ATP Barcellona: Thiem non è ancora adulto, brutta giornata per gli spagnoli

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ATP Barcellona: Thiem non è ancora adulto, brutta giornata per gli spagnoli

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TENNIS ATP 500 BARCELLONA – Sconfitto il giovane austriaco dopo aver mancato 5 match point! Torneremo a parlarne spesso. Facile Nadal che domani affronta Almagro per la rivincita della finale dell’anno scorso: tutti gli altri sono stati eliminati.

Eravamo pronti a 100 peana e ad accendere 1000 candele. Il dio del tennis si era una volta di più riprodotto e aveva assunto le sembianze di un ragazzino dal nome francese e con le guance ancora rovinate dall’acne. A colpi di rovesci meravigliosi, giocati quasi sempre in top e sempre in pressione, allietati da qualche fantastica smorzata e da vari colpi in demivolée, Dominic Thiem si era portato fino al 53 e 0/40 contro Santiago Giraldo, che aveva fatto di tutto per destabilizzarlo. Prima in campo, variando continuamente la tattica, col ragazzino che ci metteva sempre qualche minuto di troppo per trovare le contromosse; poi – purtroppo, ma non è vero che il tennis è sport solo per gentiluomini – fuori, quando appena preso il break del 4 a 3 nel terzo si accorgeva improvvisamente di mille dolori, dal piede alla spalla, che lo tenevano fuori dal campo più del dovuto. In un modo o nell’altro, i 5 match point sciupati forse pesavano sulla testa dell’austriaco anche se francamente è sembrato che alla fine Giraldo, giocate tutte le carte disponibili, si mettesse a tirare qualsiasi cosa cercando colpi mai provati per tutta la partita. Il risultato era che il colombiano non sbaglaiva più e un incredulo Thiem subiva un parziale di 4 game di fila, proprio quando tutto sembrava finito. Giustificata l’esultanza del colombiano, all’austriaco non possiamo che augurare di non pensare troppo a questa partita. Non siamo tra quelli che credono che le tattiche sparagnine diano la felicità, anche se sicuramente danno qualche vittoria in più. Speriamo che decida per il meglio.

Nel frattempo meglio tenere d’occhio questo Gulbis, non tanto per la vittoria – facilmente prevedibile – contro Montanes, quanto perché sembra un giocatore diverso dallo scapestrato più sregolatezza che genio che si aggirava nei campi fino a poco tempo fa. Anche se è il caso di attendere impegni più severi, il lettone Oggi ha mostrato una solidità sorprendente, vincendo con l’autorità del più forte. Quando Montanes si è portato sul 53 ha semplicemente ingranato un’altra marcia e ha vinto 10 degli ultimi 11 giochi, non lasciando nessuna possibilità all’avversario. La sensazione è che la terra rossa agevoli – o quanto meno non gli dia particolari preoccupazioni – la curiosa amplissima apertura del suo dritto, permettendogli di controllarlo agevolmente. Il solito tocco fa il resto, anche oggi si è esibito in un paio di tocchi di controbalzo davvero incantevoli. Peccato per il pubblico che si è allontanato per seguire il derby tra Verdasco e Almagro, anche se domani potranno sempre rivedere Gulbis all’opera contro Gabashvili. Non si può mai dire ma il lettone sembra già in semifinale.

C’erano delle discrete aspettative per vedere all’opera Almagro e Verdasco, due che a fine carriera dovranno farsi un discreto esame di coscienza per quello che poteva essere e non è stato. Ma chi si lamenta di Fognini farebbe bene a vederlo più spesso il buon Fernando, che non si lascia mancare niente, dai soliloqui, alla racchetta scagliata per terra ad una postura in campo che al confronto il nostro Fabio sembra Federer (va bene, questo è un pizzico esagerato…). La partita praticamente non c’è stata. Nel primo set è stato sufficiente un break all’ottavo gioco, mentre nel secondo, una volta perso un interminabile quinto game – con contorno appunto di racchette per terre e blasfemie varie – Verdasco ha mollato gli ormeggi, regalando al terzo match point, con l’ennesima stecca, il match al rivale. Davvero un brutto spettacolo.

Nell’unico incontro del campo centrale senza spagnoli, Kei Nishikori non ha avuto particolari problemi per sbarazzarsi di Andrey Golubev e a questo punto si pone come il più serio candidato a contendere il titolo a Rafa Nadal. Il kazakho veniva da un perioso piuttosto favorevole ma è stato praticamente spazzato via dalla testa di serie numero 4, che non si è evidentemente distratto ieri, nei suoi giri per gli stand del torneo. Chiuso il primo set 6 a 0 Golubev riusciva a condurre fino ad un 3-0 “pesante” (con doppio break) ma Nishikori ha accelerato un po’ e lo di nuovo travolto, concedendogli solo un altro game.

Detto che l’incontro della mattinata ha interrotto la favola di Inigo Cervantes, sconfitto abbastanza seccamente dal russo Gabashvili, che non si è commosso davanti al numero 829 del mondo, trasformandolo piuttosto in un altro degli spagnoli che hanno dovuto abbandonare il torneo. E neanche Robredo è riuscito a interrompere l’andazzo di oggi. Contrapposto ad un Cilic di grande solidità è riuscito a trascinarsi al tiebreak del terzo set. Qui è come la monetina, purtroppo per il buon Tommy (l’unico, insieme a Nadal, ad aver dato la disponibilità a presentarsi in conferenza stampa sia che vincesse sia che perdesse) è uscita la scelta del croato.

Per fortuna alla fine ci ha pensato il solito Nadal a difendere l’onore iberico, strapazzando un indifeso Dodig e conquistando il suo 43° set consecutivo a Barcellona: non ne perde uno dalla finale del 2008, quando Ferrer riuscì a strappare un 64 nel secondo set.

Risultati:

Nishikori b. Golubev             60 64
Gabashvili b. Cervantes      62 64
Gulbis b. Montanes              75 61
Almagro b. Verdasco           63 63
Kohlschreiber b. Melzer      75 63
Cilic b. Robredo                    75 67(3) 76(5)
Giraldo b. Thiem                     46 64 75
Nadal b. Dodig                        63 63

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