Cosa dovrà fare Serena Williams per concludere positivamente il 2014

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Cosa dovrà fare Serena Williams per concludere positivamente il 2014

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FOCUS – Merlisa Lawrence Corbett di Bleacher Report analizza la stagione fin qui deludente della campionessa americana con qualche spunto per la conclusione della stagione.

La stagione fin qui travagliata di Serena Williams può avere un punto di svolta positivo solo con una vittoria agli US Open, ma perché questo si possa verificare è necessario un approccio diverso da quello che la Williams ha tenuto nel 2013.

Lo scorso anno Serena ha disputato una stagione entusiasmante, in cui ha battuto tutti i suoi record. Ha giocato 82 partite vincendone 78 e ha vinto 11 tornei, compresi Roland Garros e US Open. Ha guadagnato più di 12 milioni di dollari di soli premi ed è diventata la giocatrice più “vecchia” a trovarsi al n. 1 del ranking.

Probabilmente, però, la programmazione, la fatica e la lotta per il vertice della classifica l’hanno lasciata senza più energie.

All’inizio di questa stagione, dopo aver perso al primo turno al torneo di Charleston, Serena riferì ai cronisti di aver “bisogno di una pausa”. Qualche giorno fa ha annunciato la sua mancata partecipazione al torneo di Bastad, affermando di aver ancora bisogno di tempo per riprendersi dal virus che l’ha costretta al ritiro dal torneo di doppio a Wimbledon.

Questo è ciò che ha dichiarato al sito della ESPN: “Ho deciso di non giocare a Bastad perché non mi sento ancora al 100%. Voglio essere in perfette condizioni per tornare a giocare e sfortunatamente ancora non lo sono”. Anche se fosse stata in buone condizioni, probabilmente non partecipare al torneo svedese sarebbe stata comunque una saggia decisione: ha bisogno – e siamo d’accordo con lei – di un periodo di riposo.

E se Serena Williams decidesse direttamente di saltare i tornei in cui è campionessa uscente? Nonostante non sia riuscita ad andare oltre il 4° turno nei tre tornei del Grande Slam disputati fino a questo momento, la campionessa americana mantiene 2.550 punti di vantaggio sulla n. 2, la cinese Li Na.

Al momento la Williams ha bisogno di pensare a riscattare questa stagione, più che alla classifica. Con l’ultimo Slam che rimane, Serena può ancora salvare la stagione. Una vittoria a New York la porterebbe ad eguagliare Chris Evert e Martina Navratilova a 18 titoli. Di contro, una sconfitta renderebbe la stagione veramente fallimentare.

A questo punto Serena deve diventare più selettiva riguardo ai tornei sui quali concentrarsi, perché a settembre compirà 33 anni. La giocatrice più anziana a vincere una prova del Grande Slam è stata Martina Navratilova, che nel 1990 vinse Wimbledon quando aveva 33 anni e 8 mesi.

Se la Williams ha intenzione di battere il record di Martina l’anno prossimo, deve dare più importanza ai tempi di recupero piuttosto che alla vittoria in tornei minori. Un’altra vittoria a Stanford farebbe ovviamente piacere, ma non aggiungerebbe molto al suo palmarès. A questo punto perfino i tornei Premier diventano meno importanti. In fondo, quando si parla dei grandi giocatori, non si discute certo di quante volte hanno vinto il torneo di Miami…

Ovviamente la Williams può trarre beneficio da qualche torneo di preparazione, ma la difesa dei punti (e di conseguenza del suo n. 1) devono essere in fondo ai suoi pensieri. Non c’è bisogno di affaticarsi inutilmente. Ovviamente il torneo di Stanford è molto bello, lei è campionessa uscente, ma è di poca importanza se rapportato all’intera carriera di questa grande giocatrice. In questo periodo della sua vita agonistica solo vincere altri tornei del Grande Slam può migliorare il suo curriculum già da record. Al momento ci sono altre giocatrici che sicuramente sono grandissime, che certamente entreranno nella Hall of Fame (come sua sorella Venus, Maria Sharapova e anche Li Na), ma ovviamente se si intavola un discorso sulla più grande di tutti i tempi il nome che viene fatto è solo il suo, almeno per quanto riguarda le giocatrici ancora in attività.

Serena ha bisogno di prendere una pausa fisica e mentale; ha bisogno di riorganizzare le idee e di rimettere a posto alcuni colpi. Quello che si è visto nelle sue tre sconfitte nei tornei del Grande Slam è stata la sua scarsa efficienza al servizio. Dopo la sua sconfitta a Wimbledon, Serena ha parlato con i giornalisti proprio a proposito della debolezza di questo fondamentale: “Non conosco le mie percentuali al servizio di oggi, ma quello che so è che non ho servito molti aces. Credo che la mia prima di servizio fosse un po’ debole…ho lavorato veramente tanto su questo colpo e non riesco proprio a spiegarmi cosa sia successo”.

Analogamente a quanto succede ad alcuni lanciatori che giocano nella Major League di baseball – le cui braccia a un certo punto si indeboliscono – Serena ha bisogno di far “riposare” il suo braccio destro: probabilmente è questa la soluzione per far tornare di nuovo micidiale il suo grande servizio.

Ha bisogno di questo per riconquistare anche la sua personalità in campo. Deve capire che, ora che è apparsa fisicamente e mentalmente vulnerabile, molte giocatrici entrano in campo con una convinzione diversa rispetto allo scorso anno; di conseguenza, invece di spazzare via le avversarie come faceva nella stagione passata, deve cambiare anche la sua mentalità ed avere più pazienza durante le partite. Deve riabituarsi a costruire il punto per poi colpire al momento giusto.

Quando Serena è fisicamente a posto è di gran lunga la miglior giocatrice del circuito; probabilmente questa sua superiorità schiacciante (soprattutto nella scorsa stagione) ha un po’ sopito il suo famoso “killer instinct”. Se fino a poco tempo fa la Williams era famosa per la sua capacità di vincere partite molto equilibrate, ora appare tesa e a volte si fa recuperare da situazioni di vantaggio. Anche sotto questo aspetto ha bisogno di tempo per capire il perché di questo cambiamento.

In ogni caso, anche se la sua tenuta mentale sembra fragile, il suo talento è immenso, ed è per questo che dovrà utilizzare questo periodo per riorganizzarsi fisicamente e mentalmente se vuole tornare in una forma tale da poter conquistare l’ennesimo, grande trofeo.

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