Wimbledon 2014: (s)punti tecnici, day 2 e 3

(S)punti Tecnici

Wimbledon 2014: (s)punti tecnici, day 2 e 3

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Dal day 2 e 3 ecco tutti gli spunti tecnici di giornata: gli adattamenti erbivori di Rafa Nadal, i meravigliosi colpi piatti di Stakhovsky e lo showman Radek.

Lo slice di Rafael

Analizzare il modo in cui un giocatore reagisce e aggiusta il suo tennis nel momento in cui si trova fuori dalla cosiddetta “comfort zone”, e affronta difficoltà non abituali, è molto interessante. Nel caso di Rafael Nadal, sempre ottimo nella capacità di adattarsi se necessario, è stata degna di nota la grande lucidità tattica che ha saputo esprimere nel suo incontro di primo turno contro lo slovacco Martin Klizan.

Rafa si è trovato in difficoltà all’inizio, fino a perdere il primo set, per due ragioni principali: la superficie, che per uno come lo spagnolo richiede del tempo per abituarsi ai rimbalzi, e il fatto che l’avversario fosse mancino anche lui (oltre naturalmente alla buonissima prestazione offerta da Martin, che ha picchiato a tutto braccio ogni palla). Opposto a un giocatore che ovviamente non poteva essere messo sotto semplicemente con la consueta pressione sulla diagonale di sinistra, a forza di drittoni in top-spin, Nadal – ed è raro vederlo – ha completamente ribaltato le geometrie abituali, affrontando il palleggio con schemi tipici dei giocatori destri opposti ai destri.

In particolare, ha fatto un uso eccellente dello slice di rovescio (che esegue piuttosto bene), tirato spesso – e nei momenti giusti – in lungolinea, a trovare il dritto di Martin. Sull’erba, quel tipo di palla è difficilissima da restituire ancora lungolinea con il dritto, a meno di non prendersi un gran rischio frustando il colpo con il massimo del top-spin, e quasi sempre obbliga chi la subisce al cross. Che è esattamente quello che Rafa aspetta e cerca, pur accettando l’eventualità di lasciare a volte troppo campo libero a sinistra, per conquistarsi la possibilità di aprire l’angolo e scatenare la pressione con il suo dritto.

Chiuso in questa trappola di traiettorie, Klizan non ha più avuto modo di uscirne: giocare sul dritto di Nadal non è praticamente mai una buona idea, e se la metteva sul rovescio, Rafa gli mollava la rasoiata lungolinea appena possibile e girava lo scambio comunque: fine della partita, e perfetta prestazione tattica dello spagnolo.

Geometra.

Il tennis d’altri tempi di Sergiy

Concordo assolutamente con Marco Crugnola, aggiunto alla squadra di commentatori Sky, quando dice che l’ucraino Sergiy Stakhovsky gli ricorda Michael Stich. A me personalmente, oltre che l’”airone” tedesco, ieri contro il lettone Ernests Gulbis ha fatto venire in mente anche il miglior Tim Henman, quello delle quattro semifinali a Wimbledon, che ha dato il nome alla “Henman Hill”, il pratone in discesa dove fanno il tifo quelli che non hanno potuto accedere al campo centrale.

Certamente Gulbis non si è espresso al meglio, ma contro percentuali fuori dal mondo di punti realizzati con il serve&volley, eseguito con continuità e precisione ineccepibili, non so in quanti ci sarebbero riusciti. Praticamente indifferente al passare degli anni, Sergiy ha sciorinato un festival di colpi semipiatti, e spesso con il taglio sotto, anche da fondocampo, chiudendo poi a rete alla prima occasione con volée precisissime e incisive.

Tra le tante perle dell’ucraino che meritano attenzione, ormai rarissime da ammirare, una su tutte: 1-1 nel secondo set, Gulbis a rete dietro un attacco esterno quasi definitivo, Sergiy da tre metri fuori dal campo tira il passante lungolinea con lo slice di rovescio. Rapidissimo, a due dita dal nastro, imprendibile. Con lo slice! Mano incredibile, velocità di braccio massima, sensibilità. Colpo assurdo. Oltre a quel passante da urlo, innumerevoli risposte bloccate, da doppista, chop anche con il dritto, pallonetti felpati, servizi non esplosivi ma ficcanti e piazzatissimi, ideali per essere seguiti a rete. Quando si esprime così, Stakhovsky è veramente un fenomeno sull’erba, e Federer ne sa più di qualcosa.

