Dopo le critiche parigine... i fiori a Sara Errani e Roberta Vinci

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Dopo le critiche parigine… i fiori a Sara Errani e Roberta Vinci

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TENNIS – Al Roland Garros, dopo le varie critiche suscitate dalle mancate dichiarazioni di Sara Errani, durante la conferenza stampa sul doppio, riguardo al singolare che l’indomani la bolognese avrebbe dovuto giocare contro la Jankovic, l’episodio si è concluso con il sorriso e un omaggio floreale da parte del nostro direttore a Sara e a Roberta.

Al Roland Garros, il nostro direttore non era stato tenero con Sara Errani, in particolare, e Roberta Vinci, per il rifiuto di Sara – dopo le gare di doppio che si disputano in giorni altenati rispetto a quelle di singolare – di parlare del singolare che l’indomani Sara avrebbe dovuto giocare contro Jelena Jankovic.

Sara aveva invitato i giornalisti, in particolare Vincenzo Martucci della Gazzetta dello Sport e lo stesso nostro direttore, a “recuperare” – ove proprio fossero necessarie – le sue dichiarazioni del giorno prima. Ciò anche se in particolare la Gazzetta aveva necessità invece di dichiarazioni di giornata per presentare il match sul proprio giornale che non poteva accontentarsi di dichiarazioni “obsolete”.

Il nostro direttore, citando esempi di allenatori di calcio che per una partita che si gioca alla domenica, parlano giorno dopo giorno e non chiedono certo ai giornalisti di riciclare notizie e dichiarazioni dei giorni precedenti, aveva denunciato l’episodio come una manifestazione di scarsa comprensione e rispetto per il lavoro dei giornalisti. Giornalisti che, scrivendo da anni di tennis – e innegabilmente con indiscutibile passione anche se non sempre con argomentazioni condivisibili – hanno certamente contribuito con il loro lavoro a dare spazio al tennis, promuovendolo insieme con i protagonisti degli exploit più significativi, nessuno escluso.

Poichè di questa vicenda se ne è scritto in più riprese ci pare giusto e doveroso nei confronti del lettore, ricostruirla nel suo percorso, senza con ciò volerne dilatare l’importanza che era e resta modesta. Tuttavia a volte sui principi non è sbagliato ribattere.

A seguito di un colloquio avvenuto fra il capufficio stampa FIT Angelo Mancuso e l’allenatore di Sara, Pablo Lozano, Scanagatta e Martucci erano stati successivamente avvertiti dallo stesso Mancuso – un paio d’ore dopo il rifiuto di Sara di parlare “nuovamente” sul singolare con la Jankovic – dell’intenzione di Sara di scusarsi per l’episodio delle mancate dichiarazioni.

Mentre in quelle due ore Martucci non aveva ancora avuto necessità di scrivere al volo l’articolo in uscita l’indomani sulla Gazzetta (la serata non era ancora finita, altri incontri erano in corso), il nostro direttore – Ubitennis.com è sito on line…- aveva invece già scritto il suo articolo apertamente critico nei confronti dell’atteggiamento di Sara (chi ha visto il video si sarà reso conto di come si erano svolti i fatti).

Ed è stato per questo motivo, e non altri, che a seguito dell’annuncio di scuse riferito da Mancuso il direttore aveva ritenuto immediatamente – per correttezza nei confronti di chi lui credeva si fosse effettivamente scusata – di pubblicarle, e ciò onde attenuare la portata critica del suo precedente intervento sottolineando positivamente l’intelligente ravvedimento.

Invece la vicenda non è finita lì, perchè più tardi con un suo tweet Sara Errani ha smentito quel che Mancuso aveva riferito in presenza di numerosi testimoni. Nel tweet Sara diceva di non avere alcuna intenzione di scusarsi.

E lo avrebbe ribadito nei fatti, indirettamente, un paio di giorni dopo, dopo una nuova vittoria in doppio. Ai cinque giornalisti presenti – il nostro direttore non era presente, Martucci sì – è stato chiesto di rivolgere domande soltanto sul doppio, anche se l’indomani Sara avrebbe dovuto giocare in singolare contro la Petkovic. Chiunque abbia minima dimestichezza con le esigenze dei media, sa che la presentazione del “quarto di finale” Errani-Petkovic aveva maggiore importanza che non il doppio testè concluso.

Infatti i cinque giornalisti presenti a quella conferenza stampa che non ebbe luogo, in segno di protesta, si alzarono e se ne andarono senza rivolgere alcuna domanda, nè sul singolare nè sul doppio.

