare la città e godersi anche un po’ di vacanza. In questi casi cerchiamo di fornire informazioni e aiuto per esaudire il desiderio: è un impegno in più ma lo facciamo volentieri.

C’è una edizione che ricordi in particolar modo?
Le ricordo tutte ma, se devo citarne una, scelgo quella del 1998, con la finale maschile tra Roger Federer ed il nostro Filippo Volandri. La finale femminile era tra Clijsters e Steinback e non fu disputata, purtroppo, a causa della belga costretta al forfait per un febbrone a 39°. Mi fa un po’ impressione pensare che nelle finali di quell’anno, nel mio torneo, siano transitati dei futuri numeri uno e di quale spessore!

Un atleta che ricordi con particolare simpatia?
Uno in particolare no, ma ce ne sono molti dei quali conservo ringraziamenti e saluti affettuosi che ho ricevuto anche a distanza di tempo dalla loro partecipazione al torneo. Alcuni sono ragazzi e ragazze che poi sono diventati qualcuno nel tennis professionistico e – lo ammetto – è una soddisfazione personale di cui sono molto orgoglioso.

Un episodio curioso?
Anche in questo caso non uno in particolare. Posso dire che a volte mi sono trovato in situazioni in cui, nonostante tutta l’organizzazione possibile, ho dovuto improvvisare in circostanze davvero critiche. Spesso, ad esempio, il torneo ha dovuto fare i conti con la pioggia insistente e, per portare avanti il tabellone siamo dovuti ricorrere all’ospitalità di strutture più o meno vicine dotate di campi coperti: è successo di “perdere” qualche atleta o di non poter intervenire immediatamente su un campo con il fisioterapista perché già impegnato da un’altra parte. Poi tutto si è risolto per il meglio ma, ti assicuro, sono attimi di panico!

Che cosa fai quando finisce il torneo?
Torno alla mia attività normale, che è quella di direttore del Circolo Tennis di Firenze.

Guardo l’orologio, abbiamo fatto tutto in poco più di un quarto d’ora e Flavio Benvenuti mi ringrazia e mi saluta con grande gentilezza. Forse temeva di perdere più tempo: mentre riordino le mie cose lo vedo rituffarsi negli uffici da dove “governa” la macchina del torneo.

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