Avercene ancora, di giocatori così.

Lo show di Radek

Che con Novak Djokovic avrebbe comunque perso, anche se non lo ammetterebbe mai nemmeno con se stesso, lo sapeva bene anche il ceco Radek Stepanek. Ma forse liberato da pressione e responsabilità a livello inconscio, è entrato in campo e ha giocato a braccio non sciolto, di più. E quando un tipo come Radek molla i colpi in modo “spensierato”, su erba, contro un grande avversario, lo spettacolo è assicurato.

Attacco a tutto campo dall’inizio alla fine, sfidando a viso aperto le risposte e i passanti di uno dei migliori al mondo in difesa: uno show che purtroppo si può ancora vedere solo con pochi tennisti come lui, su questi campi, e nei primi giorni del torneo, finchè l’erba è ancora degna di essere chamata tale. Davvero poco, a mio avviso, ma quando capita, godiamocelo.

Qualche “circoletto rosso” memorabile: 3-3 primo set, serve Nole, Radek risposta in avanzamento di rovescio e rete, arriva la pallata di Nole nei piedi, Radek demi-volée quasi presa dietro, con rotazione completa sul piede-perno, palla smorzata esterna a due spanne dalla rete. Tutti a bocca aperta. 4-3 Nole sempre primo set, palla break, Radek tranquillissimo piazza la combo serve&volley, volée di rovescio a uscire, drittone passante stretto in cross di Nole, altra demi-volée smorzata, in allungo, stavolta di dritto. 4-4, il capolavoro: scambio duro, Nole fa fare il tergicristallo a Radek, alla fine segue a rete un dritto esterno tirato nel campo vuoto. Dal nulla sbuca in corsa Stepanek, e contrastando con un ingresso della testa della racchetta in avanti-sotto, di solo di polso, l’inerzia laterale dello scatto, gli stampa il passante lungolinea con lo slice di rovescio: esattamente come Stakhovsky con Gulbis, ma ancora più fenomenale perchè alla fine di uno scambio lungo giocato tutto in difesa.

E avanti così, fino alla fine, con il giusto e quasi inaspettato premio del terzo set conquistato al tie-break. Tennis da impazzire, tecnicamente difficile a livelli sconosciuti ai più, e che temo siano davvero gli ultimi anni che potremo ammirare a livelli alti tra i professionisti. Dietro a gente come Stakhovsky, Mahut e Stepanek non c’è più nessun giovane che gioca così.

Magnifico dinosauro.

One-Handed Backhand appreciation corner

La battaglia per la difesa del Santuario del Talento è appena iniziata, e il manipolo dei Guerrieri della Luce procede nella sua Missione. Perdiamo il Soldatino Sovietico Mikhail, e l’Airone Balcanico Ivo, ma avanza al suo posto un ottimo Ranger Canadese, Frank Dancevic, dal grande rovescio monomane. Gli Eroi Rossocrociati Roger e Stan sembrano in forma, così come l’Apprendista Bulgaro Grigor e lo Scudiero Iberico Feliciano, mentre il Talento Transalpino Richard, pur vittorioso, appare in difficoltà.

Accogliamo con gioia la grande prestazione del Mago Ucraino Sergiy, dal quale a questo punto ci aspettiamo altre soddisfazioni, e ci dispiace dover assistere allo scontro fratricida tra il nostro Picchiatore Emiliano Simone e il Folletto Bavarese Philipp.

Tra le donne, fuori Vinci e Schiavone, avanza l’impagabile Carlita Suarez Navarro, ma temiamo per le sue sorti a ogni incontro: le magnifiche sbracciate eastern, cariche di top, che tanto abbiamo ammirato sulla terra rossa, sono molto meno incisive sui prati. Al secondo turno anche Lourdes Dominguez Lino, che però affronterà l’affettatrice Flipkens, e sul veloce sarà durissima.

Per un primo bilancio statistico, attendiamo l’allinearsi dei tabelloni al terzo turno: ma se anche le percentuali dovessero risultare deficitarie, la qualità vale sempre più della quantità, e un’elegante fucilata a una mano, chiusa in lungolinea, per noi sarà sempre meglio di cento brutali sberle bimani.

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