Tutti i big avevano diversi problemi ma Djokovic ha vinto un bel torneo

Editoriali del Direttore

Tutti i big avevano diversi problemi ma Djokovic ha vinto un bel torneo

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INTERNAZIONALI D’ITALIA – ROMA_  Nessuno dei Fab Four era al massimo. Quattro vittorie in 3 set per Nole Djokovic, ma più importante per lui il quarto successo di fila su Nadal. Al Roland Garros chi è il vero favorito? Peccato per la sfortunata Errani in lacrime. Parigi a rischio.

Si temeva che la finale femminile degli Internazionali d’Italia potesse essere anche a senso unico, perché quando c’è in campo Serena Williams è un’ipotesi sempre attendibile, ma dispiace davvero che Sara Errani non sia stata in grado di difendersi e che quella che per lei poteva essere una giornata memorabile per una finale “italiana” raggiunta dopo 64 anni è finita in lacrime, con la testa nascosta dall’asciugamano che aveva anche addentato per frenare il pianto.
Tornerò su Sara, costretta ad abbandonare anche la finale del doppio, magari domani quando sapremo se potrà giocare al Roland Garros. La diagnosi è una distrazione di secondo grado all’intersezione del sensore della coscia sinistra. Le sono stati prescritti due giorni di riposo e laseterapia del dottor Laser, Pier Francesco Parra. Nel frattempo sono arrivati i complimenti anche del Premier Matteo Renzi.

Certamente Sara chiederà di poter giocare il più tardi possibile, ma tutto dipenderà anche dal sorteggio. Saranno ammessi anche riti propiziatori per la pioggia…onde guadagnare qualche giorno in più. Sarebbe davvero un peccato se non giocasse a Parigi: già – come aveva denunciato lei per prima – la stagione sulla terra rossa per il circuito Wta è brevissima, un mese o poco più, se le togli anche la possibilità di difendere i punti della semifinale conquistata lo scorso anno sarebbe un vero disastro.
Sara ha fatto un conferenza stampa brevissima per ringraziare ancora una volta gli spettatori che l’avevano così tanto sostenuta (“Non meritavano che non portassi a termine il match…l’ho fatto per loro…e poi il doppio ci ho provato anche per Roberta“).

Ma adesso voglio scrivere del torneo maschile (e più tardi o magari domani in un altro articolo di quello che il presidente Binaghi, più preoccupato di polemizzare che di capire, ha dimostrato ancora una volta di non aver capito nel corso della conferenza stampa di stamani…) vinto da Novak Djokovic in 3 set. Quattro partite su cinque le ha vinte al terzo set Nole che ha finito per disegnare un cuore sul campo con la racchetta come aveva fatto Guga Kuerten al Roland Garros quando vinse uno dei suoi 3 Parigi, quello del 2002 nel quale aveva annullato un matchpoint al carneade americano Michael Russell avanti due set, 5-3 e matchpoint. “Ho copiato Kuerten, ma è stato un gesto istintivo, non studiato” ha detto Djokovic che del resto ha le stimmate del grande imitatore nel sangue.

Ed è giusto che lo abbia fatto qui perché, come ha osservato giustamente Ben Rothenberg del New York Times, in nessun altro Paese del mondo al di fuori della Serbia, Nole Djokovic ha così tanti tifosi – e spesso gran parte del pubblico – dalla sua parte. Perfino a Roma dove lo sanno tifoso… del Milan!
Forse dipende anche un po’ dal fatto che l’Italiano è la mia terza lingua…e qui mi trovo come a casa“.
Ha vinto il torneo romano per la terza volta, ha nuovamente fermato Nadal ed è la quarta volta consecutiva. Nel 2011, il suo anno magico, le volte consecutive arrivarono a 6. Poi però fu Nadal a riprendere il sopravvento.

Sono momenti…” ha detto Nadal dopo aver citato le tre vittorie conseguite su Djokovic fra l’ultimo Roland Garros, Montreal e US Open. Più che momenti direi…piccoli cicli. Al di là degli apprezzamenti reciproci fra Djoker Nole e il pubblico romano certo è un bene per il tennis che il polso di Djokovic non fosse così malmesso se è in grado di giocare così. La loro rivalità non è certo finita a Roma. Nadal ha ammesso di essere un po’ stanco e che le gambe non gli giravano al massimo, ma ha anche detto che rispetto “a come stavo due settimane fa in prospettiva Roland Garros sto molto meglio, e questo è il lato positivo“.

