Nadal: "Le sconfitte creano sempre dubbi"

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Nadal: “Le sconfitte creano sempre dubbi”

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ATP MADRID – Rafael Nadal, intervista pre torneo.

Vorrei chiederti quali sono le tue sensazioni riguardo al torneo. Quali sono le sensazioni in campo?

Bene. Sai ho ancora due giorni. Credo che giocherò mercoledì. C’è ancora domani e il giorno successivo per allenarmi. Mi sono allenato tutti i giorni. Credo di essere più o meno felice di quello che ho fatto. Ogni giorno mi sono allenato sempre meglio. Dobbiamo aspettare e devo cercare di finire bene. E’ questo l’importante. Quello che è successo nei giorni scorsi, l’unica cosa è che può aiutare ad affrontare il torneo nel modo più giusto. La cosa importante è che una volta in campo possa capire cosa sono in grado di fare. Mi sento bene, quindi sono felice, se è quello che mi stai chiedendo.

Sei in mese un po’ particolare, perché era molto tempo che non uscivi da Montecarlo il venerdì, da Barcellona sei andato via il venerdì. Hai avuto molto tempo per riposare. Credi sia una cosa positiva in vista di Madrid?

No. Non è un bene. La cosa buona è vincere. Ma attraversi certi momenti e devi solo continuare a fare bene. Beh, quando perdi, ovviamente attraversi un brutto momento, hai più dubbi. Ma si, ho avuto del tempo. Ho bisogno di più tempo per muovermi, scegliere dove colpire la palla. Ma è successo. L’ho già detto molte volte.  Non pretendo certo di vincere Montecarlo 12 volte o Barcellona 12 volte. Forse può non sembrare normale. Ma questa è la realtà della situazione. Forse è normale perdere tre volte nei quarti. Forse  non è normale quello che è successo in questi 9 anni. Ma siamo qui per lottare e giocare anche meglio. Credo di poter cambiare poco, e il cambiamento può essere piuttosto drastico e grande. È su questo che sto lavorando al momento.

Questi piccoli cambiamenti di cui parli, in realtà di cosa si tratta?

Beh, è abbastanza semplice. Alla fine nel tennis non serve questa grande capacità di analisi. Non è uno sport estremamente complicato. È abbastanza semplice. Devo cercare di muovermi meglio in campo. devo essere più preparato sulla spinta, più deciso. Con il rovescio credo di aver fatto bene. Devo essere più autoritario con il dritto. Il rovescio ha risposto bene. Se lavoro bene sulla spinta, anche il rovescio andrà bene da solo. Ho bisogno di vincere. A Barcellona ho avuto delle buone opportunità. Ci sono andato molto vicino. Credo che in alcuni momenti lo meritavo, ma il tennis è un gioco giusto. Il gioco è quasi sempre stato dalla mia parte. Quindi ho giocato con una buona attitudine. Non credo di poterne avere una migliore di Montecarlo, per esempio. L’attitudine che ho cercato per vincere a Montecarlo, non è qualcosa che puoi cercare o meno. È solo un momento. Adesso mi sento bene. Qui mi piace molto giocare. È un torneo speciale per me, e l’energia che mi dà è diversa dagli altri. Mi sto allenando per fare le cose al meglio, come ho sempre fatto. Spero che funzioni.

Non so cosa ci sia di diverso a Madrid, ma nessuno in passato è riuscito a vincere più volte il torneo. Nel tuo caso potresti riuscirci. Hai una terza opportunità. Credi sia perché di solito le persone non vincono due volte?