Questa la ricostruzione completa della vicenda. Insomma ciascuno è rimasto sulle proprie posizioni. Sara ritiene – probabilmente ancora oggi – di non dover parlare del singolare a conclusione di una partita di doppio – soi disant per rispetto della compagna di doppio (alla quale è peraltro accaduto di trovarsi lei, all’US Open, nella posizione di chi doveva parlare del suo imminente singolare e non del doppio), Scanagatta, Martucci e in genere la stampa ritengono che invece dovrebbe farlo perchè questo è quanto viene richiesto dai direttori dei giornali.

ATP e Wta che organizzano conferenze stampa dei tennisti alla vigilia di un torneo o di un incontro importante la pensano evidentemente come il nostro direttore. Per la stampa italiana, sia chiaro, un incontro di un connazionale in ottavi o quarti di finale di uno Slam non è evento proprio trascurabile o banale; equivale ad una Serena Williams o ad una Sharapova che devono giocare una finale di Slam, quando i media chiedono di sentirle prima di quella finale.

In quest’ultimo Roland Garros è accaduto, a riprova di ciò, che Maria Sharapova – che non gioca il doppio aveva già parlato dopo il suo singolare – è stata “convocata” apposta per parlare del singolare che avrebbe dovuto giocare l’indomani. Ha fatto due conferenze stampa a distanza di 16 ore.

Ne aveva fatta una lunghissima dopo aver rimontato la Bouchard in semifinale (ed era la sua terza rimonta dopo Stosur e Muguruza) e le hanno chiesto di farne un’altra a seguito della vittoria della Halep sulla Petkovic, perchè venisse a dire ai media che cosa si aspettava dal suo match con la Halep, che rapporti aveva con la Halep, ricordi dei precedenti etcetera etcetera.

Eppure qualcosa sulle due possibili avversarie in finale, Halep o Petkovic, le era già stato chiesto 16 ore prima. Ma Roland Garros e ITF hanno ritenuto che i media dovessero poterla ascoltare ancora, sebbene Maria ne avesse già (in parte) parlato.

Ad ogni modo, ciascuno è padrone di pensarla come crede, ciascuno ha diritto alle proprie opinioni e a comportarsi di conseguenza.

Per chiudere con un sorriso la vicenda, che non sottintendeva alcun pregiudizio ma semplicemente una diversità di opinioni su un comportamento, nei confronti di Sara (e di riflesso di Roberta che nel caso specifico non era direttamente intervenuta) ecco che – nel giorno della finale del Roland Garros, purtroppo perduta da Sara e Roberta con la Hsieh e la Peng – a fine conferenza stampa il direttore si è presentato con due mazzi di fiori per Sara e Roberta. Vedi foto più sotto.

Come sempre dovrebbe accadere in un ambiente di sport e di sportivi, tutto è finito in allegria con Roberta Vinci che, scherzando ovviamente (lo si sottolinea qui, perchè non si sa mai come alcuni lettori possono interpretarlo…) diceva: “Beh, ricevere dei fiori da Ubaldo Scanagatta è più importante che vincere un Roland Garros!”. Risate, inevitabili, dei presenti.

Siamo stati a lungo incerti se pubblicare questa storia – il rischio era che potesse apparire autocelebrativa e poco signorile – ma in fondo il rapporto di Ubitennis con i propri lettori deve e dovrebbe essere il più trasparente e diretto possibile.

Della vicenda se n’era scritto e dibattuto certo più di quanto meritasse – anche se in fondo riguardava al di là dell’episodio specifico un discorso più generale che riguarda i rapporti più corretti che dovrebbero interagire fra stampa e atleti – e non era forse giusto che i lettori fossero tenuti all’oscuro del suo epilogo, quando invece nell’ambiente molti ne erano al corrente. Non si voleva certo, pubblicando questa storia, sottolineare il modestissimo omaggio floreale, quanto la simpatica conclusione di una storia che aveva avuto anche momenti e reazioni, da più parti, non simpatici. La sua collocazione fra le notizie flash sottolinea al contempo l’imbarazzo sul dare la notizia o meno e la consapevolezza del modesto interesse che la vicenda in effetti riveste (al di là della  necessità di raccontarla con dovizia di particolari).

Sara Errani e Roberta Vinci ricevono un mazzo di fiori da Ubaldo Scanagatta

 

 

 

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