Le partite fra Nadal e Djokovic possono essere vinte dall’uno o dall’altro e i motivi non sono sempre tecnici. Basta che uno stia meglio dell’altro, per un motivo o per l’altro, e la condizione psicofisica – psiche e fisico vanno spesso insieme – è decisiva.
I nervi hanno inciso nel primo set in modo particolare per far sbagliare a Djokovic tutto lo sbagliabile, senza che Nadal facesse cose straordinarie.

Poi già fra la fine del primo set e l’inizio del secondo – con quattro turni di servizio tenuti da Nole con la perdita di soli due punti, due games a zero e due a quindici – è cambiata la musica. Nole era avanti 3-1 e 40 a 0 quando ha ceduto inopinatamente il servizio con – sul quinto punto perso di fila – la complicità di due bambini piccolissimi che hanno cominciato a piangere fra la sua prima e seconda palla di servizio proprio sul breakpoint deconcentrandolo. La mamma che manda via in malo modo i due piccolissimi, suscitando i fischi del pubblico, ha contribuito la sua parte a distrarre Novak.
Ma alla fine del secondo set un dato era particolarmente impressionante: Djokovic aveva messo a segno 18 vincenti e Nadal soltanto 3. Il serbo stava fisso con i piedi sulla riga di fondo, Nadal fisso due metri più dietro. Un duello impari.
Solo la sfortuna ha impedito a Djokovic di passare a condurre 3-0 con un doppio break nel terzo set, quando sulla seconda palla break ha rischiato una risposta di rovescio lungolinea che sarebbe stato un vincente e che è uscita di un centimetro. Sembrava un mini-matchpoint e quando l’irriducibile Nadal si è riportato sul 3 pari si poteva pensare che il maiorchino avrebbe potuto centrare l’ottavo titolo al Foro Italico a dispetto di una forma ancora incerta.

Il grande merito di Novak è stato quello di non innervosirsi, di non perdere la calma, di non preoccuparsi. Tant’è che nel game successivo, con Nadal al servizio, si è subito riportato sullo 0-40 e poi ha rifatto il break del 4-3 a 15, ha tenuto il suo servizio a zero ed è risalito a 15-40 sulla battuta di Nadal. Insomma negli ultimi 3 games ha ceduto soltanto tre punti. Bella dimostrazione di solidità mentale.

Per me il miglior set in assoluto del torneo è stato quello vinto da Nadal su Murray venerdì sera, però è anche vero che murray sul 4-2 si è spento un po’ fisicamente. Ma in quei primi sei games avevamo visto un tennis eccezionale.
Oggi il tennis è stato bello a sprazzi e le cose migliori le ha fatte decisamente il vincitore che quindi ha ampiamente meritato la vittoria ed avrebbe anzi potuto vincere più nettamente di quanto abbia fatto.
A Nadal, incredibile dictu, sono venute a mancare un po’ le gambe. “Ero un po’ stanco – ha ammesso lui, insolitamente – mi è mancata un po’ di reattività, e alla fine, di benzina” (di benzina, gasolina, ha parlato con i colleghi spagnoli).
Io avevo notato che Rafa correva abbastanza rapido verso destra, un po’ meno verso sinistra dove arrivava in ritardo su palle che di solito lui “mangia” e gli mancava la forza per spingerle. Molti suoi rovesci difensivi – ma anche qualche dritto -sono arrivati a stento alla rete, privi di nerbo.
Da qui alla fine del Roland Garros – perché non si deve pensare che per Rafa possa essere un problema la prima settimana salvo un sorteggio sfortunatissimo – penso che avrà recuperato anche se, come dice lui per primo “a 28 anni sono ancora un giovane uomo, ma forse un anziano tennista…“.

