Errani: "Domani sarà una partita difficilissima, ma sono qui per provarci"

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Errani: “Domani sarà una partita difficilissima, ma sono qui per provarci”

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Sara Errani in conferenza stampa (C. GIULIANI)
 
WTA ROMA PREMIER 5 – Semifinali, Errani b. Jankovic 6-3 6-4. Intervista del dopo partita a Sara Errani.

 

Questa vittoria come la collochi rispetto a ieri?

Non ci ho pensato, aspetto di finire il torneo per vedere come va e poi classificarla.
È dal 1985 che un’italiana non andava in finale, Raffaella Reggi, che a Taranto vinse singolare e doppio. È la storia che si ripete?
Speriamo, domani sarà una partita difficilissima, chiunque vinca, ma sono qua per provarci.
Oggi hai giocato meglio di ieri, anche tu hai la stessa sensazione? In questa partita hai fatto delle cose strepitose anche tatticamente.
Sono giocatrici completamente diverse, con Li Na è difficile fare colpi vincenti perché è una giocatrice che spinge tanto. L’obiettivo era stare attaccata punto su punto e farla sbagliare perché penso che non tutti i suoi errori siano stati forzati. Invece la Jankovic è una giocatrice che sbaglia molto di meno e ti fa giocare un po’ di più, quindi per fare punti, essendo più difficile farla sbagliare, dovevo essere io a chiuderli. Penso di aver giocato bene in entrambe le partite pur essendo partite diverse. Forse ieri ho servito un po’ meglio rispetto a oggi, però oggi la partita richiedeva di essere più preparate da fondo campo.
C’è stato un piccolo calo nel 2°set sull’uno pari. Penso che quell’1-4 sia stato determinate da un piccolo calo fisico, o sbaglio?
Io penso che sull’uno pari, avendo perso purtroppo quel game in cui ero controvento, ero consapevole che poi avrei dovuto giocare un game difficile e infatti quando sono andata sul 2-1 dall’altra parte, sicuramente ero stanca, ma ha influito di più il vento. Ho cercato di essere più aggressive, di variare il gioco, fare più smorzate, però non è andata bene in quei due game. Sono riuscita a rimanere attaccata alla partita pensando che poi avrei rigiocato anche in una situazione diversa.
Il tuo coach che cosa ti ha detto quando lo hai chiamato in campo?
Di giocare punto su punto, sapeva che ero stanca, di non pensare a quanto mancasse per finire l’incontro, ma di essere concentrata game su game. In realtà è quello che ho fatto e per fortuna è andata bene.
La tua stanchezza era fisica o di testa, tenuto conto delle partite che hai affrontato?
Di testa no, perché in queste partite e con questo pubblico uno ci mette tutto. Forse un po’fisica, ma è normale che ci sia un piccolo calo giocando a questi livelli. È stato sicuramente più un problema di vento che di stanchezza.
Mesi fa tu hai espresso un po’ di delusione per la brevità della stagione sul rosso. Di fronte a questa situazione, secondo te che cosa si potrebbe fare? Perché è così breve il periodo: perché voi giocatrici non siete così forti da fare con gli uomini o perché ci sono pochissime terraiole tra voi?
Sinceramente sono cose che non so. Sono più della Wta. Per I maschi ci sono molti più tornei, specialmente in Sud America che loro possono giocare anche perché i maschi non hanno limiti e tra i top10 possono giocare tutti i tornei piccoli che vogliono; tra le donne se ne può giocare solo uno ogni sei mesi. Io gioco solo 3 tornei sulla terra. Sono veramente pochi e non mi sembra giusto che spariscano sempre di più, ma come ho detto prima dipende dalla Wta e ora che si sta aprendo la Cina rischiamo di giocare sempre più sul veloce.

Hai fatto sentire frustrata (la Jankovic, ndr) con il tuo gioco, quand’è che hai avuto la sensazione di averla presa? Sul 4 pari o in fondo?

Fin dall’inizio ho giocato tranquilla perché è una giocatrice forte ma non tira palate da non farti giocare. Ci avevo già giocato a Istanbul al Masters: non ti regala niente, ma ti fa giocare. Così anche la Li Na non ti consente se non sei più che attenta. Mi sentivo bene già da stamattina, ero carica, con tanta voglia di far bene e alla fine è andata bene. Non ho ancora parlato con il mio coach, vedremo, ci penseremo e il fatto che si giochi sulla terra rossa potrebbe aiutarmi un po’.
Chiunque vada in finale sarà una partita difficile. Ma per come ti senti adesso ti senti di poter battere chiunque? Ti senti una top5? E se domani ci fosse Serena con questo servizio un po’ traballante (ma ieri era andato molto meglio), che si fa: si prega?
No, non penso. Non mi sono sentita neanche una top10. Mi sento carica per far bene ma come mi sono sentita tutti i giorni dell’anno. Con Serena ci si prova. È ovvio che Serena è una giocatrice che se sta al 100% non ti fa giocare. Punterò sul fatto, se dovesse vincere, che lei non sia al 100% e io cercherò di fare il massimo.
Che differenza c’è tra l’andare in finale a Parigi e Roma?
Andare in finale a Parigi è stato qualcosa di inaspettato. Qua c’è stato qualcosa di incredibile, il pubblico ha giocato un grosso ruolo, non mi era mai successo di sentire il pubblico così vicino. Dovevo rimanere concentrata per non lasciarmi trasportare dall’esaltazione del pubblico. È un pubblico capace di metterti i brividi. Ho dovuto cercare di essere brava per restare concentrata sul gioco e non farmi prendere dall’euforia.
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