A Bastad risorge Cuevas. Primo titolo sulla terra per Bautista a Stoccarda

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A Bastad risorge Cuevas. Primo titolo sulla terra per Bautista a Stoccarda

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TENNIS ATP STOCCARDA – A Bastad primo titolo in carriera per Cuevas, che torna nei primi cento dopo quasi tre anni. A Stoccarda Roberto Bautista Agut batte Lucas Rosol nella finale della Mercedes Cup. Per lo spagnolo è il secondo titolo della carriera e del 2014.

ATP BASTAD

P. Cuevas b. J. Sousa 6-1 6-2 (Daniele Vallotto)

A Bastad Pablo Cuevas centra il primo titolo di una carriera che due anni fa pareva già arrivata al capolinea. Fermo per due anni a causa di un infortunio al ginocchio e precipitato oltre la millesima posizione, l’uruguaiano ha saputo ricostruire, mattone dopo mattone, la sua vita tennistica. E sul mattone tritato è arrivato il primo titolo, com’era logico che fosse. La rinascita di Pablo è cominciato dai tornei minori (vittoria nel challenger di Buenos Aires a fine 2013, a Barranquilla e Mestre quest’anno) ma il sigillo di una risalita considerata ormai impossibile arriva nella fredda Bastad al termine di una finale mai in discussione. E dire che Cuevas, mai in una finale ATP in carriera, partiva logicamente sfavorito contro il portoghese Sousa, numero 40 del mondo e già capace di vincere un titolo del circuito maggiore. Ma Cuevas, che ha affrontato battaglie ben più toste di questa partita, non ha minimamente ceduto alla pressione della prima finale in carriera – raggiunta a 28 anni – e ha vinto con sorpredente agilità: 6-2 6-1 in 58 minuti. L’unico precedente risaliva a Kuala Lumpur quando Sousa, futuro campione, rimontò un set di svantaggio e vinse 6-0 al terzo. Stavolta non c’è stata storia: Sousa non è mai stato capace di impensierire un Cuevas che si è conquistato l’early break con decisione e nonostante un break ceduto ha chiuso fin troppo facilmente un primo parziale dove ha vinto in risposta quasi il doppio dei punti vinti da Sousa al servizio: 7 a 13. Logico e forse anche generoso il 6-2. Nel secondo c’è ancora meno storia, se possibile, perché Cuevas ha ceduto appena quattro punti al servizio mentre in risposta le proporzioni sono rimaste invariate: 10 punti a 5 per l’uruguaiano. Per Cuevas primo titolo in carriera e salto da trapezista in classifica dato che salirà fino al numero 61 ATP, vicinissimo al best ranking (al numero 45). Torna nei primi 100 dopo due anni e nove mesi: un premio meritatissimo per chi ha saputo non arrendersi. È un titolo che pone fine ad un digiuno che durava da 17 anni. Era infatti dal 1997 che l’Uruguay non vinceva un titolo (Marcelo Filippini a Sankt Pölten). Si tratta del settimo titolo per il tennis uruguaiano: Cuevas è solo il terzo tennista a vincerne uno dopo Filippini, che ne ha vinti 5, e Pérez.

ATP STOCCARDA

R. Bautista Agut b. L. Rosol 6-3 4-6 6-2 (Giulio Fedele)

Il meno spagnolo per gioco tra gli spagnoli, Roberto Bautista Agut, arricchisce la sua bacheca con il primo trofeo sulla superficie più amata dalla sua nazione: la terra rossa. Vince infatti la finale della Mercedes Cup, Atp250 di Stoccarda, per 6-3 4-6 6-2 contro Lukas Rosol, il giocatore che ha estromesso sulla terra romana Fabio Fognini. Proprio il ligure, detentore del torneo, era stato l’ultimo avversario di Bautista Agut nelle semifinali. Il nativo di Castellon della Plana conquista il suo secondo trofeo in carriera e del 2014, dopo quello del Topshelf Open a s’Hertongenbosh contro Benjamin Becker. Lo spagnolo entrerà in top20 posizionandosi alla numero 18.

Il match dall’inizio alla fine è sembrato nelle mani di Bautista. Lukas Rosol è un giocatore dalla mentalità incostante, una mina vagante che se in giornata positiva può realmente mettere in difficoltà chiunque; eppure la diligenza del gioco dello spagnolo e l’oculatezza delle sue scelte hanno neutralizzato l’indole indomita del tennista ceco. In particolar modo Bautista ha mantenuto un altissimo rendimento al servizio per la maggior parte del match. Nel primo set non ha concesso una sola palla break, i suoi turni di battuta non sono mai giunti ai vantaggi, e grazie a queste performance e ad un break ottenuto nel secondo gioco aveva conquistato facilmente il parziale per 6-3.

Nel secondo set Rosol è sembrato ad un passo dal baratro più volte. Nei primi due turni di servizio è costantemente partito 0-30 ma poi ha saputo recuperare audacemente. E forse proprio queste situazione sul filo di lana lo hanno caricato a tal punto da trovare più in là il coraggio per essere più incisivo sulla battuta dell’avversario. La sorte ha premiato la sua attitudine al rischio e gli ha concesso le prime due palle break nel nono game. La partita si trascinava al terzo set dopo un 6-4.

Ma Bautista Agut non fa una grinza, e come se non fosse niente, ha ripreso a giocare diligentemente come fosse il primo scambio. Rosol anche giocava come all’inizio del match: a fiammate. E stavolta i miracoli sul servizio non gli riuscivano. Spuntando tutti i game ai vantaggi lo spagnolo conquistava due break e si involava 4-0. Rosol ha cercato di riprendere il match, ma le poche chance di break che ha conquistano sono state tutte neutralizzate da Bautista, che ha chiuso, diligentemente, sul 6-2.

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