Matteo Renzi riceve da Ubaldo Scanagatta "Mezzo Secolo di Campioni"

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Matteo Renzi riceve da Ubaldo Scanagatta “Mezzo Secolo di Campioni”

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TENNIS – Il Presidente del Consiglio ha incontrato il nostro direttore al PalaMandela di Firenze e ha ricevuto in regalo il libro “Mezzo secolo di campioni” scritto da Ubaldo per il Credito Sportivo.

A Firenze, una giornata davvero ricca di appuntamenti per il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Dopo una visita agli Uffizi, e al Museo Novecento alle Leopoldine per incontrare direttori e sopraintendenti, aveva incontrato alle 14,30 il premier greco Antonis Samaras, poi si era recato a Palazzo Vecchio. Quindi in serata al PalaMandela, per assistere insieme ai familiari, al sindaco di Firenze Dario Nardella e a Eugenio Giani, consigliere regionale della Toscana, al match delle World League Finals di Volleyball e al successo della nazionale azzurra di Berruto sull’Australia.

Lì ha incontrato il nostro direttore Ubaldo Scanagatta che gli ha consegnato, insieme al commissario dell’Istituto per il Credito Sportivo Paolo d’Alessio, il libro “Mezzo Secolo di Campioni” edito proprio per il Cinquantenario de “Il Credito Sportivo.

Matteo Renzi, che a suo tempo, quando era ancora presidente della Provincia di Firenze, aveva fatto presentare ad Ubaldo alcune premiazioni di atleti distintisi nell’anno, ha posato con lui insieme al direttore del Credito Sportivo. Sulla sinistra si intravede anche Eugenio Giani, a lungo assessore allo sport del comune di Firenze e oggi Consigliere regionale della Toscana, Consigliere nazionale Coni, nonché Delegato provinciale Coni Firenze.
Qui sotto trovate la presentazione del libro, scritta dall’autore, Ubaldo Scanagatta:

Centodieci campioni, centodieci storie che avrebbero potuto facilmente dar vita a centodieci libri. Non è un’esagerazione. Scorrete l’indice e ve ne renderete conto. Copre, dal 1957 al 2011, un arco di cinquantacinque anni, qualcosina più di quel mezzo secolo di campioni che è titolo simbolico di quest’opera.

Ciascuno dei personaggi descritti e raffigurati in questi due volumetti di 256 pagine complessive ha contribuito a far scrivere colonne su colonne di piombo (quando ancora usava), ha fatto riempire pagine e pagine di giornali (spesso le prime) e scattare centinaia, addirittura migliaia di foto. Ciascuno di loro è stato immortalato da una quantità innumerevole, di filmati, video, audio, pagine Web.

Suonerebbe certo come un paradosso affermare che sarebbe stato più semplice scrivere 110 libri, però in molti casi l’impegno di sintetizzare in quattro paginette la grande carriera di due veri campioni si è rivelata una piccola sofferenza.

Perché magari quel campione, un Moser, un Maldini, una Vezzali, un Rosolino, una Idem, uno Zoeggeler, sono stati sulla cresta dell’onda, anzi sui podi di tutto il mondo e con qualche trofeo in mano, per dieci, quindici, anche vent’anni. Non una, due, dieci, venti, cento gare. Ma vite intere. Vite nel cui dipanarsi si sarebbero potuti rievocare capitoli infiniti di vittorie e sconfitte, trionfi e disastri di Kiplinghiana memoria, gioie immense, delusioni profonde, sia pur per lo più solitamente riscattate: non sarebbero campioni altrimenti. Ma si sono vissute anche storie con un’ultima pagina drammatica, tragica. Il “Pirata” Pantani, il “Capitano” Scirea, il “Ballero” Ballerini…

“Scusa se ho scritto troppo a lungo, ma non avevo abbastanza tempo” scrisse, per diventare uno dei suoi più celebri aforismi, il grande Voltaire, a significar che lo sforzo di una sintesi efficace richiede molto più tempo che non un torrente di parole. Un’attenta selezione degli argomenti cui dare priorità è più impegnativa di un elenco infinito che non distingue.

Uno dei tanti criteri di scelta qui adottati è stato quello di inserire il maggior numero possibile di quegli atleti che, in questi 55 anni, sono stati prescelti quali portabandiera dello sport italiano alle Olimpiadi, estive ed invernali.