Con tutto quel che ha corso, e speso, tanti erano convinti che non sarebbe arrivato nemmeno a 28 anni in grado di competere con i migliori. Ma dopo 12 anni sul circuito è ancora il n.1 del mondo anche se certamente quello della terra battuta non è più il suo regno inattaccabile come lo è stato per tanti anni.
I tre Master 1000 sulla terra rossa hanno avuto tre vincitori diversi, Wawrinka a Montecarlo, Nadal a Madrid (e sarebbe stato probabilmente Nishikori se non si fosse fatto male: una collega giapponese mi ha detto stasera che Nishikori è al 50% per cento a Parigi…vedremo per lui come per Sara Errani il responso dei prossimi giorni) e ora Djokovic a Roma.

A differenza che in tutti gli ultimi anni un vero favorito forse non c’è a Parigi quest’anno. Sono curioso di vedere le quote dei bookmakers per il Roland Garros. I quattro successi di Djokovic su Nadal possono costituire un vantaggio psicologico non indifferente, però Nadal ha sette vite come i gatti e otto Roland Garros vinti alle spalle…Insomma come si fa a darlo secondo favorito con sicurezza?
Non è stata una grande finale, perché tutti e due – Djokovic all’inizio e Nadal quasi sempre – potevano giocare meglio.
Da Parigi mi aspetto di più un po’ da tutti. Dallo stesso Djokovic – non dimentichiamo che tornava da 3 settimane di stop per via del polso – da Nadal che non è ancora in condizione, da Murray che ha giocato a suo dire il suo più bel match contro Nadal dacché si era operato ma ha finito un po’ in riserva, da – manco a dirlo – Roger Federer che si abituerà ad avere 4 gemelli invece di due e arriverà al Roland Garros più preparato anche psicologicamente di quanto lo fosse qua.

Il torneo romano, sia pure con tutti questi big alle prese con tutti i loro problemi, alla fine è stato ugualmente un bel torneo.
Il tempo è stato migliore di tanti altri, le concomitanze “calcistiche” sono state meno degli altri anni (anche perché le italiane erano state tutte eliminate), Sara Errani ha conquistato un risultato storico, insomma nel complesso l’unico vero rimpianto è che sia durato poco, troppo poco. E anche che l’Italia abbia perso, in buona parte colpevolmente, altre occasioni per ospitare tornei Atp e Wta. Binaghi dice che l’Italia ha fame di tennis, beh è vero, però quel poco tennis che c’era al di fuori di Roma è stato fatto scomparire anche con la sua complicità. Non ci si venga a dire che stato fatto di tutto per proteggere i tornei italiani che c’erano. Ci sono state altre priorità di investimenti, come sappiamo. E comunque esse vengano giustificate.

E’ stato un bel torneo per la cornice sempre più bella, bravo Nepi Molineris della Coni Servizi sia pur con la pecca della biglietteria, per il pubblico sempre più entusiasta ma concentrato in troppi pochi giorni e un po’ troppo ammassato nei campi secondari per la corsa dell’organizzazione al record di affluenza più che al rispetto delle esigenze di chi aveva comprato i biglietti ground sperando di poter vedere tutti gli incontri (non è sempre stato così…). 175.978 spettatori sono un bel numero e un bel record, ma io credo che sia meglio averne qualcuno di meno ed averli tutti contenti. Diversi mi hanno preannunciato lettere di protesta. Purché le firmino con nome e cognome e (senza che noi li si pubblichi, anche i numeri di telefono…Devono prendersi la responsabilità di quello che dicono ed essere rintracciabili).
Si dovrà cercare di recuperare nuovi spazi…o anche di ottimizzare meglio i vecchi.
Tornerò con più calma su altri aspetti del torneo, sui progressi notevolissimi mostrati da Raonic che a mio avviso ha messo in difficoltà Djokovic più dello stesso Nadal. Il canadese del Montenegro per me è stata la sorpresa più lieta del torneo (insieme al recupero psicofisico di Sara Errani naturalmente e anche ai progressi di Schiavone e Pennetta rispetto alle più recenti prestazioni).
Per il momento…arrivederci Roma, ma non senza aver ringraziato con il cuore (lo stesso di Djokovic anche se non lo posso disegnare sulla terra rossa) tutta la redazione che, così come i collaboratori presenti al Foro Italico, hanno fatto un sforzo enorme anche ad orari allucinanti per darvi il servizio che spero vi sia stato gradito. A Parigi saremo in 4 e ci ripromettiamo di fare sempre di più e meglio.

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