24 anni dopo Becker-Edberg Federer sogna Wimbledon n.8

Editoriali del Direttore

24 anni dopo Becker-Edberg Federer sogna Wimbledon n.8

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Le dichiarazioni dei due coach, grandi rivali di fine anni ’90. Il ricordo di 3 finali ’88-90, le previsioni. Edberg: “Il favorito era Djokovic, ora è Federer”. Becker: “Su Roger più pressione”.
La Kvitova spazza via le ambizioni della Bouchard ma… Errani-Vinci: Grandi, ma non come Navratilova- Shriver o le Williams.

PETRA MA DOVE TI SEI NASCOSTA NEGLI ULTIMI 3 ANNI?

Dov’è stata Petra Kvitova in questi anni? Non chiedo con chi è stata (il diciassettenne Pavlasek nel 2011, il trentacinquenne Stepanek un anno fa, di nuovo adesso Pavlasek, 19 anni ora), ma dove. Perchè già 3 anni fa quando Petra, testa di serie n.8, aveva battuto Maria Sharapova, n.5, anche il più inesperto dei cronisti di tennis si era reso conto delle sue straordinarie qualità.
Che da allora lei abbia vinto soltanto 7 tornei è più incredibile del 6-3 6-0 he ha inflitto oggi alla impotente Bouchard che non ha neppure giocato male, soprattutto nel primo set, prima di subire l’effetto di chi viene prima urtato e poi messo sotto da uno schiacciasassi.
Se andiamo a vedere le statistiche del match, anche se quelle degli errori non forzati vanno sempre prese cum grano salis perchè fortemente soggettive, scopriamo che la povera incolpevole Bouchard avrebbe commesso soltanto 4 errori gratuiti e che i vincenti della Kvitova sono stati 28. 28 vincenti su 61 colti complessivamente (contro i 37 della Bouchard, che pure ha tirato anche senza paura i suoi colpi fin dal primo game, anche se i vincenti sono stati solo 8), significa aver fatto quasi la metà dei punti direttamente…E non è che la Bouchard stesse lì a guardare. Ha fatto quel che poteva.
Così non resta che parlare dei 54 minuti di finale a senso unico, ricordando i 34 minuti record di Steffi Graf nell’88 a Parigi per il 60 60 alla Zvereva; dei 53 minuti con cui Martina Navratilova si liberò della suorina (oggi) Andrea Jaeger con il 60 63 della finale dell’83; i soli tre games raccolti da Monica Seles nella finale del ’92 con Steffi Graf. Ma il 60 61 con cui Billie jean King rimandò a casa la giovane aborigena Evonne Goolagong in 38 minuti nel ’75 batte i record di Wimbledon dacchè si è presa l’abitudine di cronometrare la durata degli incontri.

Ricordo che al ritorno dal vittorioso Wimbledon del 2011 Petra Kvitova non fece che perdere incontri dopo incontri, salvo fnalmente risvegliarsi a fine anno nel torneo minore di Linz e poi con il trionfo nelle finali WTA. E’ stata n.2 del mondo, best ranking nell’ottobre 2011, ma poi spesso dietro le top 5, anche se quasi sempre fra le top 10.
Insomma, vediamo se stavolta assorbirà in maniera diversa la gioia per il secondo trionfo a Wimbledon. Che non vinca di più una che gioca così,e che oggi ha giocato straordinariamente bene non solo in attacco, ma anche le rare volte che si è trovata costretta a difendere, è un mistero…legato alla sua testa. Non solidissima.
Ha 24 anni, l’età giusta per fare progress anche con la testa.

