Wimbledon interviste, Federer: "In passato eri costretto a scendere a rete, ora non più"

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Wimbledon interviste, Federer: “In passato eri costretto a scendere a rete, ora non più”

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Incontro di primo turno: R. Federer b. P. Lorenzi 6-1 6-1 6-3. Intervista del dopo partita a Roger Federer.

È sembrato un match abbastanza comodo; è stato così?
Sì, ho breakato in tutti i set al primo gioco di risposta mi sembra, quindi sono sempre stato in vantaggio e ho potuto amministrare sempre. È stato un incontro solido da parte mia, ho servito e risposto bene, ho cercato anche di venire avanti un po’. Sono riuscito a fare tutto, e sono contento del mio primo turno.

A proposito di discese a rete, quanto è difficile farlo su questi campi, rispetto alle prime volte che hai partecipato a Wimbledon?
Direi che è un insieme di cose a renderlo un po’ più duro; la superficie leggermente più lenta, ma anche i giocatori di oggi rispondono meglio inoltre in passato anche gli avversari scendevano di più a rete, e per evitare di colpire passanti per tutto il match eri costretto a scendere anche tu, anche se questo comportava maggiori spostamenti in avanti e indietro, piuttosto che laterali. Ho giocato un po’ di serve&volley ad Halle, ma qui è più lento, quindi sono contento di aver utilizzato questo primo turno per riadattarmi alla situazione.

Da un punto di vista generale, c’è qualche punto in cui Stefan ti ha aiutato?
Forse. O forse mi ha semplicemente dato più fiducia sul fatto di poter fare serve&volley; per anni ne ho fatto tipo due volte a set, ma ricordo che nel 2001 quando feci i quarti e anche nel 2003 quando vinsi per la prima volta scendevo a rete l’80% delle volte sulla prima. Ho cambiato il mio approccio con il cambiare del gioco stesso.

Qual è la parte più difficile del processo di riadattamento al serve&volley?
Credo sia mentale, riuscire a scendere a rete anche contro un buon passatore o con il punteggio a sfavore; è facile farlo sul 40-0, ma sul 15-30? Ripeto, non cercherò di fare soltanto serve&volley, il piano è quello di variare , perché comunque preferirei vincere senza utilizzarlo troppo.

In che modo pensi che la settimana extra su erba dall’anno prossimo potrà spingere i giovani a concentrarsi ed imparare a giocare bene su questa superficie?
Sarà un bene sotto molti aspetti. Forse vedremo una generazioni di erbivori migliori, chissà: credo comunque ci vorrà del tempo, dai cinque ai dieci anni per vedere un cambiamento. È bello vedere che l’erba sopravvive.

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