Cincinnati interviste, Federer: "Ho giocato molto ma mi sento bene"

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Cincinnati interviste, Federer: “Ho giocato molto ma mi sento bene”

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TENNIS WTA CINCINNATI – Incontro di semifinale, R. FEDERER/M. Raonic 6‑2, 6‑3. L’intervista del dopo partita.

 

Quanto è stato difficile essere pronti? Sembrava che il match  precedente potesse finire un’ora e mezza prima di quando è effettivamente finito.

Sai, sul 6-2 4-0 ci dicevamo che il match poteva ancora girare e lo ha fatto. Che cosa fai? Aspetti. Saltelli. Siamo abituati a causa dei ritardi per pioggia eccetera. I tennisti sono pronti a cose come queste. Negli altri sport, dove sai esattamente a che ora giochi e a che orario, è differente. Ma come tennista sai che cose come queste possono succedere. Ovviamente, poteva succedere anche di peggio, che si mettesse a piovere e non poter finire a causa di questo motivo. Non sarebbe stato positivo per nessuno, ma anche queste cose possono accadere e devi accettarlo. Milos e io eravamo in palestra a gironzolare. Ti tieni attivo, direi, perché non puoi sapere se all’inizio del terzo uno dei due giocatori si ritira. Stai in standby.

Hai giocato così a lungo e contro tantissimi giocatori, tanti stili e tanti modi di giocare. Milos ti ricorda qualcuno?

Veramente no. Voglio dire, serve delle grandi prime e seconde di servizio. All’inizio della sua carriera – non so se ve lo ricordate – rispondeva molto indietro. È qualcosa di insolito e anche Andy Roddick lo fece all’inizio con Brad Gilbert, nel 2002 o nel 2003. Ma è diventata una sorta di moda. Anche del Potro ha cominciato così. I tennisti più alti servivano servizi molto potenti ma poi in risposta indietreggiavano. È contro la logica, perché tutti i tennisti più alti negli anni ’70, ’80 o ’90 facevano serve and volley con la prima e con la seconda e ora questi tennisti così grandi si muovono molto bene sulla linea di fondo. C’è stato un gruppo di ragazzi che giocavano così: Isner, Roddick per un po’, poi sono venuti più avanti. Anche Milos lo ha fatto. Penso che nel futuro, se vuole fare bene, deve stare sulla di fondo e non indietreggiare. Stesso discorso per Murray e gli altri. Penso sia più pericoloso per gli avversari.

È la tua seconda finale consecutiva in un Masters 1000. La scorsa settimana eri tu e un altro gruppett di tennisti, questa settimana sei tu e un gruppetto di tennisti diversi. Andy, Novak, Rafa non ci sono. Ci hai pensato? O pensi solo al tuo gioco?

Beh, penso che siamo tutti interessati nel sentire quale sarà la decisione di Rafa per gli US Open. Penso che sarebbe una delusione per il torneo. Le sconfitte di Novak sono state sorprendenti. Murray sta tornando al suo livello. Poi c’è sempre un gruppetto di tennisti dietro a loro. Ferrere questa settimana, Tsonga la scorsa. Qualcuno deve per forza vincere il torneo e qualcuno deve perdere. È questo il bello, non c’è mai un momento di noia. Il ranking cambia e tu devi continuare a difendere i tuoi punti. Rafa sta perdendo molti punti perché non sta giocando. È un sistema brutale ma crea divertimento e fa notizia. Penso sia molto buono. Ma chiaramente ci si concentra nel gestire un buon programma. Ho giocato un sacco nelle ultime settimane. Dieci match in tredici giorni, con il viaggio. È un sacco. Puoi raccogliere molti punti e vincere titoli. È per questo che sto giocando. Prima mi sono concentrato sul passaggio dall’erba al cemento e poi nel gestire la fatica. A Toronto ho avuto un sacco di dolori muscolari perché ho giocato molti match duri sul cemento. Il mio corpo l’ha sentito. Ora mi sento meglio come mai negli ultimi dieci giorni. È molto incoraggiante anche se ho giocato molto. Spero di giocare un altro bel match domani e poi potrò riposarmi per una settimana.
Ti sembra che siano passati davvero due anni dall’ultimo titolo Masters 1000?

Beh, sì, perché l’ultimo anno è stato un anno perso. Non so nemmeno se ho giocato una finale. Forse a Roma con Rafa. Forse, non ricordo. Ci sono andato vicino a Parigi. Il problema è che l’anno scorso mi sono infortunato nel primo Master 1000. Ho giocato a Indian Wells, dove avevo delle chance. Avevo Rafa nel mio quarto. Era comunque dura. Da lì in poi le cose hanno cominciato ad andar male. Ho perso un 10% o poco più e sapevo che avrei fatto fatica contro i migliori. Se fai fatica non vincerai Masters 1000 perché quelli sono i giocatori che troverai dai quarti in poi. Perciò non è sorprendente che non abbia vinto titoli l’anno scorso.

 

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