I cinque motivi del Cocoon di Roger Federer

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I cinque motivi del Cocoon di Roger Federer

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Roger Federer in azione al Roland Garros 2014 (foto by IKE LEUS)
 

TENNIS FOCUS – “I cinque motivi per cui Roger Federer è capace di giocare come un ventitreenne a trentatré anni”. All’indomani dell’ennesimo trionfo a Basilea, prendendo spunto dal suo scintillante stato di forma, Sportskeeda.com ha pubblicato un intrigante articolo. 

A questo indirizzo il pezzo originale.

Cocoon – L’energia dell’universo è un film del 1985 diretto da Ron Howard. Parla di tre vecchietti che facendo il bagno dentro dei bozzoli giganti hanno la sensazione di aver riacquistato le forze della giovinezza.

Lo spunto è interessante, e ripercorre gli ultimi 12 mesi della carriera del “Re”, partendo da quando lo scorso anno stava ancora lottando per qualificarsi alle Finals di Londra e molti critici e addetti ai lavori bollavano la sua carriera come avviata al tramonto. Il 2014 di Roger ha però smentito tutti i detrattori: lo svizzero è stato il terzo tennista a qualificarsi per Londra, è quello che in stagione ha collezionato più vittorie contro top 10 e più finali e, last but non least, può ancora insidiare il n° 1 del ranking Novak Djokovic per il primato di fine anno. Sportskeeda individua cinque ragioni per le quali Federer gioca ancora come un ragazzino o quasi nonostante le 33 primavere: si va dalle capacità fisiche fino alle qualità tecniche e tattiche per chiudere con qualcosa che non si può allenare, il talento.

Il titolo è chiaramente una provocazione, perché il Roger Federer di 23 anni era profondamente diverso da quello di oggi: più potente, più rapido, più resistente, anche se in maniera impercettibile. Ma anche più testardo, meno vario. E con un mezzo tecnico diverso. Ecco allora che molti ventitreenni (e non solo, ovviamente) cadono oggi sotto i colpi del “vecchietto” di Basilea nonostante il gap di anzianità debba in teoria favorirli. Vediamo nel dettaglio i cinque punti individuati dal sito asiatico, riveduti e commentati dall’Italia.

1. Una parte alta del corpo leggera
“Light upper body” dice il testo originale, affiancando una foto di Roger a torso nudo. Si parte quindi dal fisico: nel tronco Federer ha allenato molto più spalle e schiena rispetto ai pettorali. Una parte alta scolpita in questo modo garantisce a Federer più agilità nei movimenti del braccio e anche un minor impatto su anche, bacino e ginocchia, che sostengono un peso più leggero. Quando i muscoli delle gambe hanno un minor peso da supportare, l’intero fisico ne trae giovamento in agilità e scioltezza dei movimenti: l’innata eleganza e leggerezza dei movimenti dello svizzero parte anche da qui. E l’infortunio alla schiena del 2013? Federer si è ripreso da un incidente di “vecchiaia” (ricordiamo che anche nel 2012 Federer aveva avuto problemi) allenandosi ancora meglio nella parte alta e cambiando il suo gioco, sottoponendosi sempre meno a estenuanti e logoranti scambi da fondo.

2. Una parte bassa allenata
“Strong lower body”. A vedere i quadricipiti ma soprattutto i sottilissimi polpacci e caviglie di Federer non si direbbe. Ma molte delle capacità dell’ex numero uno del mondo sono passate e passano ancora dai suoi piedi, dalle sue gambe. Nell’articolo il teorema disserta di come Federer, ancora oggi, sia capace di praticare un gioco offensivo e in spinta anche in match che durino oltre quattro ore, come hanno dimostrato la finale di Wimbledon e la partita con Monfils allo Us Open. È davvero così? Può darsi, ma quello che colpisce di più della condizione atletica di Federer è ancora la rapidità nei movimenti e l’elasticità della corsa e del footwork, più che la resistenza. Federer dunque ha certamente straordinarie qualità fisiche che gli consentono di competere con ragazzi molto più giovani di lui ma evidentemente non altrettanto dotati. Spesso i suoi fan, ma anche i più comuni spettatori, rimangono abbacinati da alcune sue giocate e dimenticano il fattore atletico. A sensazione impressionano di più Djokovic e Nadal, perchè hanno un modo di esprimere la fisicità più evidente: se Nadal è più resistente di fiato, smaltisce meglio l’acido lattico ed è in grado più di Federer di dare potenza ai colpi di difesa, Federer è molto più rapido negli scatti verticali e nel gioco di braccio. Quella di Nadal è una fisicità soprattutto orizzontale, quella di Federer verticale. Insomma, andando per metafore, è ovvio che d’istinto diremmo che è più “fisico” un pugile rispetto a un ballerino. Ma alla fine dei conti, siamo sicuri sia proprio così?

