WTA Championships, uno sguardo al passato; l'ATP va a Valencia e Basilea

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WTA Championships, uno sguardo al passato; l’ATP va a Valencia e Basilea

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TENNIS ATP/WTA – La prima edizione dei WTA Championships se la aggiudicò Chris Evert e dopo di lei quasi tutte le grandi hanno lasciato la propria firma nell’albo d’oro dell’evento. Testa a testa in Spagna tra Berdych, Murray e Ferrer per la qualificazione alle Finals di Londra, mentre Nadal, Federer e Wawrinka fanno tappa a Basilea.

WTA CHAMPIONSHIPS 

Chris saves money for slims promoters” scriveva il quotidiano The Ledger il 16 ottobre 1972.

Era l’anno in cui si disputò la prima edizione di quelle che sono chiamate oggi le WTA Finals e Chris Evert aveva appena diciotto anni. Il montepremi attribuito alla vincitrice era di ben $ 25.000, una cifra di un certo rilievo se pensiamo all’anno e al fatto che fosse attribuito ad una donna che si dedicava allo sport. L’americana però non poteva accettare la somma in quanto ancora dilettante e l’organizzazione del Virginia Slims Tennis Championship fu ben felice di veder tornare nelle sue casse il prize money: “Ammetto che la possibilità di prenderli è una tentazione”, affermava la Evert,” è molto denaro a cui rinunciare, ma sono giovane e dovrei essere capace di vincere altro denaro l’anno prossimo.” Il 1973 sarebbe stato infatti il suo primo anno da professionista. In un decennio in cui si aprivano le riflessioni sul ruolo della donna in una società caratterizzata da un profondo predominio del ruolo maschile, la prima edizione del torneo di fine anno femminile non poteva che essere sponsorizzato dalla Virginia Slims, produttrice di sigarette esclusivamente dedicate al mercato femminile. Gli slogan pubblicitari che creava non lasciavano spazio a dubbi: “Hai fatto molta strada, baby”, “E’ una cosa da donna”, fino a quello degli anni ’90: “Trova la tua voce”.

Chris Evert si tolse la soddisfazione di ritirare il prize money l’anno successivo, ancora come vincitrice alle spese di Nancy Richey Gunter, mentre Margaret Smith Court, dominatrice in quegli anni, si dovette ritirare alla vigilia della prima partita a causa di un infortunio e non riuscirà mai a conquistare alcuna edizione dell’evento.

I successivi quattro appuntamenti se li spartiscono Evert e Goolagong, la quale vinse la prima edizione secondo la regola del round robin del 1976. Evert si aggiudicò quattro titoli su otto finali disputate, poi sopraggiunse l’uragano Navratilova che iniziò a dettare le proprie regole sia da ceca che da americana conquistando ben otto titoli su quattordici finali disputate di cui dieci consecutivamente (1978-1986). Martina vinse nel 1978 la sua prima corona, quando il montepremi si era raddoppiato rispetto a sei anni prima attestandosi a $50.000.

Dal 1979 il torneo si stabilisce per ventuno anni al Madison Square Garden di New York sponsorizzato dall’azienda cosmetica Avon, la quale firma un assegno da $100.000 alla vincitrice, che non poteva essere altri che Navratilova dopo un testa a testa con la sedicenne Tracy Austin. Questa avrà la sua rivincita l’anno successivo dopo tre set di lotta (6-2 2-6 6-2), vittoria che le consentì di posizionarsi ai vertici della classifica.

Non si trattava più di scommettere su quali sarebbero state le finaliste dei Championships, ma su quale sarebbe stata la giocatrice che Navratilova avrebbe dovuto mettere in riga col suo devastante serve and volley. Nel 1981 fu il momento di dare una lezione alla troppo ambiziosa statunitense Andrea Jaegar, la più giovane finalista di sempre dei Championship con i suoi quindici anni, nove mesi e venticinque giorni e che raggiunse nel 1982 la finale del Roland Garros e di Wimbledon, ma fu costretta ad abbandonare le sue ambizioni a causa di un infortunio alla spalla che negli anni ha necessitato di ben sette operazioni. Ma nel 1982 fu la prima rappresentante tedesca a vincere l’evento, Sylvia Hanika, e a sorprende Navratilova, numero uno del mondo, interrompendole così la serie di 27 vittorie consecutive all’interno dell’anno.