VINCI ED ERRANI CAREER GRAND SLAM: Bravissime loro, ma calma

In Italia c’è grande entusiasmo per il loro exploit e lo capisco. Vincere Wimbledon, a qualsiasi livello, in qualsiasi specialità, è un fatto comunque eccezionale e da applausi. Meritati. Purchè non divengano sproporzionati. Per intendersi: per me è più importante aver raggiunto la finale e la semifinale a Parigi come ha fatto la bravissima Sara, che vincere qualsiasi torneo di doppio. Ricordo che salutai con entusiasmo l’affacciarsi di Roberta Vinci sul palcoscenico delle grandi doppiste, quando raggiunse le semifinali dell’US open da diciottenne al fianco di Sandrine Testud. E il doppio è sempre stato la mia passione quando giocavo, anche perchè in singolare perdevo molto più spesso. Figurarsi se non apprezzo i loro risultati. Però attenzione a non esagerare, perchè oggi il giornalismo sportivo sembra essere diventato soltanto …”Viva chi vince, qualunque cosa si vinca”. E si rischia di far perdere un po’ la sostanza delle cose a chi legge. Se uno arriva secondo in una gara molto più difficile passa quasi sotto silenzio. Non è giusto. Quando la Schiavone a Mosca battè, lasciando pochi games a tutte, tre top-ten, Kuznetsova, Mauresmo e Dementieva, ma perse in finale dalla Pierce, non se la filò nessuno. Poi quando vinse il torneo di Badgastein contro la modestissima Meusburger, la Gazzetta inondò la prima pagina e così gli altri giornali.
Grande, grandissimo entusiasmo c’era stato anche l’anno scorso quando Gianluigi Quinzi vinse il torneo junior. Titoli in prima pagina, paginate, interviste televisive. Ovunque. Chi si spingeva a dire che Quinzi sarebbe diventato top10 o top20 in breve tempo. La realtà è diversa: Gianluigi Quinzi oggi è n.302 del mondo, curiosamente l’identica classifica che aveva raggiunto il direttore di questo sito nel 1973 nelle classifiche che, fino ad agosto, non erano ancora ufficialmente computerizzate.
Quinzi salirà senz’altro molto più su, ma ci vorrà ancora tanto tempo, tanta pazienza, sua e nostra.
Ubitennis ha raccontato in questi giorni – e in questi anni – le vittorie di Errani e Vinci, applaudendole ed essendone, da italiani, più che orgogliosi (rileggete la cronaca https://www.ubitennis.com/blog/2014/07/05/wimbledon-erranie-vinci-si-prendono-storia/). Ha raccontato anche che contro le due sconosciute gemelle ucraine Ljudmila e Nadiia Kichenov Sara e Roberta avevano dovuto salvare 5 matchpoint. E spesso accade che le grandi imprese nascono da piccole grandi rimonte. Son tornate n.1 del mondo, hanno battuto poi Barty e Dellacqua, Hlavackova e Zheng, prima che in finale Babos e Mladenovic. Insomma, per carità, buone giocatrici, ma non stelle di prima grandezza, tenniste di classe smisurata.
Tuttavia perfino il premier Matteo Renzi, grande appassionato di tennis (con il quale è in atto una sfida in doppio, lui ed Antognoni, contro il sottoscritto ed un ex calciatore viola a mia scelta) si è congratulato – politically correct – con le Cichis con il seguente tweet: “Game, set, match and career Grand Slam for @roberta_vinci & @SaraErrani as the Italians beat Babos & Mladenovic 6-1 6-3”