Non a caso nei due volumi potete rileggere profili e gesta di Edoardo Mangiarotti (recentemente scomparso) che lo fu a Melbourne 1956, di Raimondo d’Inzeo che lo era stato a Città del Messico 1968, di Abdon Pamich a Monaco 1972 e, via via, Klaus Di Biasi a Montreal 1976, (a Mosca 1980, a seguito dell’invasione russa in Afghanistan, 60 Paesi boicottarono i Giochi, l’Italia scelse di non partecipare alla sfilata), Sara Simeoni a Los Angeles 1984, Pietro Mennea a Seul 1988, Giuseppe Abbagnale a Barcellona 1992, Giovanna Trillini ad Atlanta 1996, Jury Chechi a Sydney 2000, Antonio Rossi a Pechino 2008, Valentina Vezzali a Londra 2012. E per le Olimpiadi invernali ecco Alberto Tomba portabandiera ad Albertville 1992, Deborah Compagnoni a Lillehammer 1994, Isolde Kostner a Salt Lake City 2002, Carolina Kostner a Torino 2006.

Ho fatto un torto a De Martino (1960 Tokyo), la Wassensteiner (1998 Nagano), Myers (2004 Pechino), Giorgio Di Centa (Vancouver 2010) portabandiera anch’essi. Non so se questa mini-citazione mi varrà il loro perdono, ma loro lo sono stati in anni in cui i “competitors” che ho sentito di dover privilegiare sono stati nomi altrettanto importanti: per il 1960 Livio Berruti e Adolfo Consolini, per il 1998 Marco Pantani e Franco Ballerini con le loro tragiche storie finali, per il 2004 Valentina Vezzali e Stefano Baldini, mentre per il 2010 non si poteva non intitolare l’anno alla prima donna italiana capace di trionfare in uno Slam, Francesca Schiavone, e alla prima top-ten azzurra della racchetta. Il mio sport prediletto, oltretutto. E poi di Di Centa nel libro (Manuela nel 1994) ce n’era già uno!

E’ stato un impegno anche ricco di dubbi: sottolineare più i risultati, e quali quando qualcuno ne ha avuti tantissimi?, o il lato umano del campione? Puntare più il canovaccio di un profilo, di una storia, su quell’anno in particolare, per il quale proprio su quel campione e non su un altro, è caduta la scelta di Luca Marianantoni e mia, o piuttosto ripercorrere in maniera più equilibrata tutta una carriera? Comportarsi più o meno allo stesso modo per tutti i campioni, per tutti gli anni, seguendo una falsariga o puntare invece su una trattazione meno schematica, meno organizzata, ma più spontanea e diretta.

“Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Soltanto gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono” scrisse ancora Voltaire.

Insomma non sono state sempre scelte facili. Diverse volte il “secondo” personaggio avrebbe potuto meritare di essere il primo, in certi anni alcuni campioni di altre discipline avrebbero meritato una priorità che se concessa avrebbe però portato ad una eccessiva presenza di alcuni sport a danno di altri. Sono state fatte, quindi, anche scelte…politiche, nel senso buono del termine.

Come riequilibrare nel secondo volume rispetto al primo che aveva inevitabilmente patito la mancanza di… materia prima, le presenze femminili con quelle maschili.

Nel primo avevano salvato la sparuta rappresentanza del sesso debole, che poi debole sappiamo non essere affatto, soltanto Antonella Ragno, Novella Calligaris e Sara Simeoni. Nel secondo, man mano che il pianeta donna si è progressivamente affermato nello sport italiano, le cose sono cambiate: sedici campionesse internazionali di prima grandezza appaiono in questo volume, un numero significativo. In alcune discipline in particolare, tennis e scherma fra questi, le donne italiane hanno ultimanente preso il deciso sopravvento sull’altro sesso.

Raccontando le gesta di questi 110 campioni, è stato inevitabile sfiorare le storie di almeno altrettanti sportivi di successo, di loro avversari, rivali o amici, di allenatori, direttori sportivi e in molti casi perfino di loro familiari, imbattendosi in figli, fratelli (e papà) d’arte, i Maldini, i Rossi, i Baresi simboli di Inter e Milan, i Meneghin, i Riva.

Nel primo volume le vicende dei campioni che avevano caratterizzato gli anni 1957-1982 avevano interessato più o meno direttamente 17 discipline sportive, ciclismo, scherma, tennis, atletica, bob, sci e sci di fondo, pallanuoto, calcio, pugilato, sci, equitazione, motociclismo, automobilismo, rugby, pallavolo, canottaggio.

Nel secondo volume queste sono ancora diciassette: a quelle già trattate nel primo, si sono aggiunti vela, lotta, slittino, ginnastica, canoa e pattinaggio.