No, no, non è dovuto a nulla. Ripetersi è difficile ovunque. Parliamo di tornei in cui ogni anno ci sono top player a sfidarsi. È ovvio quando i migliori giocano bene. E’ davvero difficile che lo stesso tennista si ripeta anno dopo anno. Se guardi alla storia di questo sport non succede spesso. È vero che alcuni giocatori negli ultimi anni hanno vinto spesso. Se guardi alla storia di questo sport solo in pochi sono riusciti a farlo, anno dopo anno, e dimostra come sia uno sport difficile in generale. In questo caso nel tennis molte partite vengono decise da pochi punti. A volte la palla va a favore di uno. Il fatto che alcuni ci siano riusciti in passato è una cosa speciale. Succede a volte per qualche giocatore, ma non è una logica. Non lo è quello che è successo negli ultimi cinque o sei anni, che solo alcuni siano riusciti a giocare i tornei importanti. Sono cose che non succedono molto spesso nella storia.

Vorrei parlare della sconfitta in Australia. Cosa ti ha lasciato? Fisicamente parlando il problema alla schiena che non ti ha permesso di allenarti per alcune settimane, ma mentalmente è successo qualcosa che non ti ha più fatto vincere?

La sconfitta in Australia fa parte del passato. Non voglio più parlarne. È passata. Torneremo lì nel 2015 per cercare di vincere e competere bene. E’ solo un’altra sconfitta. Forse ti lascia un po’ di insicurezza, perché c’è un momento in cui sogni di vincere e poi hai un problema. Ma è lo sport. Lo sport è questo, devi accettarlo, metterlo alle spalle e alzarti di nuovo e provare a ripartire. Sai quando giochi a questi livelli e giochi al limite capita di farsi male. Ti scontri con un muro. Ma ogni sconfitta e ogni scontro che hai in carriera, beh sei sopravvissuto. Devi fare in modo che non sia un colpo mortale. Non penso che l’Australia lo sia stato. Dopo l’Australia per me è stato difficile ritrovare il ritmo della competizione, ma ci sono anche altre cose. In Australi ho giocato bene, poi sono stato fermo per tre settimane e ho giocato Rio. Anche se li ho vinto, non ho avuto delle buone sensazioni. Ho giocato quel torneo ma non importa. Nel mezzo del torneo avrei dovuto lasciare perché ho dovuto di nuovo fare dei trattamenti alla schiena, fare delle infiltrazioni. È successo a Rio e di nuovo ho dovuto fermarmi per altri 12 giorni. Quindi tutto questo spezza la continuità. A Indian Wells ho cercato di giocare bene contro Dolgopolov. Ho provato a vincere, ma sono cose che succedono. Siamo andati avanti e abbiamo provato a ripartire da zero. Miami è stato un torneo molto positivo. E dopo tutto ho perso due partite in Spagna che credo avrei potuto vincere. Ferrer è stato più bravo, specie nel secondo set. Il primo è stato davvero combattuto. Adesso lavoro qui per Madrid. È quello che devo fare. È quello che devo fare. Dalla sconfitta a Barcellona mi sono allenato tutti i giorni. Ho cercato di farlo bene prima di venire qui. Se le cose non dovessero andare bene, andrò a Roma; se non andranno bene lì, andrò a Parigi. Questo è tutto. Devi continuare, ancora e ancora, e credere che le cose andranno bene. E’ quello che ho sempre fatto in tutti questi anni.

Queste due sconfitte ti hanno creato più dubbi?

Sai, ti creano dubbi. È quello che succede con le sconfitte. Se qualcuno dice il contrario mente. Le sconfitte creano dubbi. Non più di quando giochi. Quando vieni da questi momenti, dalle sconfitte o dagli infortuni, non ti trovi ad essere positivo, poi sai, torni in campo con una maggiore intensità per cercare di ritrovarla il prima possibile. Devo cercare di tornare a quel punto. È ciò che sto cercando di fare.

Due domande: chi preferiresti ai quarti, Tomas Berdych o Grigor Dimitrov? E andrai a vedere stasera il Real Madrid? Il 24 andrai a Lisbona?

Spero di arrivarci ai quarti. Se dovessi giocare contro qualcuno quella sarebbe una grande notizia, perché vuol dire che sarò ancora in campo. Stasera andrò allo stadio. A Lisbona no, non andrò. Grazie.

 

 

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