E sentivo che ai colleghi, presenti in massa alla loro conferenza stampa, i loro capi chiedevano di dedicare più spazio per le due azzurre che non per altri eventi.
Credo che sempre ci vogliano giuste misure e misura. L’exploit di vincere tutti i 4 Slam è certamente straordinario, ma così come nel doppio maschile vincono Pospisil e Sock, e in passato Moody e Huss (sfido buona parte dei nostri affezionati lettori a ricordare chi siano), nel doppio femminile si deve ricordare che delle prime dieci del mondo di singolare erano schierate nella gara di doppio soltanto Serena Williams n.1 (ritratasi come sapete in modo assai misterioso dopo 4 doppi falli sul 3-0 contro la Voegele e la Barrois), Jelena Jankovic n.8 (ha perso da Sara e Roberta con la Kleybanova al primo turno) e Dominika Cibulkova n.10 (in coppia con Kirsten Flipkens, anche loro eliminate al primo turno).
Vincere Wimbledon era l’impresa più difficile se si pensa a quelle che sono le debolezze più note del tennis di Sara Errani: il servizio. Colpo di solito fondamentale nel doppio e in specie sull’erba.
Si era appena conclusa la finale del doppio femminile che Ben Rothenberg, acuto (e pungente) reporter del New York Times mi ha avvicinato per dirmi: “Campionessa a Wimbledon una tennista che qui aveva perso 6-0 senza fare un punto?”. Alludeva al famoso match perso da Sara qui con la Shvedova.
Una cattiveria gratuita e intempestiva, direte. Vero.
Hanno vinto un career Grand Slam che le fa entrare nella storia del tennis, così come lo sono entrati i gemelli Bryan con i loro 15 Slam e 98 tornei, i Woodies con i loro 11 Slam e 61 tornei.
Ma secondo me rispetto ai Bryan e anche ai Woodies, le vittorie di Fleming-McEnroe 7 Slam (e 57 tornei insieme) e Newcombe-Roche (12 Slam di cui 7 nell’era Open) erano molto più vere, più difficili da centrare. I doppi li giocavano tutti i più forti del mondo. Stan Smith e Bob Lutz, per dirne una, Stolle-Emerson, Osuna-Palafox, Hewitt-McMillan.
Così altre due coppie che hanno preceduto Errani e Vinci, Navratilova e Shriver, Fernandez-Zvereva, si misuravano davvero con tutte le più forti tenniste del mondo. Già Kathy Jordan e Ann Smith, che hanno ottenuto il medesimo risultato, no. Quanto alle due Williams, beh, sì, loro hanno giocato in quest’ultimo decennio, quindi contro coppie più deboli. Però, insomma, le Williams sono le Williams e francamente quando le Williams hanno giocato in forma non ce n’è stata per nessuna altra coppia.
Ciò detto, di nuovo, mi congratulo anzi mi stracongratulo con Sara e Roberta, augurando loro di vincere altri Slam. Ma non mi congratulerò con la nostra stampa se il clima di esaltazione raggiungerà cime troppo elevate.
Questo l’elenco delle vittore negli Slam delle coppie più titolate dell’era open.
Navratilova-Shriver 20
G. Fernandez-Zvereva 14
S. Williams-V. Williams 13
Ruano Pascual-Suarez 8
Errani-Vinci 5
Court-Dalton 4
Court-Wade 4
Jordan-Smith 4
Novotna-Sukova 4
Black-Huber 4

