TENNIS – Si chiude il terzo turno, Ana Ivanovic si fa sorprendere dalla Safarova, volano Halep e Stephens. La Kuznetsova si aggiudica il match del torneo contro la Kvitova. Finisce la favola della Mladenovic
A. Petkovic b. K. Mladenovic 64 46 64 (da Parigi, Roberto Salerno)
Il pubblico francese pregustava una giornata trionfale e dopo che Monfils aveva entusiasmato il Lenglen, toccava a Kristina Mladenovic provare a infiammare lo Chatrier. La Mladenovic in effetti partiva molto forte, conquistava un break che la portava sul 4 a 3 ma doveva subire il ritorno di una Petkovic che metteva insieme tre game di fila e portava a casa il primo set. La giovane francese non si scoraggiava e aiutata dal pubblico dello Chatrier riusciva a strappare per due volte il servizio all’avversaria e chiduere sul 6 a 4. Nel terzo set la partita diventava una battaglia, con un pubblico sempre più eccitato ed una Mladenovic che partiva fortissima conquistando il vantaggio di un break. Ma a partire da qui le francese non teneva più un servizio e nonostante la Petkovic facesse una fatica enorme sul proprio, subendo addirittura un break a zero quando è andata a servire per il match, alla risposta era implacabile. Nel decimo game la tedesca si procurava tre match point consecutivi, il primo era annullato da una clamorosa palla corta della francese, ma il secondo era quello giusto: il dritto di Kristina volava lontanissimo dal rettangolo di gioco e con esso le speranze francesi di fare l’en plein. Ma la ragazza del ’93 non può certo lamentarsi del suo ottimo torneo, in cui ha pure preso lo scalpo di Na Li, il futuro ormai è suo.
(27) S. Kuznetsova b. (5) P. Kvitova 67(3) 61 97 ( da Parigi, Antonio Garofalo)
Al termine di una partita pazzesca, a metà tra uno psicodramma e un romanzo d’avventura, Svetlana Kuznetsova piega la mancina di Praga raggiungendo gli ottavi di finale.
Se due campionesse Slam si incontrano già al terzo turno c’è qualcosa che non quadra. Quel qualcosa, verosimilmente, risiede nella contorta psiche di Petra e Sveta, due tipine sveglie e talentuose con un braccio da far invidia a quasi tutte le signorine del circuito.
E il match che ha aperto il programma sul centrale ne è una perfetta conferma.
La Kuznetsova ha vinto questo torneo cinque anni fa, secondo major dopo l’exploit americano del 2004, ma in fondo ha solo 28 anni.
Petra, regina di Wimbledon e Masters 2011 si è un po’ persa a dispetto di chi la vedeva pronta per il vertice del tennis in gonnella.
la Kvitova ad occhio nudo sembra aver risolto i suoi problemi con la bilancia, la russa decisamente no ed il pervicace completino arancione decisamente non aiuta.
Il match è decisamente brutto, complice il vento che spira sull’assolato Chatrier, errori si sommano ad errori, con la russa che prova a rallentare sovente il gioco per togliere ritmo alla potente avversaria,come già fatto proficuamente nel turno precedente contro la nostra Giorgi.
Dopo un break per parte ad inizio set non può che essere il tiebreak a decidere: la ceca trova cinque minuti di buon tennis e se lo aggiudica agevolmente (7-3) con la povera Sveta che rotola anche goffamente sulla terra su un rovescio vincente di Petra.
Il secondo set si apre con il break della russa, ma sul 1-2 la ceca esce dal campo per un problema fisico, apparentemente alla schiena, anche se tornerà con il quadricipite destro incerottato.
La mancina appare chiaramente menomata e demoralizzata, cede rapidamente il parziale per 6-1 ed esce nuovamente dal campo, insinuando il sospetto che possa non farvi più ritorno.
Ed invece, novella Lazzaro, non solo torna in campo, ma corre e inizia a tirare fendenti da tutte le posizioni.
Centra il break nel primo gioco con tre pregevoli accelerazioni e si porta sul 2-0.
La russa, superata la sorpresa della resurrezione dell’avversaria, si riprende e va avanti 4-3 con tre palle break che la porterebbero a servire per il match.
Il livello della partita improvvisamente si impenna e la vicenda comincia a diventare appassionante.
La ceca si salva ed è lei a strappare il servizio alla Kuznetsova al termine di un game fiume con l’opportunità di chiudere al servizio. Niente da fare però, Sveta gioca il game migliore della partita e impatta sul 5 pari.