Insomma nelle 256 pagine complessive dei due volumi, sono stati ventitre gli sport con un loro spazio, attraverso i profili dei loro campioni, e cioè di personaggi capaci di uscire da un ambito nazionale per affermarsi a livello mondiale, olimpico o almeno europeo. Non pochi, direi.

Campioni fuor da ogni confine autarchico, quindi. Questa linea di demarcazione mi ha consentito di poter eliminare _ fra tante dolorose esclusioni fra le quali vorrei citare anche due grandi rivali non umani, Tornese e Crevalcore _ anche alcuni bluff sportivi della nostra civiltà dell’immagine, vale a dire presunti campioni-campionesse che in realtà al di fuori dall’Italia, non hanno mai vinto granchè, ma sono riusciti a crearsi attraverso mille passaggi televisivi nazionali, un’aurea immeritata di grandissimi, quando francamente tali non erano.

Questi i personaggi raccontati nel libro:

1957 Fausto Coppi Gino Bartali
1958 Edoardo Mangiarotti Mangiarotti con i fratelli e il padre
1959 Nicola Pietrangeli Fausto Gardini
1960 Livio Berruti Adolfo Consolini
1961 Eugenio Monti Franco Nones
1962 Antonellla Ragno Gianni Lonzi
1963 Gianni Rivera Sandro Mazzola
1964 Franco Menichelli Abdon Pamich
1965 Felice Gimondi Vittorio Adorni
1966 Klaus Dibiasi Giorgio Cagnotto
1967 Nino Benvenuti Sandro Mazzinghi
1968 Dino Zoff Enrico Albertosi
1969 Gianni De Magistris Eraldo Pizzo
1970 Gigi Riva Roberto Boninsegna
1971 Gustavo Thoeni Piero Gros
1972 Raimondo D’Inzeo Piero con Ramondo D’Inzeo e Graziano Mancinelli
1973 Novella Calligaris Giorgio Lamberti
1974 Giacomo Agostini Carlo Ubbiali
1975 Enzo Ferrari Michele Alboreto
1976 Adriano Panatta Corrado Barazzutti
1977 Stefano Bettarello Sandro Munari
1978 Sara Simeoni Gabriella Dorio
1979 Giuseppe Saronni Gianni Lanfranco
1980 Pietro Mennea Maurizio Damilano
1981 Giuseppe Abbagnale I fratelli Abbagnale (Beppe, Carmine e Agostino)
1982 Paolo Rossi Bruno Conti
1983 Alberto Cova Atletica Francesco Panetta Atletica
1984 Francesco Moser Ciclismo Moreno Argentin Ciclismo
1985 Franco Baresi Calcio Beppe Bergomi Calcio
1986 Maria Canins Sci e Ciclismo Maurilio De Zolt Sci
1987 Dino Meneghin Basket Antonello Riva Basket
1988 Gelindo Bordin Atletica Vincenzo Maenza Lotta
1989 Paolo Maldini Calcio Giorgio Lamberti Nuoto
1990 Lorenzo Bernardi Pallavolo Andrea Lucchetta Pallavolo
1991 Gianni Bugno Ciclismo Claudio Chiappucci Ciclismo
1992 Deborah Compagnoni Sci Isolde Kostner Sci
1993 Roberto Baggio Calcio Gianluca Vialli Calcio
1994 Manuela Di Centa Sci nordico Silvio Fauner Sci fondo
1995 Alberto Tomba Sci Kristian Ghedina Sci
1996 Giovanna Trillini Scherma Antonio Rossi Canoa
1997 Jury Chechi Ginnastica Igor Cassina Ginnastica
1998 Marco Pantani Ciclismo Franco Ballerini Ciclismo
1999 Stefania Belmondo Sci Francesca Piccinini Pallavolo
2000 Massimiliano Rosolino Nuoto Domenico Fioravanti Nuoto
2001 Josefa Idem Canoa Fiona May Atletica
2002 Mario Cipollini Ciclismo Michele Bartoli Ciclismo
2003 Valentino Rossi Motori Max Biaggi Motori
2004 Valentina Vezzali Scherma Stefano Baldini Altetica
2005 Alessandra Sensini Vela Filippo Magnini Nuoto
2006 Fabio Cannavaro Calcio Gianluigi Buffon Calcio
2007 Paolo Bettini Ciclismo Alessandro Ballan Ciclismo
2008 Francesco Totti Calcio Alex Del Piero Calcio
2009 Federica Pellegrini Nuoto Alessia Filippi Nuoto
2010 Francesca Schiavone Tennis Flavia Pennetta Tennis
2011 Armin Zoeggeler Slittino Carolina Kostner Pattinaggio artistico.

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