LA FINALE FEDERER-DJOKOVIC E’ ANCHE LA FINALE EDBERG-BECKER

Quasi un quarto di secolo dopo eccoli di fronte Boris Becker e Stefan Edberg. Chi l’avrebbe mai detto! Nemmeno loro. Fino a due anni fa nessuno dei due ci avrebbe mai pensato. Edberg ha cominciato quest’anno con Federer, Becker l’anno scorso con Djokovic.
Giocarono, fra l’88 e il 90 tre finali consecutive: Edberg vinse la prima e la terza, Becker che – avendo vinto nell’85 e nell’86 (l’87 fu vinto da Cash su Wimbledon) – era il favorito, vinse solo quella dell’89. Per perdere poi quella del ’91 in finale con Stich (che in semifinale aveva battuto Edberg che non perse mai il servizio in 4 set 46 76 76 76).
Oggi ho visto Edberg sul campo 4: Federer si è allenato per mezzora con… Fabrice Santoro. In teoria un giocatore che ti mette fuori palla, con tutti i suoi giochetti di prestigio bimani. “Ma a Roger Fabrice sta molto simpatico – ha spiegato Stefan con un sorriso buono – Poi ha piovuto e comunque Roger non aveva gran biosgno di allenarsi voleva soprattutto divertirsi!”
Su chi vincerà la finale Stefanello si sbilancia solo un pochino: “All’inizio del torneo il mio favorito per questo torneo era Djokovic, ma ora Roger sta benissimo, arriva alla finale ben riposato, senza essersi dovuto spremere troppo, il suo cammino nel torneo è stato perfetto, salvo forse quel primo set con Wawrinka, che era comunque un match non facile da affrontare psicologicamente. Adesso io ho molta fiducia sul fatto che possa vincere.”
Al ristorante giocatori si incrocia Boris Becker: “ Credo che Federer abbia più da perdere, che sia lui a sentire più pressione. Roger sa che questa potrebbe essere la sua ultima occasione. Il tifo, e Novak lo sa, sarà certo tutto per Roger, quando giochi con Federer è sempre così. Novak ha già sperimentato tutto il pubblico contro anche un anno fa, nella finale contro Murray. Ma l’anno scorso Novak non stava bene, questa volta invece si sente benissimo. E’ in forma ed è convinto poi di poter giocare anche in due modi diversi, da fondocampo se basterà, ma anche di anticipare a rete Federer se fosse utile e necessario. Ha dimostrato contro Dimitrov di avere la possibilità di mettere in campo piani A e piani B. Sono convinto che se non si fosse deciso ad attaccare quando Dimitrov aveva preso a fare punti da fondo sarebbe stato peggio. Non sono molti i giocatori, neppure fra i campioni, in grado di farlo”.
Sui suoi ricordi, un po’ amari contro Edberg a Wimbledon, Becker dice: “Beh, preferisco ricordarmi Stefan… nelle finali di Coppa Davis: lì gliele ho suonate! Mi diverte l’idea di ritrovarmi contro Stefan Edberg un quarto di secolo dopo, 24 anni dopo…non l’avrei mai detto! Io qui vinsi soltanto nell’89, e lui nell’88 quando forse ero favorito io: piovve, non riuscimmo a finire il primo set che vinsi io l’indomani, ma fu una partita strana e persi (46 76 64 63). Nell’89 vinsi in tre set (60 76 64) senza problemi ma lui non giocò bene. Nel ’90 avevo cominciato malissimo, due set a zero per lui, vinsi terzo e quarto e nel quinto ero avanti 3-1, è un bel rimpianto! (Boris perse 62 62 36 36 64)”.
Sul match di domani Boris non si sbilancia troppo: “Le previsioni non sono buone, ci saranno showers (docce, rovesci). Giocare sotto il tetto potrebbe favorire Federer, ma Novak è convinto di potersi giocare il match alla pari anche su un campo in erba…sebbene questo sia il giardino di Roger, lo dicono i risultati”.
Djokovic si è allenato, non tanto, con Stepanek. Forse per prepararsi agli attacchi di Roger Federer, più “attaccante” del solito in questi ultimi match. “Sto certo meglio di un anno fa. Ricordo che alla vigilia mi allenai con uno junior serbo – mi è sfuggito il nome…- e il mio asciugamano prima della finale era più bagnato per quello che mi usciva dal naso che per il sudore! Cosa mi aspetto da domani? – si chiede Djokovic – Nessuno può saperlo. Il mio torneo è stato più duro di quello di Roger. Da quando è con Edberg, Roger è migliorato del 40 per cento, è più aggressivo, prende più rischi, viene più spesso a rete, gioca molto più spesso il rovescio lungolinea”.
Insomma vedremo. Roger ha vinto 18 volte contro 16, 6 volte su 11 negli Slam, 1-0 nell’unica finale di Slam (US Open 2007, la prima in assoluto delle 14 di Djokovic). Sogna l’ottavo Wimbledon (e il 18mo Slam) per battere in un colpo solo sia Djokovic, con il quale ha dato vita a match stupendi – uno su tutti la semifinale del Roland Garros 2011 in cui spezzò l’imbattibilità di Nole quell’anno – sia Pete Sampras.
Io farò, come sempre, tifo per lo spettacolo, per il match più combattuto possibile, magari – come è già successo fra loro due all’US open – con un matchpoint per l’uno e la vittoria dell’altro. Sono sempre stato un po’ sadico.

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