Sul 6-5 la russa si issa a due match point ma la Kvitova li annulla da campionessa: volèe sulla riga, dritto lungolinea sulla riga: chapeau. Altri due vincenti, altro break ed è lei a servire per il match una seconda volta.
Tutto finito? Macché 7-7.
E allora lo sprint vincente è quello della russa che finisce per vincere 9-7 dopo tre ore e tredici minuti.
L. Safarova b. A. Ivanovic 63 63 (Da Parigi, Laura Guidobaldi)
“Ana je t’aime !” ” Moi aussi” urlano gli spettatori dalla tribune del Suzanne Lenglen per incoraggiare la loro beniamina Ana Ivanovic. La serba infatti, dopo un buon inizio, viene “tramortita” da una Lucie Safarova davvero impeccabile e aggressiva.
Fino al 3-3 della prima frazione c’è equilibrio. Le due tenniste giocano a specchio, con fendenti pesanti e angolati. Dalle tribune del soleggiato Lenglen – oggi infatti splende un magnifico sole sulla Ville Lumière – si distingue chiaro e forte il rumore dell’impatto della palla di entrambe, che sono centrate e solide.
La Safarova spinge e spinge sempre di più, cominciando a prendere il sopravvento sulla serba che comincia, invece, a perdere in precisione. Con un magnifico passante in corsa di dritto Lucie trafigge Ana a rete e intasca così il break salendo 4-3 e servizio. La ceca continua a incalzare l’ex n. 1 del mondo, entra progressivamente con i piedi dentro il campo mentre la Ivanovic perde terreno. La Safarova si stacca sul 5-3 per poi chiudere il primo set 6-3 in 41 minuti.
Nel secondo parziale, Ivanovic resta attaccata all’avversaria fino al 2-1, dopodiché la ceca le strappa nuovamente il servizio per prendere le distanze sul 3-1. Ana è sempre più nervosa, comincia ad arrivare sempre più disunita sulla palla e, quando sbaglia, urla furibonda verso il suo angolo.
Non c’è nulla da fare. Lucie continua ad essere concentrata e precisa e, in 1 ora e 26 minuti, fa suo il 5° successo consecutivo dal 2009 sulla serba, che invece aveva vnto contro la ceca 2 soli incontri tra il 2007 e il 2008.
Stephens b. Makarova 63 64 (da Parigi, Roberto Salerno)
La difficoltà maggiore per Sloane Stephens è stata quella di non complicare una partita che dopo un primo set equilibrato, deciso da un solo break, si era improvvisamente aperta. Forse lo scoramento per aver mancato le due opportunità a favore, forse la solidità al servizio della statunitenze, fatto sta che senza che niente lo facesse supporre la Stephens si è trovata in un amen sul 4 a 0. Lì però la Makarova si è rimessa in sesto, e forse la Stephens ha creduto di aver chiuso l’incontro ma si sa che il tennis non permette troppe cofidenze. Così la russa ha tenuto il servizio, è finalmente riuscita brekkare l’avversaria e si è portata pericolosamente sul 4 a 3. Ma la Stephens di oggi sembra molto convinta delle sue potenzialità, chissà se sollevata dalla prematura uscita di Serena. Ha ripreso col servizio il comando delle operazione e ha chiuso al decimo game a zero. Prestazione davvero convincente della statunitense che però al prossimo turno troverà Simona Halep che oggi ha travolto la Torro Flor. Sarà un gran match e non sembra azzardato dire che ci vince avrà fatto un buon passo avanti verso la conquista del Roland Garros 2014.
Le altre partite
S. Halep b. M. Torro Flor 63 60
Tutto facile per la testa di serie numero 4 del torneo – la più alta tra quelle rimaste in gara. Dopo una tenue resistenza nel primo set, in cui almeno è riuscita a tenere per 3 volte il servizio, nel secondo la spagnola è crollata. Adesso, per la Halep, un incontro che sarà molto più complicato contro la Stephens.
J. Jankovic b. S. Cirstea 61 62
Meno brillante l’altra rumena, la Cirstea, che ha subito una dura lezione da Jelena Jankovic, prossima avversaria della nostra Sara Errani. La Cirstea è stata sempre in difficoltà sul proprio servizio – ne terrà solo uno, nel secondo set – e questo non le ha consentito di impensierire troppo la Jankovic.