TENNIS – Rafael Nadal disintegra un Murray inesistente lasciandogli solo sei game. Domenica sfiderà Novak Djokovic per vincere il suo nono Roland Garros e difendere il numero 1 del ranking
(1) R.Nadal b (7) A. Murray 63 62 61 ( da Parigi, Antonio Garofalo)
Come già tante volte negli anni passati, il vero Rafael Nadal si palesa il venerdì della seconda settimana rispedendo a Manacor il fratello gemello assai titubante.
E così domenica si giocherà la quarantaduesima edizione della nota saga dei giorni nostri ( 22-19 Rafa), la dodicesima in uno Slam ( 8-3 Rafa), la settima che assegnerà il titolo di un Major (3-3) con la chicca del numero 1 del ranking in palio.
Il mancino di Manacor conquista la ventesima finale negli Slam staccando Ivan Lendl e portandosi a quattro lunghezze dal primatista Roger Federer. Diventa inoltre l’unico tennista della storia ad aver raggiunto per nove volte la finale nello stesso Major ( Federer otto volte a Wimbledon, Sampras e Lendl otto volte a New York).
Il malcapitato Andy Murray è stato letteralmente spazzato via, incapace di trovare il timing giusto in risposta e comunque non incisivo al servizio e falloso da fondo campo.
Non avrà il fascino delle sfide tra Federer e Nadal, né i numeri di Nadal-Djokovic, ma la sfida tra il maiorchino e il campione di Wimbledon può comunque definirsi un “Classico”: è l’unica partita dell’era Open, quella trai due campioni olimpici, ad essersi giocata almeno due volte in ciascuno degli Slam.
Murray è stato in campo sin qui ben quattordici ore e quarantasei minuti, contro le dieci ore e spiccioli di Nadal: le oltre quattro ore di differenza, con il caldo che è improvvisamente esploso a Parigi, potrebbero essere un fattore importante.
Nadal arriva a questa semifinale con una striscia di 33 partite consecutivamente vinte a Porte d’Auteuil ( 88-1 il bilancio complessivo dei match sulla terra sui cinque set), Murray cerca la prima finale inglese al Roland Garros dell’era Open ( Fred Perry nel 1935 e 1936, Bunny Austin nel 1937).
Il primo punto dell’incontro dure due minuti e se lo aggiudica Murray, un modo per dire al pubblico “preparatevi a lunghi palleggi”. E invece la partenza di Andy è disastrosa. Nadal tiene il gioco di apertura ed al cambio di campo lo scozzese con un doppio fallo e due diritti sballati regala subito il break. Il parziale iniziale è da brividi: 12 punti a 3 e dopo 11 minuti Rafa è già sul 3-0. Il diritto del numero 1 del mondo sembra quello dei giorni migliori, ben otto vincenti con la chela mancina nei primi cinque giochi, Murray sembra impotente e scivola rapidamente sotto 4-1.
C’è vento sullo Chatrier e il campione di Wimbledon prova spesso il lancio di palla, ma Nadal è ingiocabile nei propri turni di servizio: concede solo cinque punti in cinque game e dopo trentacinque minuti incamera comodamente il 6-3. E’ un solo break, nell’unica palla break, a fare la differenza ma il divario è stato netto: undici vincenti ( nove con il diritto) e sette errori per Rafa, sei vincenti e nove errori per Andy.
C’è anche uno spicchio di luna che fa capolino nel cielo di Parigi e Rafa sembra proprio che stia giocando lì, lontano dalla terra: a furia di diritti assassini strappa il servizio allo scozzese già nel terzo gioco del secondo set, mentre al servizio passeggia ( siamo a sei punti di Murray in sette game di risposta): 3-1.
Lo scozzese, probabilmente sfinito dalle maratone dei giorni scorsi, annaspa nei pressi dei giudici di linea mentre il maiorchino è sempre più padrone del campo, cede un altro servizio affondando il back di rovescio in rete e dopo un’ora e sei minuti siamo due set a zero. Ribadisco: Nadal mostruoso ma Murray non può fare sette punti in risposta in due set, neanche avesse di fronte Isner o Karlovic sull’erba.
Quando arriva il break anche nel terzo game del terzo set la tribuna stampa si svuota mentre il pubblico improvvisa una ola che solo gli spagnoli hanno voglia di eseguire. Nadal si aggiudica anche il punto più divertente della partita con i due atleti nei pressi della rete, la mattanza prosegue per altri dieci minuti utili per far si che Murray arrivi per la prima volta a quaranta sulla battuta dello spagnolo ( ma i buoi sono già scappati da tempo…).
Finisce in un’ora e quaranta di autentica lezione: 24 vincenti e 15 errori, 91% di punti quando ha messo la prima: occhio Nole che il vero Nadal è tornato e non ha nessuna intenzione di abdicare.
” Ho giocato il mio miglior tennis, mi emoziona pensare che giocherò un’altra finale qui” ha detto il maiorchino ad un Santoro molto meno ispirato con il microfono di quanto lo era con la racchetta. ” Novak sta giocando un tennis incredibile come ho verificato anche a Roma, con lu è sempre durissima”.