3. Un tennis vecchia maniera
“Old school tennis tactics”. Al punto tre l’articolista ringrazia Federer, che tiene viva e vincente la tradizione della “old school tennis”. A parte che lo svizzero, nella sua completezza, ha comunque riadattato ciò che comunemente possiamo intendere come “vecchia scuola”, creandosi uno stile tutto suo nel gioco di volo, fatto di accelerazioni e profondità che le volèe dei vari Laver e McEnroe non conoscevano per il semplice motivo che non ne avevano bisogno. È però vero che lo stile di Federer, soprattutto di questo Federer, quello degli ultimi dodici mesi, è del tutto particolare e non ha eguali sul circuito. Perchè le variazioni di gioco di Federer, fatte di volate, controbalzi, slice esasperati, drop shot, attacchi in controtempo, chip&charge, spiazzano così spesso i suoi avversari? Per due motivi principali: il primo è che lo svizzero esegue queste variazioni a una velocità eccezionale e con un margine di errore e di imprecisione ridottissimo. Il secondo motivo riguarda il tennis in generale: lo “stile” dei moderni campioni della racchetta si è sempre più omologato. Tra top players come Djokovic, Nadal, Murray, Ferrer e tanti altri ci sono differenze tecniche nette ma non c’è una vera e propria battaglia di stili. Ecco che quasi tutti i giocatori del circuito non sono più abituati a fronteggiare una tattica come quella di Federer, e si trovano spiazzati anche e soprattutto perchè non si allenano mai a quel tipo di gioco, nè tra un torneo e l’altro nè nei match ufficiali. Aggiungo qui un punto non toccato nell’articolo originale: il servizio. Federer ha lavorato moltissimo per tornare ad alti livelli col colpo di inizio gioco. In più di un torneo è risultato ingiocabile alla battuta, col risultato di costringere i suoi avversari sempre sulla difensiva e di poter giocare in fiducia sulla risposta. Il servizio di Federer è una delle armi più letali di questo 2014, e qui più che alla “old school” siamo tornati all’“old Federer”.

4. Flessibilità mentale
“Flexibility of mind”. Al punto quattro, la sorpresa. Federer ha una mentalità flessibile? Ma come, lo stesso Federer che per testardaggine e cecità tattica voleva battere Nadal sfidandolo da fondo campo? Quello che ha perso con lo spagnolo decine di partite senza mai cambiare una virgola alla propria condotta di gara? Siamo sicuri di parlare dello stesso Federer e non magari del padre o delle figlie? Eppure. Anche sul fattore mentale Federer è stato capace di lavorare e, incredibilmente, di migliorare nel corso dell’ultima stagione. Due dati su tutti: dopo una vita e una carriera pluridecorata con l’ovale 90 (e prima 85) Federer si è convinto a giocare con un 97. Dove le gambe, soprattutto negli scambi prolungati, accumulano più acido lattico e faticano ad arrivare, ora arriva la racchetta. Le stecche di Federer e i suoi colpi fuori misura sono calati drasticamente, nel 2014, e una buona parte del merito per il suo ritorno ai vertici è da attribuire alla nuova racchetta. Il secondo dato riguarda l’allenatore e di conseguenza il suo stile di gioco: Edberg ha imposto a Federer un nuovo tipo di approccio alla partita, lo ha costretto a rifiutare l’idea dello scambio prolungato, ne ha fatto un giocatore più coraggioso. E anche in ciò si vede quanto il campione di Basilea sia diventato più malleabile nell’adattare le tattiche all’avversario o al momento della partita. Il Federer 2004-2007 partiva con un’idea in testa e la portava fino alla fine. Tanto avrebbe vinto comunque. Questo Federer ha bisogno di più frecce al suo arco. La fortuna di Roger è quella di essere in possesso di un numero di frecce che nessun altro ha, la bravura di Edberg è stata quella di farglielo presente.

5. Dopo di tutto è speciale
“He is, after all, special”. Dopo un’analisi che ha cercato di essere il più esauriente e oggettiva possibile, si crolla di fronte all’inevitabile: ok il fisico, ok l’abilità mentale, ok il cambio di gioco, la vecchia scuola, la nuova racchetta. Ma come si fa a non ammettere che Roger Federer gioca così perchè, usiamo parole sue, “estremamente talentuoso”? Insomma, la risposta al quesito avrebbe potuto essere molto più sintetica di questo panegirico che speriamo possa aver comunque apportato qualche spunto di riflessione. Perchè Roger Federer gioca a 33 anni come se ne avesse 23? Semplicemente, perchè è Roger Federer!

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