Seguirono cinque successi di Navratilova alle spese di Evert, Sukalova, Mandlikova e Graf, ma l’edizione del 1987 segnò un cambio generazionale e Martina cedette nei quarti a Sabatini, che arrivò in finale, trovando dall’altra parte della rete la degna erede di Navratilova in quanto a presenza sul campo: Steffi Graf. Dalla fine degli anni ’80, la tedesca colleziona quattro edizioni dei Championships, in un momento in cui il tennis femminile aveva un’eccellente rappresentanza, con la stessa Gabriela Sabatini che solleva il trofeo nel 1988 e Monica Seles che domina dal 1990, dopo un match estenuante di 3 ore e 47 minuti contro Sabatini, al 1992, imponendosi su una Navratilova ancora in piena attività.

Ormai il mondo del tennis è fortemente sponsorizzato dalle grandi compagnie internazionali, tant’è che il torneo vale complessivamente 3 milioni di dollari e il premio della vincitrice arriva a $250.000, per poi raddoppiarsi nel 1995.
Nella seconda metà degli anni ’90 c’è un nuovo cambio generazionale, con una Martina Hingis adolescente e sempre più impaziente nel voler spodestare la Graff dalla sua posizione di numero 1 del ranking, in cui è stata completamente a proprio agio dal 1993 al 1996. La sedicenne svizzera raggiunse la sua prima finale nel 1996, proprio contro la tedesca e la battaglia incalzò per ben cinque set (6-3 4-6 6-0 4-6 6-0), ma a quel punto Hingis fu sopraffatta, lasciando incassare a Steffi il quinto ed ultimo trofeo Championships.

Il momento della svizzera arrivò nel 1998 e 2000, riuscendo a battere Davenport e una Monica Seles che era stata costretta a perdere quelli che potevano essere gli anni più vincenti della sua carriera.

Hingis, tennista dotata di caratteristiche fisiche che possiamo definire normali o quanto meno nella media, è costretta a confrontarsi con una nuova generazione che fa della potenza ed atleticità le sue armi migliori: Serena e Venus Williams, Davenport, Sharapova, Mauresmo e Clijsters.

Casa Williams ha conquistato cinque trofei su otto finali in tredici anni, numero tutto sommato limitato dalla forte concorrenza in quegli anni di Sharaphova e Mauresmo, ma soprattutto delle regine del tennis belga Clijsters e Henin che mettono insieme cinque titoli totali, tre di Kim e due di Justine.

Tutte queste sono atlete dotate di un talento eccezionale, ma anche di una mentalità orientata a voler eccellere migliorando di anno in anno nel proprio gioco, attitudine che nelle giocatrici degli ultimi anni compare troppo poco. Ed ecco che se Serena Williams è in tabellone in un qualsiasi torneo è automaticamente la favorita numero uno alla vittoria, poiché ha sviluppato un tennis completo, con molte armi a disposizione che le permettono di nascondere alcuni colpi meno nelle sue corde come le volée. L’ovvia conseguenza è che i numeri di Serena negli scontri diretti contro le otto finaliste delle WTA Finals di quest’anno sono schiaccianti: 16 a 2 contro Sharapova, 8 a 0 su Radwanska, 7 a 1 a Ivanovic e 9 a 1 contro Woznaicki.

Staremo a vedere cosa ci riserverà l’edizione 2014, perché se c’è una cosa che si può dire sui match femminili è che possono riserbare sorprese inaspettate.

H2H nella loro storia da professioniste e nel 2014

Head to head WTA Championships

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