Federer: “Mi sento in gran forma”

Interviste

Federer: “Mi sento in gran forma”

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TENNIS ROLAND GARROS 2014 – Roger Federer
Intervista pre-torneo

Quanto la nascita dei nuovi gemelli ha influito sulla tua routine, o modificato qualcosa sul piano del tennis?

Ad essere onesti, non troppo. Dormono così tanto che non è un problema se mi allontano dalla stanza; fino ad ora le cose sono abbastanza normali. C’è sempre qualcosa in più che potrei fare, ma Mirka si occupa della maggior parte di ciò che accade loro. Ovviamente li tengo spesso, ma non è che per questo non mi occupo delle bambine; le routine sono rimaste piuttosto invariate.

Non ti sei preparato molto, non il solito numero di incontri disputati sulla terra prima di venire qui. Cosa pensi del tuo gioco e del tuo approccio a questo torneo?

In realtà non sono sicuro di non essere pronto, ultimamente saltavo Montecarlo, quindi ho comunque partecipato ad un paio di tornei. L’unica differenza è stata il non aver giocato molto nelle ultime settimane, che solitamente è il periodo in cui gioco meglio, o comunque gioco di più. Giocare bene a Montecarlo mi ha aiutato, una volta in allenamento sapevo su cosa dovevo lavorare. Mi sento in buona forma, so a che punto sono con il mio gioco, non mi preoccupo di non essere abbastanza preparato. Ho già giocato parecchio quest’anno, e ne trarrò i benefici.  Lo ripeto, stare a casa mi ha permesso di allenarmi molto, mi sento più forte e penso sia positivo, dato che l’anno scorso ho avuto pochissime possibilità di lavorare bene.

Dopo Roma mi serviva rimanere in ritmo e rilassato, prima di Parigi, Halle e Wimbledon, che è un periodo molto importante per me, e non avrei mai voluto arrivare a questo torneo non ispirato o stanco, sarebbe stata la cosa peggiore.

Ti senti bene fisicamente o ti approcci al torneo in cerca di ritmo?

No, voglio dire, mi sento bene, forte. Speravo che quest’anno mi sarei sentito di nuovo bene intorno a Marzo o Aprile, di recuperare il tempo perso l’anno scorso, ed è così che mi sento; sono fiducioso, anche se dovessi avere partite lunghe o difficili consecutivamente. Vedremo anche come sarà il tempo, ho sentito che non sarà clemente almeno nella prima settimana.

So che non è ancora iniziato il Roland Garros, ma vorrei farti una domanda riguardo a Wimbledon, ed in particolare al fatto che Andy Murray sarà lì come campione uscente. Come fu per te la prima volta da difensore del titolo? E come pensi sarà per Murray?

Mi piacque molto. C’era ovviamente molta pressione, ma ne sentivo di più l’anno prima mentre cercavo di vincerlo per la prima volta. Nel 2002 persi al primo turno sia qui che a Wimbledon, quindi nel 2003 fui felice anche solo della semifinale, figuriamoci la finale e poi il successo, fu un sogno. L’anno dopo credo mi sentivo più rilassato, ma anche più fiducioso di potercela fare, avevo vinto l’Australian Open. Credo che Murray saprà gestire bene la situazione, è importante che trovi un buon livello di gioco nelle prossime settimane. Sembra già fare progressi, credo dovrebbe essere soddisfatto con il suo stato di forma.

Credi che questo torneo sarà competitivo, o come al solito sarà un affare tra te e i soliti noti?

Le sorprese possono capitare in ogni torneo, ci sono tanti ottimi giocatori ad un livello simile tra loro. Già in Australia con Stan ne abbiamo avuta una, quest’anno. Ma il Roland Garros ti stanca, devi giocare molto, ci sono incontri che sono delle trappole, non puoi ad esempio affidarti soltanto al servizio, per questo credo che alla fine saranno i migliori ad arrivare in fondo.

Che ricordi hai del primo match giocato qui, contro Pat Rafter nel ’99?

Un gran bel ricordo, ero davvero contento di essere nel tabellone principale, mi diedero una wildcard e ne fui davvero felice. Quando sei giovane e giochi in un torneo come il Roland Garros, se sei riconosciuto come un talento e ti danno una wildcard è splendido. Giocai sul Lenglen, vinsi anche il primo set, fu fantastico. All’epoca si ottenevano punti bonus se si batteva un top50 o top10, quindi cercavo di strappare quei punti ad ogni costo. Rafter era uno dei miei giocatori preferiti quando iniziai a girare il circuito, come Sampras, sono felice di averli potuti affrontare in campo.

Pare pioverà molto in questo weekend. Hai bisogno di una preparazione diversa per questo?

Cerchiamo di allenarci anche con la pioggia; ovviamente sappiamo che chiuderebbero i campi se piovesse, ma non c’è una preparazione speciale da fare, è lo stesso per tutti. L’unica cosa importante è il modo in cui si gestiscono le pause o i ritardi; a volte la pioggia inizia a scendere nel momento peggiore del match per te o per l’avversario, e quando capita, bisogna tornare in campo e cercare di vincere, a prescindere dalla qualità del gioco, specialmente nella prima settimana. Settimana scorsa a Roma fu lo stesso con il vento, e io non sono riuscito a farcela contro Jeremy; qui sarà lo stesso con la pioggia.

Puoi dirci qualcosa sul tuo avversario, Lukas, sloveno? Lo hai già incontrato, lo conosci?

Mi sembra di averlo affrontato in Australia, ma non ne sono sicuro. In ogni caso lo conosco, è nel circuito da un po’ ormai, non è del tutto sconosciuto. So che gli piace mantenere un buon ritmo, colpisce in anticipo. Ho fatto allenamento con lui varie volte, quindi lo conosco. Sarà un bene giocare il primo turno contro un giocatore che conosco.

Te lo avranno chiesto mille volte. Hai cambiato racchetta, cosa puoi dirci? Stan dice che ora ti sei abituato, e che ti è servito per la tua fiducia.

Sì, la nuova racchetta mi da più potenza e rende le cose un po’ più facili. Ho più margine perché è più grande, ed è meglio anche dalla parte del rovescio, quando vado in topspin. A volte viaggia un po’ quando uso lo slice o carico di effetto. All’inizio ero un po’ stupito, ma mi sono reso conto che in effetti non è stato difficile cambiare dopo tutti questi anni con la racchetta vecchia. Sono contento, riesco a giocare bene con la nuova.

Come hai gestito la strada verso il Roland Garros, dopo Roma? Hai lavorato o hai cercato di rimanere fresco?

Avevo già lavorato molto prima di Roma, e dopo sono tornato a casa. Mi sono allenato il giorno dopo aver giocato con Chardy, poi due giorni di riposo e sono partito lunedì; martedì non ho giocato. La cosa importante è mantenere il ritmo, rimanere attivo anche tra un torneo e l’altro. Vedrò se in campo mi stancherò o meno. Ho comunque lavorato quattro giorni consecutivi questa settimana, quindi ora ho bisogno di riposo prima del mio incontro.

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